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Simoncelli: "Se la MotoE è il progresso... il futuro non mi piace"

Il commento di Paolo dopo il GP del Sachsenring: "Suzuki deve rischiare di più, ma Canet andava penalizzato. Spero di tenere lui e Antonelli anche nel 2020"

MotoE: Simoncelli:

Alla fine di ogni Gran Premio Paolo Simoncelli raccoglie i suoi pensieri sul fine settimana appena trascorso. Quello del patron della SIC58 Squadra Corse più che un comunicato stampa è un diario. Paolo non si trincera dietro alle solite frasi di circostanza ma dice la sua opinione senza filtri. Lo ha fatto anche dopo la gara del Sachsenring, che ha visto il debutto della MotoE, categoria in cui il suo team corre con Mattia Casadei. La nuova formula non ha convinto molto Simoncelli.

Vi lasciamo alle sue parole.

“Per la prima volta finalmente ha debuttato anche la MotoE sul circuito del Sachsenring, attorno tantissima curiosità e aspettativa e sicuramente due cose sono risultate subito molto evidenti. Gli elevatissimi costi di gestione in caso di cadute la prima, mentre la seconda è: se questa moto da 270 kg cade può causare un sacco di danni alle cose e/o alle persone. Infatti la dinamica dell’ unica caduta che c’è stata lo ha reso palese”.

“Comunque il nostro rider Mattia Casadei ha pagato l’errore dell’ ultimo test a Valencia dove era caduto distruggendo la moto, l’ ho visto correre con un po’ di “braccino”  ma è stato bravo ed ha finito 11° una gara interrotta a metà dopo la caduta di un pilota.  Se la moto elettrica è il progresso… il futuro non mi piace. Una cosa bella della MotoE è l’inserimento della Superpole un format che sarebbe da copiare e da portare anche in Moto3”.

“Ma torniamo alle nostre amate moto rumorose. La Moto3 è stata una gara molto molto bella che purtroppo ci ha visti protagonisti solo in parte causa cattive qualifiche sia di Antonelli che di Tatsuki. Il primo per la sua errata convinzione di non andare forte su questa pista, il secondo per il giro veloce disturbato da Foggia. Nonostante tutto Tatsu fa una gara cazzuta, tosta, indietro di 2 sec e mezzo dai primi li ha recuperati. Se non avesse dormito alla prima curva dell’ ultimo giro avrebbe potuto puntare al podio, gli manca un po’ di freddezza a fine gara, quell’ essere un po’ stratega".

"Quello che voglio da lui è proprio questo, anche rischiando un po’ di più. Tenersi un minimo di margine d’errore ci sta ma non puoi aspettare che siano sempre gli altri a sbagliare ogni tanto devi mettere a segno un sorpasso rischioso che se riesce sarà un sorpasso vincente. Il motto ghiaia o champagne lo deve attuare più spesso. Anzi, a proposito di sorpassi ci tengo a precisare che un pilota prima di venire punito debba commettere diverse effrazioni è una grandissima cavolata. Canet ha superato Tatsuki sbagliando la curva, utilizzando i due metri esterni al cordolo di fuori pista e non è giusto. Mi sento di dire che sarebbe stato da penalizzare. Troppo comodo sbagliare una curva sul finale di gara, guadagnare una posizione e andare pure sul podio. Troppo facile!”.


“Comunque il nostro capotecnico Marco Grana è anche un ottimo mental coach per Niccolò che era partito con il “tormentone dell’ estate” di non saper andare forte su questa pista e Grana ha saputo mettere un cerotto sopra questo problema. In gara quando Antonelli avrebbe potuto avanzare a fianco del suo compagno si è invece ritrovato a discutere con un irruente Binder che non ha ancora capito che è una corsa di moto e non il gioco degli autoscontri e quindi Nico ha perso il treno. Può però ancora giocarsi il mondiale e le prossime gare dovrebbero essere le sue piste preferite”.  

Il mercato piloti è in fermento da parte nostra spero di riuscire a mantenere lo stesso team anche nel 2020. Godendoci tutti un po’ di sole, mare una gara del CEV domenica prossima e del meritato riposo… ci vediamo a Brno!”.

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