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MotoGP, Petrucci: "Scusa Dovizioso, questa vittoria la dedico a te"

"Mi ha adottato come un fratello, metà di questo successo è merito suo. Ho pensato tante volte di smettere, ora so che correre è il mio mestiere"

MotoGP: Petrucci: "Scusa Dovizioso, questa vittoria la dedico a te"

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Scusate se ho vinto, sembra dire Petrucci che fatica a tenere a bada le emozioni contrastanti che lo avvolgono dopo il trionfo al Mugello. Il suo primo successo, in Italia, su una Ducati, roba da fare saltare le coronarie. “Ho fatto più fatica a urlare nel casco per tutto il giro d’onore che in gara, ero senza fiato” si mette a ridere.

La felicità c’è, perché quel podio che si affaccia sopra il pubblico del Mugello non può lasciare indifferenti e Danilo si è messo a piangere. “Nel 2017 ci ero salito per il terzo posto e già mi era sembrata una vittoria, figuratevi oggi” scherza.

Però non riesce a trattenere una sorta di dispiacere per avere vinto a discapito di Dovizioso e, con il suo sorpasso, avere fatto sì che anche Marquez sopravanzasse Andrea.

"Metà di questa vittoria è merito di Dovizioso"

Lui è l’ultima persona con cui avrei voluto essere aggressivo, non volevo che dovesse rialzare la moto a causa mia - si scusa - Metà di questa vittoria è merito suo, mi ha adottato come se fossi un figlio… anzi sarebbe meglio dire un fratello - si corregge ridendo - Mi sono trasferito vicino a lui e ogni volta che vado a casa sua mi sembra di stare scroccando qualcosa, mi carica perfino la moto da cross sul furgone, mi fa vedere che ci tiene a me, mi dà tanti consigli sia in pista che fuori. È normale che mi senta in debito nei suoi confronti perché il 90% delle cose che lui fa per me voi non le vedete e non le sapete”.

Per Danilo è quindi normale avere certi pensieri.

Sia chiaro non mi sento in colpa, provo solo gioia al momento - sottolinea - Mi spiace di averlo spinto fuori, ma questa era un’occasione da prendere per me. Per questo motivo voglio dedicare la vittoria ad Andrea per tutto quello che fa per me, è incredibile se penso che sia il mio compagno di squadra. Mi spiace solo che oggi abbia perso dei punti per colpa mia.

"Dovizioso mi ha detto: smettila di pensare troppo"

È stato lo stesso Dovizioso a fargli capire che la vittoria era alla sua portata.

Mi ha detto che stavo facendo delle cazzate - racconta Danilo -, che non dovevo concentrarmi sul futuro ma sul presente, che dovevo smettere di pensare di essere quello sfortunato entrato dalla finestra. Gli ricordavo se stesso in passato, quando si vedeva come un brutto anatroccolo, ma mi ha spiegato che dall’arrivo di Lorenzo si era focalizzato solo su stesso e aveva iniziato a vincere. Da Jerez in l’ho fatto anch’io, mi sono convinto che avrei dovuto semplicemente fare del mio meglio e vedere se sarebbe stato sufficiente. Se non fossi riuscito a vincere con questa moto avrei cambiato mestiere, ma direi che dopo oggi posso continuare - continua a scherzare - Oggi ho dimostrato che anche un pilota di 80 chili può vincere in MotoGP”.

"Nel 2014 ho pensato di ritirarmi, ma mi mancava anche arrivare ultimo"

Sono in tanti nel paddock a essere felice per Danilo, perché la sua storia sembra una di quelle favole in chiave moderna. Tipo Cenerentola, ma al maschile e con una carrozza con più di 250 CV e sole due ruote e uno stivale di pelle al posto della scarpetta di cristallo.

Se sono in MotoGP è merito della Ducati - la racconta - Nel 2011 correvo in Superstock, andavo forte, e mi avevano voluto per sviluppare la Panigale V2. Nel primo test diedi molte informazioni e mio chiesero di farne altri, mi pagavo la benzina per venire qui al Mugello, Valentino girava con la Desmosedici ed ero già contento solo per dividere la pista con lui. Questo lavoro mi ha  permesso di mettermi in mostra ed entrare in MotoGP nel 2012 con la Ioda. Ve la ricordate? Era una CRT e, adesso posso dirlo, erano moto assurde per correre nella classe regina, montavo un motore di serie”.

Petrucci era nel posto giusto, la MotoGP, ma con la moto sbagliata. Le cose non sarebbero cambiate presto.

Nel 2012 provai la Ducati e andai bene, ma scelsero Iannone e Spies, perché era americano - continua Danilo - Quindi restai con la CRT. Nel 2014 volevo smettere, la moto aveva dei problemi di elettronica e non mi sentivo sicuro, ero a Jerez e dissi alla squadra che quella sarebbe stata la mia ultima gara. Nel warm up la moto rimase accelerata, caddi e mi ruppi un polso. Dopo due settimane fermo mi mancava anche fare ultimo, perché quell’anno ero sempre ultimo. Dovevo sfruttare ogni occasione per mettermi in mostra, soprattutto quando pioveva. Funzionò, perché Pramac mi diede una possibilità e lì grazie a loro iniziata storia con Ducati”.

"Ora aiuterò Dovizioso a vincere il titolo"

Che oggi ha avuto il suo lieto fine, nonostante quello sgarbo (involontario e comprensibile, sia ben chiaro) a Dovi, che Danilo non riesce a digerire completamente.

Mi sarebbe piaciuto vedere Andrea al 2° posto - ammette - Però questa vittoria ci rende più forti, io mi sono tolto  un dente, ho raggiunto il mio obiettivo e ora voglio aiutare Andrea a realizzare il suo, che è quello di vincere il titolo. Non so cosa succederà dalla prossima gara, so di essere messo bene in classifica, me la voglio giocare al massimo. Non ho mai avuto timori reverenziali nel confronti di Andrea, neanche a Le Mans, e ora dobbiamo provare a vincere Mondiale”.

Petrucci almeno ha fermato Marquez, anche se Marc ha comunque guadagnato punti su Dovizioso.

Quando sono uscito davanti all’ultima curva ho già pensato alla storia che avrebbero raccontato: Danilo 1° fuori dalla Bucine e 3° al traguardo - continua il suo racconto sorridendo - Mettevo una marcia dopo l’altra e mi aspettavo di vedere Marquez e Dovizioso affiancarmi, invece ho vinto. Cosa posso dire?  È stato grandioso”.

Le belle storie hanno sempre un lieto fine.

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