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MotoGP, Rossi: "Non mi sono abituato a perdere"

"Sono in MotoGP perché penso di riuscire a vincere, ma il mio atteggiamento è cambiato. La cancellazione della gara di Imola in SBK? Per quelle decisioni bisogna ascoltare i piloti"

MotoGP: Rossi: "Non mi sono abituato a perdere"

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Capita spesso con Valentino di parlare da quanto tempo non vince. Anche a Le Mans la tradizione si è ripetuta:
“credo fosse nel 2008, usavamo ancora le Bridgestone - svela l’arcano il diretto interessato - Dopo ho corso tante belle gare su questa pista, sono salito molte volte sul podio ma non c’è più stata una vittoria. È passato tanto tempo”.

Per il Dottore gli ultimi anni non sono stati senza dolori e, per un motivo o per l’altro, il gradino più alto del podio è stato inaccessibile per lui. Se, quando tutto va bene, vincere può diventare un’abitudine,  può anche diventarlo non riuscirci più?

Io non mi abituo a non vincere, sono qui perché penso di poterlo fare - sottolinea Rossi - Ogni volta parto da casa per un Gran Premio con la speranza di riuscirci. Nella prima parte della mia carriera vincevo 11 gare all’anno, se non ci riuscivo ero triste,  mentre ora, per continuare a fare parte di questo sport, ho dovuto cambiare atteggiamento. Però sono qui per vincere,  so che è difficile perché sono in tanti ad andare forte ma devo provarci”.

Sulla carta Le Mans è una di quelle piste dove non è impossibile. Solo due anni fa Valentino aveva sfiorato il successo, andando a terra nella volata finale contro il compagno di squadra Vinales.

È molto presto per dire se sarà possibile vincere qui, sinceramente non lo so - mette le mani avanti - Posso però dire che molto curioso di sapere come si comporterà la Yamaha su questa pista, che solitamente si adatta bene alla nostra moto e dove negli ultimi anni sono stato competitivo. Da qui a vincere la strada lunga e dipenderà tutto da noi: da come lavoreremo nei turni di prove, dalla posizioni in qualifica e poi anche dal meteo. Spero comunque di avere anche altre opportunità per vincere nel corso di questa stagione” chiosa con un sorriso.

Ultimamente è sempre più difficile fare previsioni prima di mettere le ruote in pista. Perché?

Non sappiamo quali caratteristiche di una pista si adattino meglio alla Yamaha. Direi circuiti con curve lunghe, asfalto nuovo e una buona aderenza, ma è la descrizione di Jerez e abbiamo faticato - osserva il Dottore - Per qualche motivo, non sai mai cosa aspettarsi, è qualcosa dovuto al matrimonio tra moto, gomme e tracciato. A volte arrivi su una pista e parti da un buon livello, altre hai più problemi. Non ne conosco la ragione, ma di solito Le Mans è un tracciato buono per noi”.

Come anche il Mugello e Barcellona, che seguiranno la tappa francese. Sulla carta, sta iniziando una parte decisiva della stagione.

Non sono d’accordo, penso che i GP di Austria e Aragon saranno più importanti per noi, perché in quelle piste di solito siamo maggiormente in difficoltà - corregge - Posso però dire che, per il mio gusto personale, questa è la parte più bella campionato, quella in cui mi diverto di più, da qui alla pausa estiva sarà importante ottenere buoni risultati”.

È il momento delle piste storiche del motomondiale, come lo era anche Imola. Il Dottore non si tira indietro a commentare la decisione di non correre sul Santerno in SBK.

I piloti devono avere una parte importante in certe decisioni, pur sapendo che qualcuno possa fare un po’ di strategia guardando al campionato, come può essere successo domenica con Rea e Bautista - la sua opinione - Quando si parla di sicurezza bisogna stare a sentire quello che dicono i piloti, perché facendo un giro con la moto riesci a capire cose che in auto non puoi avvertire. Come regola generale, quando piove bisognerebbe correre ma a Imola sembra ci fosse molta acqua, che l’asfalto non drenasse, e poi quella è una pista pericolosa anche sull’asciutto quindi lo è diventata ancora di più con la pioggia. Secondo me le condizioni erano al limite, ma io ero davanti alla tv, non in circuito”.

A proposito di piste storiche, le moto torneranno a Spa-Francorchamps fra pochi anni. Prima con il campionato Endurance, ma l’obiettivo dichiarato è la MotoGP.

“Amo quella pista, anche se non ho mai avuto l’occasione di guidare lì - dice - Penso che sia il circuito più iconico e affascinante dopo il vecchio Nurburgring. Un giorno andrò a correrci, ma credo sarà con le auto perché con le moto sarebbe molto pericoloso. Se riuscissero a renderlo sicuro, sarebbe una delle migliori piste al mondo”.

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