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MotoGP, Acciuffare Marquez: la missione (im)possibile di Dovizioso

Non è ancora il momento di recitare il requiem sul campionato, ma ad Andrea la regolarità non basterà per battere uno dei migliori Marc di sempre

MotoGP: Acciuffare Marquez: la missione (im)possibile di Dovizioso

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Alcuni, dopo il GP di Barcellona, hanno intonato il requiem per il campionato MotoGP. L’incidente innescato da Lorenzo è stato senza dubbio un bel regalo per Marquez che, arrivato alla gara di casa con 12 punti di vantaggio su Dovizioso, ha lasciato un circuito con un vantaggio più che triplicato (ora sono 37 le lunghezze che lo separano da Dovi).

Certe considerazioni possono apparire premature quando mancano ancora 12 Gran Premi da correre (pari a 300 punti da assegnare) non fosse che il pilota della Ducati si deve confrontare con un cannibale come quello della Honda. C’è una dato che impressiona guardando il ruolino di marcia di Marc: in questa stagione il suo peggior risultato (al netto della caduta ad Austin) è stato il 2° posto.

Già questo risultato sarebbe impressionate, ma la situazione peggiora (nell’ottica degli avversari, naturalmente) andando ancora più indietro nel tempo. Escludendo infatti le gare in cui ha commesso degli errori, per trovare Marc fuori dal podio bisogna andare indietro fino al Gran Premio della Malesia 2017, dove fece un quarto posto.

Continuiamo facendo l’avvocato del diavolo Marquez e scopriamo che, prendendo in esame le ultime quattro stagioni lo spagnolo non aveva mai avuto un vantaggio così grande sul diretto rivale. L’anno scorso, dopo Barcellona, i punti di vantaggio su Dovi erano 49, ma era Rossi al 2° posto in classifica a 27 lunghezze; nel 2017 Marc invece inseguiva staccato di 16 su Andrea: nel 2016 invece erano stati 10 i punti in più di Lorenzo.

La prima cattiva notizia per gli avversari è che quindi per Marc questo è il miglior inizio di stagione degli ultimi cinque anni, perché nel suo magico 2014 vinse tutti e 10 i primi GP della stagione. Da questo punto di vista, lo spagnolo è il favorito senza dubbi, ma questo non significa che gli altri piloti non abbiano possibilità.

Anche per Dovizioso, queste prime 7 gare sono state da incorniciare (lasciando perdere la battuta a vuota del Montmelò). Solo nel 2017 era partito meglio con 104 punti dopo 7 gare, e anche in quel caso aveva uno ‘zero’ quando in Argentina fu coivolto in una caduta da Aleix Espargarò. Tre anni fa aveva una una vittoria in più, ma anche un podio in meno e risultati peggiore. Andrea, infatti, ha come peggiore risultato in questa stagione il 4° posto, mentre nel 2017 era finito 6° ad Austin e 5° a Jerez.

È il sintomo che la Desmosedici è ulteriormente migliorata in questi anni e che ha limato leggermente i suoi punti deboli che le rendevano alcune piste assolutamente indigeste. La regolarità, però, contro Marquez è una caratteristiche essenziale ma non sufficiente.

Per recuperare punti pesanti, il Dovi non deve semplicemente arrivare davanti, ma mettere più piloti possibili tra sé e Marc. In questo senso, ha due alleati su cui contare in casa: Miller e Petrucci. L’australiano potrebbe essere una pedina importante, come anche Danilo, che ha già detto di essere pronto a dare una mano. Dall’altra parte, il ternano non è fuori classifica (lo separano appena 5 punti dal 2° posto) e logicamente non può sacrificare la sua stagione.

Infine, come a volte accade accade nel motociclismo, gli avversari potrebbero diventare degli alleati. A patto di arrivare loro davanti, è l’obiezione, che viene totalmente accolta. Rins, Rossi e Vinales potrebbero essere gli uomini giusti per mettere i bastoni fra le ruote di Marc, senza dimenticare Lorenzo, che potrebbe trovare il bandolo della matassa della Honda prima della fine dell’anno e ha voglia di riscatto.

Prima di perdersi in calcoli e alleanze al limite della fantascienza, meglio aspettare Assen, dove Dovizioso non ha mai vinto con la Ducati e solo nel 2014 è salito sul podio. Sarebbe il giusto momento per ritoccare in meglio le proprie statistiche.

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