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MotoGP, Honda & Lorenzo: nell'incontro in Giappone ci si gioca presente e futuro

Al Mugello Marquez ha chiuso per due volte la porta in faccia a Jorge, la HRC non può tenere il piede in due scarpe perché in ballo c’è anche il futuro rinnovo di Marc

MotoGP: Honda & Lorenzo: nell'incontro in Giappone ci si gioca presente e futuro

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La prima porta gliel’ha chiusa in faccia, anche se con delicatezza, sabato pomeriggio, al termine della conferenza stampa post qualifiche: “Lorenzo vuole una moto più versatile? La Honda ha il suo carattere, ma alla fine non è così male. Oggi c’erano infatti tre Honda nella Q2”. Marc Marquez ha voluto tagliare corto sull’argomento, anche se bisogna sottolineare con tutto il rispetto verso il 93 che Crutchlow e Nakagami in quell’occasione incassarono mezzo secondo e otto decimi.

Andiamo però oltre, perché al termine del Gran Premio del Mugello, Marc è uscito allo scoperto, evitando di utilizzare troppi giri di parole nei confronti del maiorchino sul tema “Honda moto più facile”: “Tutti vogliamo una moto sempre migliore, ma lui non ha provato le versioni 2016 e 2015, che erano realmente difficili. Ora la moto è migliorata, ma in ogni caso per avanzare delle richieste devi essere davanti, se non lo sei la casa ascolta chi lo è come Cal o Nakagami, che oggi ha fatto una bella gara”.  Il concetto del sette volte iridato è stato quindi molto chiaro, come a dire: “Caro Jorge, se vuoi avere parola, cerca prima di tutto di stare davanti, altrimenti tieni la bocca cucita”.

Quest’oggi Jorge Lorenzo partirà alla volta del Giappone per incontrare in settimana gli ingegneri HRC e fare il punto della situazione. Fino a questo momento la RC213V è una moto che non ha nulla a che vedere con il suo stile fluido e scorrevole, grazie al quale ha saputo eccellere negli anni. Marc Marquez ha fatto capire che per guidarla bisogna essere aggressivi e attaccarsi al massimo all’anteriore, a tal punto da tirare fuori uno stile tutto suo, quasi come fosse su una moto da cross più che una MotoGP. Per maggiori informazioni andarsi a rivedere l’ultima manovra del 93 sul cordolo della Biondetti 2 al Mugello, lontanamente impossibile da immaginare da uno come Lorenzo.

In Giappone Lorenzo chiederà quindi un piano B, come anticipato domenica, da sviluppare e sostenere nei suoi confronti ed eventualmente anche nei confronti di tutte le altre moto. Su quest’ultimo punto abbiamo qualche dubbio. Quando mai si è visto un pilota che vuole dare benefici a se stesso e allo stesso tempo anche al proprio compagno di box, ovvero il primo dei rivali?

Lorenzo è quindi uscito allo scoperto e ora tocca alla Honda rispondere. Già, ma a quale prezzo? Cosa verrebbe in tasca alla HRC quando hai già un Marquez che domina in lungo e in largo da anni ed è una certezza? Il rischio è che si possa rompere un equilibrio che nel tempo si è rivelato vincente. Non solo, allo stesso tempo diventerebbe necessario stravolgere un intero progetto tra telaio, ciclistica, elettronica ed erogazione motore. Non siamo davanti ad un equazione matematica, dove si ha la certezza che seguendo le indicazioni del maiorchino si abbia poi una moto più facile e vincente. Il rischio è infatti quello di compromettere gli sforzi profusi nel tempo a tal punto da essere un suicidio.

La sensazione è quella che in Giappone Lorenzo non troverà tutte le soluzioni ai suoi problemi, semmai potrà chiarirsi qualche idea. Honda un passo avanti nei suoi confronti lo ha già fatto, portando la carena nuova in vista dei test di Barcellona. Ci sarà però da capire quanto vorrà spingersi oltre per esaudire tutte le richieste del maiorchino.

In tutta questa vicenda c’è però un aspetto che non può passare in secondo piano. Il prossimo anno scadrà infatti il contratto di Marc Marquez con la Honda. La priorità della HRC sarà sicuramente quella di prolungare l’accordo con Marc, che sarà il pezzo pregiato del mercato. In più occasioni Marquez ha manifestato la volontà di proseguire assieme il cammino con la squadra giapponese, ma ha anche detto più volte che avrebbe ascoltato tutte le offerte che gli perverranno. Nel caso in cui il sette volte iridato decidesse clamorosamente di salutare per rituffarsi in una nuova avventura, per HRC sarebbe un problema non da poco. Già, perché al di fuori del pilota di Cervera nessun pilota è in grado guida la RC213V con la stessa efficacia. In qualche occasione abbiamo visto Cal Crutchlow rendersi protagonista di qualche podio, ma non certo essere in lotta per il Mondiale.  

Uno dei segreti di una grande azienda, come ad esempio HRC, è quello di giocare d’anticipo e programmare il futuro (vedi il passaggio di Marc nella classe regina nel 2012 quando nessuno gli dava un centesimo). Probabilmente la Honda potrà anche perdere Jorge Lorenzo, magari già a fine stagione come qualcuno asserisce nel paddock. Ancora più grave diventerebbe farsi sfuggire Marc in ottica 2021. Ecco perché nel viaggio di Jorge in Giappone ci si gioca una partita tra presente e futuro. Quello di Lorenzo, il quale potrà salutare HRC nel caso in cui la situazione non dovesse cambiare. Ma anche quello di Marquez, qualora HRC dovesse clamorosamente fare un passo avanti più del dovuto nei confronti di Porfuera.

La partita è solo all’inizio, starà ad Honda non fare la scelta sbagliata.          

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