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SBK, Bautista-Ducati: il suicidio perfetto in tre mosse

140 punti bruciati nel nulla, un rinnovo che ancora non arriva e Alvaro, che forse non aveva ancora compreso che rischio stesse correndo con Rea

SBK: Bautista-Ducati: il suicidio perfetto in tre mosse

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Il Mondiale Superbike va in vacanza con Johnny Rea che ha 81 punti di vantaggio nei confronti di Alvaro Bautista. Se avessimo detto una cosa del genere circa un mese fa, probabilmente ci avrebbero presi per matti. Invece, all’indomani del round di Laguna Seca, questa è la realtà dei fatti con cui lo spagnolo deve fare i conti.

Purtroppo per Bau Bau non si tratta di un incubo da cui è possibile risvegliarsi e dire “ho fatto un brutto sogno”, bensì è la dura realtà da condividere in una pausa lunga quasi due mesi. Sessanta giorni dove lo spagnolo avrà tempo di godersi il relax, ma allo stesso tempo riflettere  e capire, magari mangiandosi anche le mani. Già, perché questo è un suicidio in pieno stile e non c’è altro modo per definire la debacle dell’iberico.

Lo dicono i numeri, che vedevano l’alfiere Aruba poter fare affidamento su un margine di ben 61 punti al termine della Superpole Race di Jerez, poi ben cinque cadute che hanno compromesso le sue ambizioni facendolo sprofondare a 81 lunghezze dalla vetta. Troppe, davvero troppe per uno che sognava di riportare il titolo a Borgo Panigale dopo anni di digiuno e invece si ritrova ora a inseguire.

Ci si chiede quindi cosa sia successo allo spagnolo, trasformatosi improvvisamente in brutto anatroccolo. Gli errori  possono anche starci, ma cinque di fila, uno dopo l’altro in successione, sono numeri da rookie più che da pilota che punta al trono iridato delle derivate. Non ha saputo accontentarsi Alvaro, il quale si è fatto vincere dalla foga, mettendo in secondo piano quella costanza che è stata il cavallo di battaglia di Johnny Rea.

Per uno come il Cannibale, abituato a dominare in lungo e in largo, deve essere stato difficilissimo incassare così tante batoste ad inizio stagione, quasi ad arrivare a pensare di non poter vincere nemmeno una gara. Invece Rea si è rivelato paziente, tanto che ha saputo giocare di sciabola e fioretto, attaccando quando era il momento di farlo, vedi Imola, Donington, Laguna Seca e Misano, per poi portare a casa il massimo risultato nelle peggiori condizioni.

È forse proprio questo secondo aspetto che a Bautista è mancato nella prima parte di stagione nel confronto con il nordirlandese, che quando le cose andavano male è sempre stato il primo degli sconfitti, contendo il gap dal rivali. Tanti secondi posti, che inizialmente avevano il sapore di una sconfitta, ma alla lunga si sono rivelati determinati nel mettere le mani sul quinto titolo iridato, la cui rimonta è iniziata a Misano.

In quell’occasione Alvaro non aveva forse ancora capito quello che gli stesse per accadere, dal momento che il Cannibale stava tornando minaccioso ed era più che mai intenzionato a far saltare il banco. Johnny lo sapeva bene che Donington e Laguna erano due appuntamenti dove attaccare, senza stare a fare troppi calcoli e così è stato.

Ha lasciato il Regno Unito con 24 punti per poi dirigersi in America con l’obiettivo di rifilarne altrettanti a Bau Bau, arrivando così alle vacanze con un bottino di quasi 50 lunghezze. Era questo il suo piano! Un margine che sarebbe stato altamente considerevole, per uno che fa della costanza il proprio cavallo di battaglia come detto. È andata addirittura meglio del previsto, tanto che le cadute dello spagnolo gli hanno regalato un bottino di 81 punti. Anche vincendo tutte le prossime gare rimanenti, non basterebbero al portacolori Aruba per garantirsi il titolo iridato.

In questa vicenda che sembra essere a tratti surreale c’è poi una questione contrattuale che ancora oggi non si è risolta. Bautista e Ducati si erano dati l’America come deadline per il rinnovo, invece nulla si è ancora concretizzato. Una situazione che di sicuro non ha certo giovato al pilota spagnolo, ancora in attesa di capire quello che sarà il proprio futuro. Ma d’altronde questo sembra essere proprio un suicidio in pieno stile. E ce ne dispiace non poco, perché il titolo iridato era pronto a prendere la direzione di Borgo Paniale, questa volta più che mai, invece anche quest’anno si rimarrà probabilmente a bocca asciutta.  

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