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MotoGP, La HRC si chiude a riccio: il 'Dream Team' scricchiola

Ad Honda non piace che la sua RC213-V sia definita 'difficile' e mentre Lorenzo vola in Giappone a Takeo Yokoyama si consiglia di non commentare

MotoGP: La HRC si chiude a riccio: il 'Dream Team' scricchiola

Jorge Lorenzo ci ha messo un anno e mezzo per andare forte con la Ducati ma evidentemente non vuole ripetere l'esperienza con la Honda.
Per questo motivo la prossima settimana, prima di Barcellona, si recherà in Giappone per avere conferme tecniche su un 'piano B'. Cioè una RC213-V in grado di aiutarlo a velocizzare l'affiatamento con una moto evidentemente tagliata per uno stile di guida opposto al suo.

Questa voce girava fra i meccanici delle varie squadre già dall'inizio della settimana nel paddock del Mugello, tanto da essere raccolta nientemeno che da Giacomo Agostini, che però ha dato la sua interpretazione.

"Tra Lorenzo e la Honda potrebbe finire prima – ha detto il 15 volte iridato ai microfoni di TV8 –  E' vero che ha un contratto di due anni ma i contratti si possono fare e disfare. La voce che gira  è che domani volerà a Tokyo per andare a rescindere il contratto”.

Ovviamente con un megafono di questa portata tutti hanno iniziato a parlare di un divorzio imminente, ma la realtà sembra essere diversa anche se alcune dichiarazioni di Marc Marquez sembrano indicare che quantomeno un po' di frizione fra i due campioni del mondo del Dream Team ci sia.

Per capire il perché bisogna immergersi nella filosofia della Honda, molto diversa da quella di qualsiasi altra Casa.

L'HRC, infatti, è una specie di fortino all'interno di Honda dal quale, in teoria, non dovrebbe trapelare nulla. Ed invece qualcosa è uscito, tanto che a Takeo Yokoyama, direttore tecnico di Honda Racing Corporation, come già accaduto a Livio Suppo prima ed a Carlo Fiorani poi, è stato imposto di parlare il meno possibile. E a lasciare i commenti a Alberto Puig.

La nostra deduzione è che al di là dei successi di Marc e del suo team - una enclave di fedelissimi - ad Honda non fa piacere che di lei si parli come costruttrice di una moto difficile da guidare e soprattutto che un solo pilota può portare al successo.

Per questo motivo al Mugello di ciò ha parlato addirittura Gigi Dall'Igna, che oltre a far volare la Ducati con l'aerodinamica ha fatto volare anche la lingua facendola battere lì dove il dente duole: la difficoltà di guida della RC213-V, appunto.

Una ulteriore conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che fra Honda e Ducati ormai è guerra aperta.

 

 

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