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MotoGP, Luca Semprini ci ha detto addio

Se ne è andato nella notte a Brno l'addetto stampa di Ducati e nostra storica firma per la Superbike

MotoGP: Luca Semprini ci ha detto addio

Luca Semprini, non c’è più, se ne è andato questa notte nella stanza di un albergo a Brno.

Luca era un amico, prima ancora che l’addetto stampa di Ducati (negli scorsi anni in SBK e da questa stagione in MotoGP) e per tanti anni la firma di questo sito per la SBK. Era il ‘nostro’ americano a Bologna, come lo prendevamo bonariamente in giro per i suoi trascorsi universitari negli Stati Uniti.

Luca era, ancora più semplicemente, un ragazzo che condivideva la nostra passione e la nostra strada. Un sentiero fatto di orari sbagliati, in lungo e in largo per il mondo, per raccontare le storie di giocattoli veloci saltando da un circuito all’altro.

Spesso dividevamo un sigaretta affacciati sul paddock. Chi ce lo fa fare? Ridevamo. Allora Luca parlava di un viaggio in mare con il padre skipper, sempre sognato ma mai realizzato per i troppi impegni. Il prossimo anno, prometteva. Poi la scenetta si ripeteva al prossimo caffè.

Poi c’erano le chiamate di lavoro, ma anche in quel caso spesso si finiva con il parlare di altro. Della sua passione per la boxe, o per i classici della letteratura, tanto da avere tatuato sul suo braccio la celebre frase di Dostoevskij, la bellezza salverà il mondo.

Non c’era bisogno di salvarlo, ma solo di viverlo e goderselo e Luca cercava di farlo in ogni momento. A volte si arrabbiava, si discuteva, ci si confrontava, ma dopo 10 minuti era tutto passato. Un fortunale che non lasciava segni.

I ricordi si rincorrono nella mente, piccole schegge di memoria che le parole non riescono a descrivere. Schegge che fanno male quando arriva la consapevolezza che non torneranno.

Non sappiamo cosa tu stia vedendo ora,  se i cordoli di un circuito o le onde dell’oceano. Se tu stia leggendo un libro o discutendo di pugilato. Però, in qualche modo, sappiamo che ci sei e che ci sarai sempre.

Godspeed, Luca. Da queste parti si dice così.

 

La cosa più bella di Luca Semprini la ha scritta anni fa Jonathan Rea, in un tweet in cui rimandava ad una sua intervista.
Diceva, presso a poco: quando incontri un giornalista veramente bravo escono fuori delle interviste veramente belle.
Era dotato, Luca, per il nostro lavoro e per questo quando ci incontrammo per la prima volta, a Piazza del Popolo, a Roma, la prima cosa che mi domandai fu: come mai uno così sveglio e bravo ancora non lavora nel motociclismo, pur volendoci arrivare?
Fu un grande acquisto per GPone, Luca, e non solo perché parlava fluentemente inglese merito degli anni trascorsi in North Carolina.
Aveva fiuto per la notizia, e sapeva metterla giù bene.
Una cosa per la quale era molto rispettato.
Così non fui sorpreso quando mi disse che la Ducati gli aveva offerta di lavorare in Superbike.
Se lo meritava e tutti gli facemmo le congratulazioni sincere perché GPOne è un punto di partenza, non di arrivo. Un porto nel quale attraccare in una momento in cui non ci sono molti altri riferimenti.
Una cosa di cui tutti, qui, andiamo orgogliosi. Una volta #GPOners, per sempre #GPOners.
Per questo, anche ora che Luca era approdato in MotoGP, dopo aver fatto vedere ciò di cui era capace in Superbike continuava a frequentare la nostra chat interna.
Battute, scherzi. Il lavoro separato dall'amicizia perché, ciò deve essere sottolineato, nonostante la giovane età Luca era un ottimo professionista.
E non lo dico per dire. Prima o poi, torni con noi, gli ripetevo spesso.
Chissà, anche se negli ultimi tempi mi aveva detto di voler esplorare altre strade. E lo avrebbe fatto, perché non era tipo da rimanere intimorito dai cambiamenti.
Il motociclismo perde un professionista di livello, cresciuto rapidamente e che sarebbe cresciuto ancora.
Io perdo un giovane amico. E non riesco a farmene una ragione.

p.s.

 

Per ricordare Luca Semprini, verrà osservato un minuto di silenzio prima dell'inizio della conferenza stampa di oggi.

 

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