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SBK, Ducati e Aruba preparano il dopo Bautista dopo l'ultimo no di Alvaro

Lo spagnolo pronto a salutare la Rossa per accasarsi alla Honda il cui prototipo sarà pronto a settembre. Borgo Panigale al lavoro per un Piano B per il 2020

SBK: Ducati e Aruba preparano il dopo Bautista dopo l'ultimo no di Alvaro

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Il tormentone dell’estate 2019, che prosegue fin dal round di Misano, è il rinnovo del contratto con Alvaro Bautista e la Ducati. Già, perché in occasione della tappa della Riviera, la squadra di Borgo Panigale ha proposto allo spagnolo il nuovo contratto fino al 2021.

Dopo averlo valutato attentamente, il numero 19 ha pensato bene di rispedire l’offerta al mittente, anche perché dall’altra parte si affacciava una Honda che stuzzicava non poco. Il progetto della nuova Fireblade, il rientro di HRC nelle derivate con l’obiettivo di centrare il Mondiale al primo colpo, un aumento nel compenso, insomma tanti punti che non hanno lasciato indifferente l’iberico, il quale ha trovato pure l’occasione per dare uno sguardo al progetto dei giapponesi.

Di sicuro questa cosa non è andata proprio giù alla Ducati, più o meno come se una sera dovessi uscire a cena con una bella ragazza, ma allo stesso tempo decidi di tenere in stand-by fino all’ultimo un’eventuale seconda perché ti incuriosisce.

Peccato che arrivati a  questo punto, la seconda ragazza rischi di avere la meglio sulla prima, in questo caso la Honda sulla Ducati. Bautista  infatti ha deciso e difficilmente firmerà il rinnovo con la Rossa, la cui deadline è fissata per ferragosto. Con quello che sembra essere l’inevitabile passaggio dello spagnolo in HRC, a Borgo Panigale dovranno trovare un’alternativa. Sì, ma chi? Purtroppo di top rider non ce ne sono in giro e, come se non bastasse, in MotoGP il puzzle è al completo, di conseguenza pare impossibile attingere da quel paddock a meno di clamorosi colpi di scena.

In realtà c'è ancora un pilota senza contratto per il 2020: Jack Miller, ma difficilmente l'australiano accetterebbe una offerta che avrebbe il gusto della retrocessione.

Andiamo quindi per ordine: il primo nome che compare nella lista è quello di Scott Redding, attualmente impegnato nel BSB con la V4. Il britannico conosce bene la moto e questo è senza dubbio un ottimo punto di partenza, ma allo stesso tempo dovrà prendere confidenza con un mezzo che per certi versi è abbastanza distante in quanto a specifiche rispetto a quello utilizzato nel Regno Unito, su tutti l'elettronica.

Di sicuro questa sembra essere la pista più logica in un mercato dove si preannuncia un effetto domino. È anche il caso di Eugene Laverty, che a quanto pare è stato messo nel mirino della Kawasaki per il 2020. Attualmente Eugene è impegnato con GoEleven, la squadra satellite della Ducati, ma pare altamente complicato un suo salto in sella alla moto ufficiale.

Una carta da giocare potrebbe essere quella di Toprak Razgatlıoğlu, ma la Ducati non ha fartto trapelare voci su di lui

C’è chi poi sogna di vedere un pilota italiano al fianco di Davies. Michele Pirro aveva chiesto lo scorso anno a Dall’Igna di poter disputare lui il Mondiale con la V4 del team Aruba, ma l’ingegnere gli negò questa possibilità visto il suo impegno come collaudatore per la MotoGP.

Tra i piloti di Casa Ducati compare anche Michael Rinaldi, un giovane che la Rossa ha fatto crescere assieme a Barni, ma questa ipotesi sembra a tutti gli effetti irrealizzabile.  Rimanendo in tema di sogni, c’è chi infine spera di rivedere un giovane come Lorenzo Savadori, rimasto fuori dal paddock della SBK dopo l’addio di Aprilia alle derivate. Servirebbe eccome un tocco di tricolore, in un Mondiale che arrivati a fine stagione vedrà salutare un certo Marco Melandri. Speriamo solo non rischi di essere il classico preannunciato sogno di una notte di mezz’estate…       

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