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MotoGP, Mugello: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Petrucci così bello da non riuscire a essere cattivo, Arbolino incanta in Moto3. Rossi e Lorenzo incassano un'altra sconfitta

MotoGP: Mugello: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Al Mugello i sogni si avverano. È successo a Danilo Petrucci, che si sentiva pilota per caso e si è scoperto campione nel posto più bello del mondo. Ha dimostrato che in MotoGP può vincere anche chi pesa 80 Kg, non ha le stigmate del predestinato e il cuore grande quanto il coraggio.

È successo a Tony Arbolino, che dopo avere seminato per mesi, sotto il sole italiano ha raccolto i frutti del suo lavoro. È successo a Luca Marini, che ha anche stabilito il record di lentezza nel giro d’onore, perché certi momenti bisogna anche saperseli godere.

Non tutto è andato bene, bastava un’occhiata alle facce di Valentino Rossi e Jorge Lorenzo per capirlo. Non si può sempre vincere, ma certe sconfitte fanno più male di altre.

IL BELLO – Mugello, 2 giugno, festa della repubblica dei motori che si libera (almeno per una domenica) dalla tirannia di Marquez grazie al generale Petrucci, soldato semplice fino a qualche ora prima. Le armate tricolori erano andate a segno già qualche ora prima con Tony Arbolino, accompagnato nel trionfo da Lorenzo Dalla Porta. Ci aveva riprovato (contro l’altro Marquez) anche il fante Luca Marini, ma una battaglia persa non ha cambiato il risultato della guerra. Tante facce nuove sul podio del Mugello, non si chiedeva di meglio.

IL BRUTTO – Di solito è chi perde che chiede scusa, Danilo Petrucci lo ha fatto dopo avere vinto. È un atteggiamento ‘brutto’ per modo di dire, ma il gorilla ternano non deve avere nulla di che dispiacersi. È un gigante buono, fin troppo gentile nei modi e nell’animo. Per fortuna, quando stringe un manubrio fra le mani è di tutt’altra pasta.

IL CATTIVO – La squadra dei sogni per Jorge Lorenzo sta diventando un incubo e Marquez non sta facendo nulla per rendergli la vita più facile. Dopo avere zittito regolarmente il compagno di squadra in pista, Marc lo ha fatto anche davanti ai microfoni. “Vuoi una moto come piace a te? Arriva davanti e poi ne riparliamo”. Difficile trovare una buona risposta per ribattere al campione del mondo.

LA DELUSIONE – Domenica di giallo al Mugello c’erano solo i cappellini e i fumogeni, il blu era quello del cielo. I colori di Valentino e della Yamaha erano così opachi da essere irriconoscibili. Forse è anche ingenuo stupirsi, perché pilota e moto stanno prendendo un china che sembra portare dritti verso un baratro. Si può ancora cambiare direzione, ma bisognerebbe fare in fretta perché le promesse stanno diventando sempre meno credibili.

LA CONFERMA  – Non importa quale sia la pista, la temperatura, la combinazione astrologica, Marquez è sempre lì. Alla fine ha detto, quasi scusandosi, che il Mugello non è un circuito difficile per la Honda ma anche per lui. Effettivamente un 2° posto è uno di quei risultati per cui si rischia la depressione, soprattutto se corri contro Marc.

LA SORPRESA  – Al traguardo è arrivato prima di Lorenzo e Crutchlow, ma nella bolgia della festa rossa nessuno sembra essersi accorto di lui. Si chiama Takaaki Nakagami, ha gli occhi a mandorla e dopo qualche anno di apprendistato è l’unico di quelli che non si chiamano Marquez a salvarsi sulla Honda. Di questi tempi, vale come una vittoria.

L’ERRORE – Quando hai Valentino come maestro, non c’è nulla di meglio che cercare di imitarlo. Forse Morbidelli e Bagnaia hanno inteso la prescrizione troppo alla lettera, finendo la gara fra la ghiaia del Mugello come il prof. Franco ha comunque brillato in qualifica e Pecco ha corso in scia ai migliori, non ci sentiamo di infierire.

IL SORPASSO – Quando infili Marquez e Dovizioso alla San Donato il premio è tuo di diritto. Il Petrux ha fatto il jackpot.

LA CURIOSITA’ –  Ci avete rotto il ca… sco. Fino a poco tempo fa l’idea di livree e grafiche speciale per il GP di casa ci risultava piacevole, la cosa però è sfuggita di mano. Per tre giorni è stato un tripudio di tricolori, bandiere, trovate più o meno simpatiche. Un gran mal di testa, non serve un casco ma un’aspirina.

IO L’AVEVO DETTO – Valentino Rossi sicuro: “al Mugello saremo più competitivi”. Non aveva specificato di chi.

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