Già nella sessione Superpole, Elias voleva rimuovere la delusione del giorno precedente, quando Toni è stato penalizzato a causa di un problema tecnico manifestato dalla sua Suzuki.
Sabato - invece - la GSX-R ha funzionato benissimo, consentendo allo spagnolo di partire dalla prima casella di Elkhart Lake, pista che concede punti favorevoli sorpassi.
Consapevole nella forza degli avversari, l’ex iridato Moto2 e titolato MotoAmerica ha condotto una gara tutta all’attacco, in lotta con i “soliti” Beaubier, Gerloff, Herrin e Scholtz. Dopo sorpassi e sportellate, l’ordine d’arrivo al traguardo è proprio il seguente, con Elias primo - la ventottesima volta per lui negli USA - che ha pareggiato il conto con il texano Ben Spies che, come Toni, guidava e vinceva in sella ad una Suzuki factory.
Non sono mancati i contatti e le manovre al limite, Elias ed il compagno di box Herrin sono arrivati ai ferri corti nella fase cruciale della corsa, sono seguite le imprecazioni di Josh nei confronti di Toni: ”lui era molto arrabbiato con me - ha detto il vincitore a fine contesa - e non capisco il motivo, stavamo entrambi facendo lo stesso gioco. Non posso accettare le urla di Herrin nei miei confronti, gli ho detto di calmarsi. Non ci siamo toccati e nessuno è finito a terra. Comunque, abbiamo fatto un buon lavoro da compagni di squadra”. Dopo l’accesa conferenza, lo spagnolo ha dedicato il successo all’amico e connazionale che non c’è più: Luis Salom.
Seppur californiano come Herrin. Beaubier è più moderato di Josh: “è stata dura oggi - ha detto il campione - infatti, all’inizio faticavo. La Yamaha andava bene, faccio i complimenti ai miei rivali. Domani proverò a fare meglio del secondo posto”.
Sul terzo gradino del podio, Garrett Gerloff non ficca il naso negli affari di Elias. Herrin e Beaubier. Per ora.
Quinto Scholtz sulla R1 del team Westby, dopo il sudafricano, un conterraneo: Cameron Petersen. JD Beach meno brillante e competitivo del solito, BMW ottava con Gagne, prima della Kawasaki di Anthony. Non è arrivato alla fine Wyman, su una Ducati rinvigorita dalla elettronica Marelli.