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SBK, La lunga estate Ducati: l’addio di Bautista, il dubbio Redding

Quello di Scott è il primo nome in cima alla lista per sostituire Alvaro sulla V4, ma pesa l’interrogativo su quanto influirà il salto dal BSB

SBK: La lunga estate Ducati: l’addio di Bautista, il dubbio Redding

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È un’estate calda! Non solo per le temperature che non concedono un attimo di tregua, anche per gli affari  di mercato che sono pronti ad entrare nel vivo. In Superbike ci ha pensato Alvaro Bautista ad infiammare le trattative. Come aveva dichiarato Paolo Ciabatti la scorsa settimana, lo spagnolo ha deciso di salutare la Ducati dopo un solo anno di permanenza per ripartire dalla Honda.

A Borgo Panigale c’è quindi poco tempo da perdere, dal momento che bisogna guardare al futuro. Confermato anche per la prossima stagione Chaz Davies, che l’estate scorsa ha firmato un biennale con la squadra tricolore, serve trovare un pilota che rimpiazzi l’iberico. Il primo nome che compare sulla lista è quello di Scott Redding, che dopo aver concluso l’avventura in MotoGP con Aprilia ha deciso di ripartire dal BSB.

Il pilota britannico è quindi la prima scelta, anche perché nel Regno Unito è impegnato con una Panigale V4. Insomma, il mezzo non sembra quindi nascondere segreti a Scott, anche se nel Campionato d’Oltremanica le moto presentano alcune differenze sostanziali, su tutte la centralina elettronica unica, priva di aiuti elettronici come traction e launch control e anti-wheelie. Un aspetto non da poco, con cui Scott dovrà adattarsi nel più breve tempo possibile per cercare la giusta fiducia.

Oltre a questo, c’è poi da capire il livello del pilota, che attualmente sta primeggiando nella Serie. Un biglietto da visita da non sottovalutare, anche se tra le due realtà il salto sembra più grande di quanto si immagini. Per maggiori informazioni andarsi a rivedere i risultati conseguiti da quando Leon Haslam da quando quest'anno è tornato nel Mondiale SBK. A parte le prestazioni di Phillip Island, Misano e Donington, il pilota KRT ha faticato per rimanere aggrappato alla vetta, tanto da uscire sconfitto in più occasioni nel confronto con la ZX10-RR di Razgatlioglu. 

Come accaduto un anno fa, quando Bautista venne annunciato, non mancano dubbi e perplessità riguardo le potenzialità di Redding. Sarà anche vero che tra i due ci sono quasi ben dieci anni di differenza, ma nel confronto in MotoGP i numeri danno ragione ad Alvaro. In quattro dei cinque anni condivisi nella classe regina, lo spagnolo ha sempre saputo fare meglio rispetto al rivale, specialmente nelle esperienze con Ducati e Aprilia. Come se non bastasse, dal 2020, la Superbike vedrà ulteriormente alzare la propria asticella.

Oltre a una Kawasaki che con Rea farà tesoro degli insegnamenti di questo 2019, ai blocchi di partenza ci sarà una nuova Yamaha R1 che vorrà finalmente puntare dritta al titolo iridato. E che dire poi della Honda, che si presenterà al via con la Fireblade di ultima evoluzione affidata proprio a Bautista. Siamo convinti che HRC vorrà fare centro al primo colpo e non recitare la parte di spettatrice dopo aver raccolto tutti i dati necessari in questo Mondiale.

Insomma, per Redding l’esame è di quelli ad altissimo coefficiente di difficoltà e forse sarà anche utile per compiere quel salto di qualità che in molti si aspettano da tempo. D’altronde, quella del pilota britannico, rischia di essere una scelta praticamente obbligata. I top rider sono infatti tutti sistemati e dalla MotoGP non c’è la possibilità di spostare alcuna pedina come accaduto lo scorso anno.

Con ogni probabilità Ducati si affiderà a Scott, ma non dimentichiamoci di Chaz Davies. La vittoria di Laguna Seca ha finalmente regalato il sorriso al gallese dopo un digiuno durato troppo a lungo. Chissà mai possa essere il punto di svolto per un 2020 a doppie punte, anziché con un unico centravanti come accaduto fino ad oggi?      

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