E’ la moto che probabilmente più di ogni altra ha saputo condensare il genio e l’arte di Massimo Tamburini. Questa 916 è un esemplare unico, non solo per l’esclusiva proprietà, ma anche per le tante particolarità tecniche che aiutano a comprendere la genesi e lo sviluppo del modello.
Una 916 evoluta
La moto esposta è una delle tre utilizzate da Massimo Tamburini per lo sviluppo del modello, durato circa sei anni e culminato con l’industrializzazione nel 1994. Per molti aspetti ricorda la versione SP, la più evoluta della gamma 916.
Le sovrastrutture sono in vetroresina mentre convogliatori d’aria, airbox, terminali di scarico, porta targa e parafango sono in fibra di carbonio. Anche la ciclistica è piuttosto raffinata con forcellone monobraccio alleggerito e cerchi a 5 razze in lega di magnesio.
L’utilizzo come mezzo laboratorio è anche sottolineato dall’assenza degli indicatori di direzione e del tachimetro, con la strumentazione limitata a contagiri e termometro liquido raffreddamento
In esposizione fino al 15 gennaio
Grazie alla collaborazione si Simonetta Tamburini, figlia dell’indimenticato designer, sarà possibile ammirare questa 916 fino al 15 gennaio al Museo Ducati di Borgo Panigale.