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SBK, Dosoli: "La Yamaha non costruirà una MotoGP di serie come la Ducati"

"Stiamo investendo in Superbike per il ritorno sul mercato. Non ha senso seguire la logica della Panigale. Progettiamo ciò che il mercato richiede"

SBK: Dosoli: "La Yamaha non costruirà una MotoGP di serie come la Ducati"

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E' la terza forza in campo nel Mondiale SBK. La Yamaha con la R1 sta cercando di recuperare il gap nei confronti della concorrenza di Ducati e Kawasaki. Una moto, la 4 cilindri di Iwata che ha dalla sua certamente una formidabile ciclistica, fattore che aiuta sulle piste guidate come dimostra il doppio podio di VD Mark ad Assen.  Ma forse serve qualcosa di più, magari sul motore e non è escluso che qualcosa si vedrà, ma più probabilmente in ottica 2020, quando vedremo una evoluzione (più che uno stravolgimento) della attuale YZF-R1.
Intanto per la stagione in corso qualche novità si è vista nei test di Misano, con il meteo però che ha limitato il lavoro dei team. Ma Andrea Dosoli è fiducioso per quel che riguarda lavoro svolto:

A Misano abbiamo introdotto una nuova ergonomia per tutti con modifiche a serbatoio, alla sella ed il lavoro fatto è stato apprezzato dai piloti. Purtroppo non ci ha aiutato il meteo, quindi ci sarà da lavorare per valutare meglio i risultati delle modifiche.

Ad Assen ci sono stati segnali positivi (con VD Mark terzo in Gara 1 e secondo in Gara 2); l'ultimo step è confermare le vittorie dello scorso anno? O è più complicato?

Quest'anno siamo cresciuti molto, ma si è alzato anche il livello della competizione: siamo contenti in quanto abbiamo migliorato i nostri tempi di gara di 7-10 secondi su tutte le piste. Comunque stiamo procedendo bene, e contiamo di ridurre il gap nei confronti di Bautista che - è da dire - sta facendo un gran campionato.

Honda, Kawasaki stanno muovendosi in ottica del 2020 con le moto. Yamaha da questo punto di vista cosa sta facendo?

Ogni costruttore ha i propri programmi, anche in funzione delle necessità e richieste del mercato ed è quello che stiamo facendo anche noi. Non nascondo che stiamo lavorando a qualcosa di migliorativo ed a breve lo vedremo. La R1 è stata una moto che ha ottenuto grandi successi a livello nazionale ed internazionale. Ma sicuramente non ci accontentiamo.

Quali margini di miglioramento ci sono con la attuale R1?

Se noi vediamo il passo avanti fatto quest'anno, adoperandoci principalmente sulla ciclistica, su ergonomia, setting, è normale che si possa sempre tirare fuori qualcosa. Quindi pensiamo che con l’attuale configurazione abbiamo ancora margine di crescita.

Per battere la Ducati cosa serve, seguire la stessa strada?

Per quale motivo bisogna costruire moto di serie come una MotoGP, ha senso seguire questa logica? O ha più senso offrire moto che siano le moto richieste dal mercato? Ogni costruttore farà comunque le proprie valutazioni per offrire il miglior prodotto possibile per i migliaia di clienti che ha nel mondo.

La SBK è promuovere con le corse i mezzi venduti ai clienti, non è obbligare a spendere 40.000 euro per poi essere competitivi in gara. Bisogna sedersi attorno ad un tavolo e discutere su come conciliare le esigenze delle corse con quelle del mercato. Siamo contenti del livello della R1 e non credo che comunque ci sarà bisogno di stravolgerla.

Il 'price cap' della moto in pista potrebbe essere una soluzione?

Potrebbe essere una soluzione, ne discuteremo. Ma a mio avviso sarebbe il caso di lasciare liberi i costruttori nell’ esprimere il meglio che possa sposarsi con le esigenze dei clienti. E poi in pista trovare un equilibrio che sia sostenibile per i team ed i costruttori, in modo che tutti possano promuovere il proprio mezzo senza compromettere i programmi di produzione.

Yamaha in MotoGP è al momento in difficoltà nel confronto con Honda e Ducati, in SBK la competitività sembra più equilibrata:

Abbiamo trovato un ottimo equilibrio, tra team e piloti, tutti motivati a fare bene. In tutte le classi. La consideriamo una piattaforma corretta per fare crescere i piloti mettendo i team in condizione di affrontare correttamente un percorso insieme. Stiamo investendo in questo campionato consapevoli che abbia potenzialità e notevoli ritorni sul mercato. Abbiamo avviato un programma sportivo di supporto che parte dalla 300 e che punta ai team nell' essere competitivi. Siamo soddisfatti del lavoro fatto fino ad ora, continueremo su questa strada, ma siamo consapevoli che ci sono margini di miglioramento.

Intervista raccolta a Jerez da Riccardo Guglielmetti

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