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MotoGP, Rossi: "Il digiuno non è solo mio, ma anche di Yamaha"

Valentino ad Assen, dove vinse la sua ultima gara 2 anni fa: "l'obiettivo è semplicemente una bella gara". Poi concorda con Vasco: "come nei concerti, anche in pista lavoro e soddisfazioni sono aumenti"

MotoGP: Rossi: "Il digiuno non è solo mio, ma anche di Yamaha"

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Il GP di Assen per Valentino significa tornare sull’ultima pista in cui ha alzato la coppa del primo posto. Succedeva due anni fa, poi non è più riuscito a ripetersi. Con la Yamaha non gli era mai capitato di restare a secco per così tanto tempo e in tanti si chiedono se l’aria olandese basterà a permettergli di rompere il digiuno.

È bello che me lo chiediate - sorride Rossi - però a me basterebbe fare un bel fine settimana. Questa è una pista che adoro, in cui mi dà gusto guidare e che riserva sempre delle belle battaglie. Ci sono tante variabili di cui tenere contro e poi arrivo da due battute a vuote in circuiti, il Mugello e Barcellona, in cui pensavo di portare a casa punti. Concentriamoci per essere competitivi, poi vedremo la posizione finale”.

Il Dottore non vuole crearsi false aspettative, anche perché ultimamente è rimasto scottato. In questo momento, per lui, la cosa migliore è vivere alla giornata, consapevole di cosa gli hanno riservato le ultime due stagioni.

In fondo questo digiuno non è solo mio, in Yamaha non si è vinto molto in generale - sdrammatizza - Negli ultimi due anni ho fatto alcune belle gare e ho avuto anche delle opportunità di vincere, come ad Austin, dove sono stato battuto, o in Malesia, dove ho sbagliato. Però, se mi metto a contarle, non avrò avuto più di 4 o 5 di queste occasioni, quindi bisogna restare concentrati e farsi trovare pronti quando ne ricapiterà un’altra.

Il duro lavoro è il mantra degli ultimi anni e Rossi accetta il parallelo con il suo omonimo cantante, quel Vasco che recentemente ha sottolineato come prepararsi a un concerto sia sempre più duro, anche se crescono anche le soddisfazioni. Musica e motori sembrano avere un punto in comune.

Innanzitutto mi dispiace tanto non essere riuscito ad andare a vederlo a San Siro, mi hanno detto che è molto in forma - dice il Dottore - Per il resto, sono d’accordo con lui, è un discorso che vale per tutti i campi perché oggi si pianifica molto di più che in passato”.

Tradotto: il pilota non deve solo più infilarsi la tuta e girare il polso destro per più tempo possibile.

Praticamente il Gran Premio inizia dalla domenica precedente - spiega - si inizia a guardando i video e i dati della stagione precedente e, quando il giovedì si arriva in circuito, si sanno già molte cose. Però, quello che cambia veramente è il lavoro nel box, in passato avevo dei momenti liberi nel fine settimana, ora non più. Però, come dice Vasco, un bel risultato è più gratificante perché sai di avere dato tutto. Dall’altra parte, se succede come a Barcellona, quando finisci fuori gara non per colpa tua, anche il dispiacere è maggiore”.

Però il GP di Catalogna non è stato tutto da buttare, anzi è forse stato il primo dell’anno in cui tutte le  Yamaha sono state competitive.

Infatti dobbiamo ricominciare da lì - sottolinea Valentino - come ho detto, l’obiettivo è essere competitivi, lavorare bene e farsi trovare pronti domenica per lottare per una posizione importante. Per capire quale sarà il nostro potenziale nei confronti degli avversari, dovrò aspettare domani”.

La M1 non avrà grandi novità, come potrebbe essere il forcellone in carbonio provato da Folger nei test di Misano di questa settima.

Avrò solo qualche dettaglio di elettronica, la moto sarà più o meno la stessa” conferma.

Anche gli esperimenti con il freno posteriore al manubrio sono per il momento accantonati.

Servono più chilometri per abituarmi prima di usarlo in gara - spiega - Quello a pollice lo avevo già provato in passato, ma trovo più interessante quello posto sotto la leva della frizione, che ormai in MotoGP non si usa praticamente più. Credo che potrebbe offrire una maggiore sensibilità, ma ne riparleremo nei test invernali”.

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