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SBK, Davies e Haslam cercasi, la dura vita da seconde guida nell’ombra

In due hanno raccolto solo quattro podi, Chaz studia lo stile Bautista, ma la strada è ancora lunga, Leon vittima dell’illusione australiana post BSB

SBK: Davies e Haslam cercasi, la dura vita da seconde guida nell’ombra

È il Mondiale di Alvaro Bautista e su questo non c’è alcun dubbio. Fino ad ora lo spagnolo ha recitato un copione a parte, senza che nessuno riuscisse a mettergli i bastoni tra le ruote. Di sicuro Johnny Rea non si immaginava di trovare sul proprio cammino un avversario così forte, a tal punto da non riuscire nemmeno a strappare una sola vittoria in questo 2019.

Eppure c’è chi sta soffrendo molto più del Cannibale. Stiamo parlando di Chaz Davies, protagonista di un avvio di Campionato con il freno a mano tirato. Lo dico i numeri, che vedono il gallese soltanto sesto nel Mondiale con 76 punti e due podi. Alzi la mano chi avrebbe immaginato una simile partenza da parte di Chaz. Probabilmente nessuno. Invece, il numero sette sta faticando più del dovuto a cucirsi su misura questa Panigale V4 versione MotoGP.

Come sottolineato in diverse occasioni da Alvaro, il concetto Superbike si slega definitivamente dall’ultima evoluzione della Rossa portata in pista dalla Casa di Borgo Panigale. Mentre Bautista esalta le qualità della V4 che predilige uno stile scorrevole, Chaz si è dovuto completamente reinventare a tal punto da essere chiamato a stravolgere la propria guida. Vale per lui, ma anche per gli altri piloti Ducati come Laverty e Rinaldi. Se non fosse stato per il 19, questa V4 sarebbe già stata considerata un fallimento, invece eccola diventare punto di riferimento sulla griglia.

Gode lo spagnolo, sicuramente meno il suo compagno, che nel tempo ha sempre prediletto uno stile aggressivo di guida, prediligendo le ripartenze. Chaz è dovuto quindi tornare sui banchi di scuola, per imparare e studiare dal primo dei rivali, ovvero il compagno di box. Un cammino non certo semplice, tanto che questo 2019 sarà una stagione interlocutoria per il gallese nella speranza che il 2020 possa portare nuovi frutti.

Adesso che il Mondiale Superbike sbarca a Imola, il popolo rosso sogna di rivedere il proprio pilota nelle posizioni di vertice e forse non c’è occasione migliore per farlo. Davies e Bauista hanno infatti sfruttato la giornata del 24 aprile per dedicarsi a un test al Santerno e venerdì inizieremo a capire quanto è stato utile il lavoro svolto.

Se Chaz rincorre, lo stesso discorso vale anche per Leon Haslam. Il britannico è tornato nel Mondiale Superbike per raccogliere il testimone lasciato da Tom Sykes, ma al momento le prestazioni del portacolori Kawasaki sono al di sotto delle aspettative. Di sicuro in casa KRT non ci sono più le tensioni di una volta, ma vedere un pilota come il britannico così lontano dai migliori non è certo un bel segnale. Il doppio podio di Phillip Island, l’unico conseguito fino ad oggi dal 91, aveva in parte mascherato quella che poi sarebbe stata la vera situazione.

Aveva ragione quel fine settimana Rea a dire: “Leon è stato tosto, ma qua a Phillip Island lui è sempre andato forte in passato. Vediamo nelle prossime gare cosa accadrà”. Ben poco per quanto dicono i risultati, anche perché il 91 ha faticato a trovare la giusta strada da seguire. Come se non bastasse, ci sono messe di mezze addirittura due Yamaha che hanno fatto capire di averne ben di più rispetto a lui. Insomma, il ritorno nel Mondiale dopo un’avventura da protagonista nel BSB sembra quindi essere più complicato del previsto per Pocket Rocket, che a febbraio avevi tutti illuso sul tracciato di Victoria.

Il round di Imola, il quinto della stagione, diventa quindi l’occasione per fare luce sul potenziale attuale dell’alfiere Kawasaki. Una pista che fino ad oggi non gli ha regalato grandi soddisfazioni, ma che ora ha l’obbligo di andarsi a prendere.  

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