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MotoGP, Lorenzo: "Vado in Giappone a parlare con gli ingegneri Honda"

"E' giusto che la casa segua Marquez, ma chiedo un piano B per gli altri piloti. La situazione è diversa da Ducati, lì ero la prima guida"

MotoGP: Lorenzo: "Vado in Giappone a parlare con gli ingegneri Honda"

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A pensare che esattamente un anno fa Jorge Lorenzo coglieva al Mugello la vittoria, quasi non ci si crede. In 365 giorni di cose ne sono cambiate, in primis il passaggio da Ducati ad Honda, che fino ad ora è stato tutt’altro che proficuo per il maiorchino. La 13esima posizione di oggi è senz’altro l’ennesimo campanello d’allarme della stagione per Jorge, tanto da spingere lo spagnolo a recarsi in Giappone, nel quartier generale Honda.

“Domani parto per il Giappone, in primis per cercare qualche soluzione sotto il profilo dell’ergonomia - apre - poi vedremo se si potrà fare altro. Spero di trovare delle risposte già per Barcellona, oppure per le prossime gare: i biglietti del viaggio sono pagati da Honda, segno della loro volontà di aiutarmi che c’è sempre stata”.

Jorge dimostra senza dubbio la volontà di migliorare sé e la moto. Un concetto al quale oggi ha risposto in maniera piccata Marquez, che lo ha esortato a raccogliere risultati prima di avanzare richieste.

“Non voglio fare polemica e non ho coinvolto Marc. Ho solo detto che lui sta guidando molto bene questa moto e sarebbe stupido non seguire le sue direttive, ma si può lavorare per migliorarla nei suoi punti deboli: questo nel mio caso darebbe sicuramente dei frutti, non so per gli altri. Credo sia corretto pensare ad un piano B per gli altri piloti - spiega - e credo che Honda abbia i mezzi per farlo, per poi vedere cosa succede”.

Jorge approfondisce il tema delle problematiche della Honda, che pare essere ancora un rebus anche per un campione come lui.

“E’ chiaro che abbiamo un motore dalle grandi prestazioni, ma questo porta problemi in altri settori che intaccano la guidabilità: la moto in questo momento mi stanca fisicamente, così sul finale non ho la forza di rispondere a chi mi attacca. Finora ho compiuto pressoché zero passi avanti in molte aree”.

Insomma, la scintilla tra Honda e Lorenzo non è ancora scattata. Un po’ come i primi tempi con Ducati, anche se il 99 fa una chiara distinzione

“Quando arrivai in Ducati la moto aveva un grande motore e grande stabilità sull’anteriore, ma negli altro settori era indietro. Lavorando siamo cresciuti ed è diventata più dolce e guidabile. La situazione inoltre era diversa: lì sono arrivato come indiscutibile prima guida - puntualizza - mentre qui c’è un pilota che sta vincendo tanto e che giustamente viene ascoltato”.

Tra le tante questioni, occorre ovviamente parlare anche della gara, che viene comunque riassunta da Jorge in poche parole.

“Sapevo che sarebbe stata una gara dura sin dall’inizio, per molteplici ragioni. La cosa migliore della corsa è stata la partenza. Oggi è successo quello che più o meno ci aspettavamo: non avevo il giusto passo e la giusta confidenza, ed anche se abbiamo fatto alcune modifiche durante il warm up abbiamo chiuso in una posiziona vicina alle aspettative. È stata un’altra gara dura - ammette - abbiamo tanto fare e non dobbiamo mollare”.

In chiusura c’è tempo anche di pensare al futuro, ossia alla gara di casa di Barcellona.

“Non possiamo sapere se a Barcellona andrà meglio dato che è una pista diversa, e per esempio a Le Mans abbiamo ottenuto un risultato migliore di oggi nonostante sulla carta dovesse essere il contrario. Alcune novità arriveranno a Barcellona, con le quali spero di fare dei passi avanti Correre in casa non penso farà differenza - conclude - anche se sicuramente sarò orgoglioso di correre davanti ai miei connazionali ed ai miei tifosi”.

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