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MotoGP, Lorenzo: "Il viaggio in Giappone era previsto. Qui le prime soluzioni"

"In Honda abbiamo lavorato sia sul breve che sul lungo periodo. Ho delle novità per migliorare la comodità in sella, per l'ingresso in curva ci vorrà tempo"

MotoGP: Lorenzo: "Il viaggio in Giappone era previsto. Qui le prime soluzioni"

Il nome di Jorge Lorenzo è uno dei più citati nel paddock, e le ragioni sono molteplici. Alle difficoltà incontrate dal maiorchino in sella alla Honda si è infatti aggiunta la notizia del suo viaggio nel quartier generale Honda in Giappone, alla ricerca di una mappa che lo porti fuori dal ginepraio in cui si trova.  

“E’ stato un viaggio prettamente tecnico.  Era già stato programmato prima del Mugello –  spiega - avevo pensato che lavorare direttamente con gli ingegneri giapponesi fosse la miglior soluzione per accelerare le modifiche, ed abbiamo sfruttato a pieno le ore insieme. Non abbiamo risolto la situazione e non siamo in grado di lottare per il podio fin da domenica: sarà un lungo processo, ma lo abbiamo iniziato”.

Le problematiche del 99 sono ormai note, ma in un campionato come la MotoGP risolvere anche il minimo problema richiede tempo, cosa che Jorge sa perfettamente. È un percorso lungo, che domani potrebbe però vedere un primo passo avanti.

“Abbiamo lavorato sia sul breve che sul lungo termine: domani vedrete le prime parti del puzzle che voglio costruire insieme alla squadra – annuncia - per trovare una soluzione più adatta al mio stile di guida, che mi faccia sentire più comodo e fare meno fatica in sella. E’ un po’ come per un maratoneta trovare le giuste scarpe, quelle con le quali si sente più comodo e può rendere al massimo. Un altro grande problema su cui dovremo lavorare è l’ingresso in curva, e per quello ci vorrà più tempo”.

Lorenzo però non guarda alla solo alla moto anche a sé stesso. Il lavoro sul suo stile di guida infatti non si ferma, ed è lontano dalla conclusione.

“Per quanto riguarda me sto lavorando sullo stile di guida. Credo sia normale: quando corri per tanti anni con un una moto capisci come trarne il massimo, è capitato a me con Yamaha ed a Marc con Honda. Per quanto riguarda la frenata Yamaha era l’opposto di Ducati – analizza - e questa era diversa da Honda. In accelerazione non vi sono grandi differenze, devo lavorare sulla frenata e sono a metà del processo credo complice anche qualche test in meno del previsto”.

Jorge si concentra sul presente, anche perché pensare al passato potrebbe solo che peggiorare le cose. Un anno fa infatti lo spagnolo coglieva con la Ducati il secondo successo di fila a Barcellona, e sembrava davvero aver intrapreso la via corretta.

“L’anno scorso di questi tempi avevo già trovato gli ultimi tasselli per essere davvero competitivo, e la doppietta di Barcellona è stata la conferma. Quest’anno sono in una situazione diversa – ammette - non ho chiuso ancora una gara in top ten e sono lontano dai primi, ma penso che con le prime novità la situazione può cambiare”.

In conclusione Jorge ha parole al miele per Tony Arbolino, suo compagno di allenamento a Lugano.

“E’ un ragazzo molto simpatico e bravo. La madre vive a Lugano e lì l’ho conosciuto, è il pilota del mondiale che abita più vicino a me: l’ho incontrato e mi è piaciuto, così ho deciso di aiutarlo con gli allenamenti facendolo allenare con il mio preparatore e penso che i primi risultati si siano visti con la vittoria del Mugello”.

 

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