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MotoGP, GP di Francia: il mondiale nelle mani di Marquez

Gli avversari aumentano e Marc se ne avvantaggia. Vinales e Rossi ai due estremi delle prestazioni Yamaha, mentre Ducati e Dovizioso cercano di riguadagnare il ruolo di  deuteragonista

MotoGP: GP di Francia: il mondiale nelle mani di Marquez

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Ormai le prove libere non esistono più, sono tutte qualifiche. Il nuovo format che porta alla pole obbliga infatti tutti i piloti a cercare di entrare nei primi 10 per saltare la Q1. Il risultato è che c'è sempre meno tempo per migliorare gli assetti, il tempo a disposizione per lavorare è sempre più compresso ed il risultato sono un maggior numero di cadute ed errori durante le libere. Alcuni inspiegabili. Come la rottura della catena della Yamaha di Rossi durante la FP1. Attenzione, la catena non è saltata, come nel caso della Honda, si è proprio rotta.

Come accadde ad Agostini nel 1967, ai tempi della sua sfida con Hailwood al TT.

Non è stato comunque a causa di ciò che la Yamaha di Vale è stata l'ultima delle M1 a Le Mans: 14° tempo. Una posizione decisamente imbarazzante visto che il suo compagno di squadra, Maverick Vinales, ha centrato la pole provvisoria davanti a Marc Marquez ed al sempre più sorprendente Fabio Quartararo.

Rossi, ultima Yamaha, deve trovare la quadra, ma ci sono due Yamaha in prima fila

Rossi dice che deve trovare la quadra, ma intanto due Yamaha sono in prima fila provvisoria. Ci si può aspettare un Morbidelli in difficoltà, 11esimo ma non il 9 volte iridato laggiù, nel Bronx della classifica.

Un problema mica da ridere visto che sabato è previsto un peggioramento atmosferico che potrebbe portare pioggia sul circuito de La Sarthe. In questo caso Valentino si ritroverebbe in pre-qualifica in un duello fratricida con Morbido e Bagnaia, ma anche con piloti potenzialmente da prima o seconda fila, come Crutchlow e Rins.

Al centro del ring c'è sempre Magic Marquez, è lui l'uomo da battere

Ma questo, perlomeno per il momento, è il sotto-clou. Il match principale, quello che occupa il centro del ring, vede sempre Magic Marc come protagonista. E' sempre lui l'uomo da battere.

Tanto più che dopo le prove il campione del mondo ha affermato di avere aggiunto un'altra freccia al suo arco: l'abilità camaleontica di cambiare strategia gara dopo gara per disorientare i suoi avversari.

La rabbia per le voci di mercato ha infiammato Jorge Lorenzo

E se c'è da aspettarsi che le Yamaha di Maverick e Fabio gli daranno del filo da torcere, non solo nella caccia alla pole ma anche nei primi giri di gara, sarà interessante anche scoprire il reale potenziale del suo compagno di squadra, Jorge Lorenzo, che punto sul vivo dalle indiscrezioni di mercato che lo riguardavano ci ha dato dentro rimediando sì una caduta, ma anche un ottimo quarto miglior tempo.

E poi c'è l'incognita Ducati. Sia Dovizioso che Petrucci hanno ribadito il miglioramento della GP19 a Le Mans, ma anche che nel frattempo gli avversari sono aumentati di numero e di qualità.

Tardozzi: siamo migliorati ma ci sono più avversari e Marquez è Marquez: 5 titoli in sei anni

"Quest'anno la Honda ha fatto un grosso passo in avanti, e poi è arrivata la Suzuki che l'anno passato non c'era - ha osservato Davide Tardozzi - non c'è dubbio che competere per il mondiale stia diventando sempre più difficile. Noi comunque ci siamo".

E se il 2017 e 2018 per la Rossa fossero due occasioni sprecate?

Vero. Come altresì è innegabile, però, che forse il 2017 e 2018 rappresentano per la Rossa bolognese due occasioni sprecate.

"Fare due volte secondi alle spalle di un pilota come Marquez è, comunque, un gran risultato, che non può essere sottovalutato - ha sottolineato ancora Tardozzi, che ha aggiunto - il valore di Marc ovviamente non può essere messo in discussione: ha vinto cinque titoli mondiale negli ultimi cinque anni!".

Un riconoscimento implicito, comunque, che sarà il suo nome quello in cima alla lista della spesa per la prima guida Ducati del 2021.

Ducati è l'unica Casa che può tentare Marquez nel futuro

Nonostante ciò il team manager assicura che a Borgo Panigale, al momento, non si sta ancora pensando al mercato piloti, concentrati come sono nello sviluppo della moto. Gli si può credere o meno, noi non gli crediamo, ma in fondo conta poco. Fra massimo due mesi dovranno pensarci e non solo per decidere se tenere Petrucci anche nel 2020. La posta in ballo è molto più importante. Si tratta, infatti, di decidere se, poi, nel 2021, si dovrà cambiare l'intera squadra, con tutti i rischi che ciò comporta a livello di sviluppo, oppure decidere già da ora chi dovrà sobbarcarsi la transizione. Anche se sotto questo punto di vista è evidente il ruolo di delfino di Pecco Bagnaia.

Ma forse questi discorsi anticipano veramente troppo i tempi, perché è vero che ci sono attualmente argomenti interessanti, anche se non così tanto. Pensiamo alla lotta in famiglia fra i fratelli Espargarò, Pol e Aleix, che poi rappresenta il duello fra KTM e Aprilia. Le due case continuano infatti a rincorrersi inseguendo quel passo in avanti che per essere sensibile, vista la qualità dei concorrenti in campo, deve essere piuttosto un balzo.

Il podio, per entrambe, oggettivamente sembra ancora lontano, ma i progressi sono visibili. Nessuna delle due sembra rassegnata al ruolo attuale.

 

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