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MotoGP, Vinales riporta la Yamaha alla vittoria, Rossi a terra

Lo spagnolo trionfa ad Assen precedendo Marquez e Quartararo, resta giù dal podio Dovizioso seguito da Morbidelli e Petrucci, 10° Iannone

MotoGP: Vinales riporta la Yamaha alla vittoria, Rossi a terra

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Era il 1886, quando Robert Louis Stevenson fece conoscere al mondo “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde”. Il celebre racconto dello scrittore scozzese raccontava l'ambivalenza del comportamento umano basato sulla doppia personalità. Forse non c’è modo migliore per definire quella che è la situazione in casa Yamaha. Da una parte la M1 di Maverick Vinales che trionfa ad Assen e quella di Fabio Quartararo sul podio, dall’altra la M1 di Valentino Rossi che finisce a terra nei primi giri in una caduta che ha visto coinvcolto anche Nakagami.

Storie contrapposte con il sorriso dello spagnolo che fa da contrasto alla delusione del Dottore, al termine di una domenica che vede il pilota di Tavullia non concludere la gara per la terza volta consecutiva. Di sicuro questo è un grattacapo non da poco per la squadra giapponese, che vede il nove volte iridato aver perso quello smalto a cui eravamo abituati. E ce ne dispiace non poco, perché Assen sembrava essere la pista giusta per riscattare gli ultimi due GP, invece il weekend del TT è a tutti gli effetti di quelli da dimenticare per Rossi, rimasto ieri fuori dalla Q1 e oggi finito tristemente nella ghiaia assieme a Takaaki Nakagami.

In Yamaha non resta quindi che consolarsi con la vittoria di Maverick, di nuovo sul gradino più alto del podio dopo l’Australia, e dalla prestazione del rookie Fabio Quartaro, a cui potrebbe essere anche tolto l’appellativo di debuttante.

Tra le sorprese e le delusioni c’è poi spazio per una certezza, ovvero Marc Marquez. Ha giocato d’astuzia come sempre il 93, attaccando per poi tirare i remi in barca nel finale, quando ormai Vinales era in fuga. Per lo spagnolo questo secondo posto ha comunque il sapore di una vittoria, anche perché Andrea Dovizioso è rimasto giù dal podio. Una domenica di sofferenza quella del forlivese, ritrovatosi a lottare con i denti per un quarto posto con Petrucci a fargli da scudiero.

Il duello fra i due è stato, a tratti incomprensibile: Petrux sembrava più veloce, ma anche restio ad attaccare il compagno di squadra. Il risultato è stato solo quello di consentire l'aggancio a Morbidelli.

Lo sapevamo che Assen sarebbe stata una pista complicata per la Rossa, ma un gap così evidente dalla vetta - oltre 14 secondi - deve fare riflettere, tanto che nel finale Petrux è stato addirittura beffato da Franco Morbidelli.

C’è a chi gli è andata addirittura peggio,  comunque. E' il caso di Alex Rins, finito a terra dopo tre giri quando era al comando della corsa. In Suzuki ci si è quindi dovuti consolare con l’ottavo posto di Joan Mir, preceduto dalla Honda di Crutchlow.

Nella top ten spicca invece l’Aprilia di Andrea Iannone, nonostante i 26 secondi dal vincitore. Di questi tempi c’è da accontentarsi. L’altra RS-GP, ovvero quella di Aleix, chiude due posizioni dietro, mentre 14° Pecco Bagnaia, che dopo quattro GP senza vedere la bandiera a scacchi ha riportato la Rossa al traguardo.   

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