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SBK, Suzuka, la tesi: Rea tradito da un suo errore e non dall’olio in pista

Il dubbio nel paddock dell’Ottovolante: Rea caduto sull’olio della Suzuki o per l’umidità della sera? Intanto oggi verranno annunciati i vincitori

SBK: Suzuka, la tesi: Rea tradito da un suo errore e non dall’olio in pista

Questa 42^ edizione della 8 Ore di Suzuka non se la dimenticheranno così facilmente i piloti, gli appassionati e insieme a loro gli addetti ai lavori. Un finale thriller, che ha visto sorrisi svanire, urli di gioia rimanere strozzati in gola e speranze riaccendersi come mai nessuno si sarebbe immaginato. La Suzuki SERT che rompe e lascia l’olio in pista, Rea che cade a un soffio dalla bandiera a scacchi per servire su un vassoio d’argento il trionfo alla Yamaha.

Poi l’incandescente post gara con il ricorso presentato dalla Kawasaki e vinto, dal momento che il regolamento EWC non prevede l’obbligo di riportare la moto ai box entro i cinque minuti come accade nel Mondiale SBK, bensì tiene semplicemente in considerazione l’ultimo passaggio sul traguardo. Che dire: nemmeno Hitchcock se lo sarebbe forse immaginato un copione del genere, invece è tutta realtà.

Il fatto che ha catturato i riflettori di questa 8 Ore di Suzuka è senza dubbio la caduta di Rea, dovuta all’olio lasciato in pista dalla Suzuki SERT di Masson. Eppure questa tesi non sembra convincere del tutto gli addetti ai lavori del paddock. Già, perché nelle ultime ore si pensa che Rea sia finito a terra non per l’olio, bensì per un errore suo personale, dovuto all’umidità presente sul tracciato dell’Ottovolante attorno alle 20:30 locali, quando la corsa si stava per concludere.

Se fosse davvero così la bandiera rossa non sarebbe stata necessaria in quel caso, bensì sarebbe stato semplicemente utile fare entrare in pista la Safety Car che avrebbe comportato un risultato diverso. Ovviamente, col calare del sole e in quelle condizioni, non è cosa semplice e scontata dare un giudizio definitivo e chiaro sulla vicenda, anche se nel paddock di Suzuka il mistero rimane.

Probabilmente, se ci fosse stato dell’olio in pista, i piloti sarebbero caduti uno dopo l’altro pochi istanti dopo essere passati sulla traiettoria di Masson e non due giri dopo, come accaduto sfortunatamente al Cannibale, l’unico a scivolare. È questa la tesi, ovviamente sposata dalla Yamaha, che circola nel paddock dell’Ottovolante, secondo cui Johnny sia finito a terra per un suo errore e non per cause esterne. Un’idea che conserva molti dubbi al termine di una delle edizioni più imprevedibili di sempre.

Intanto, quest’oggi, verranno ufficializzati i vincitori della 42^ edizione della 8 Ore di Suzuka, dal momento che ieri non è stato possibile svolgere le verifiche tecniche sulle prime tre moto all’arrivo.

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