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MotoGP, Jerez: il Bello, il Brutto e il Cattivo

La magia di Antonelli e Suzuki per il Sic, il dominio di Marquez, la sorpresa Quartararo e la delusione Lorenzo

MotoGP: Jerez: il Bello, il Brutto e il Cattivo

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C’è stata un pizzico di magia nel fine settimana andaluso. Quella di Marquez, che continua a tirare fuori dal suo casco un trucco dietro l’altro senza che i suoi avversari riescano a capire come faccia. Quella della Squadra Corse Sic58, che grazie ad Antonelli e Suzuki, ha riportato Simoncelli sul podio. Quella di Baldassarri, che si è scoperto maturo e spietato. Quella di Quartararo, che ha messo tutti in riga sabato e chissà cosa avrebbe combinato se la dea bendata non gli avesse voltato le spalle nel momento più importante.

Per qualcuno, però, l’incantesimo si è spezzato. Lorenzo si è perso fra delle curve che gli erano state sempre amiche. Dovizioso, Rossi e Petrucci non hanno convinto. Per loro non resta che aspettare Le Mans.

IL BELLO – Quindici anni dopo Simoncelli è di nuovo sul gradino più alto del podio di Jerez. Marco non c’è più, ma la sua presenza è, se possibile, ancora più forte. Paolo aveva fondata la SIC58 Squadra Corse per continuare a fare correre suo figlio e ci è riuscito. Antonelli e Suzuki ne hanno raccolto l’eredità e si sono mostrati all’altezza. È una storia così bella da sembrare impossibile, ma il Sic ci aveva insegnato che questa parola non esiste.

IL BRUTTO – La tecnologia non ha cuore, altrimenti quella leva del cambio sulla Yamaha di Quartararo non si sarebbe mai rotta. La meccanica ha tolto a Fabio la possibilità di concludere come avrebbe meritato un fine settimana quasi perfetto, ma non ha potuto negargli i meritati applausi. Il talento francese si era perduto, si è ritrovato fra le curve di Jerez e non è stata fortuna.

IL CATTIVO – Jorge Lorenzo non è pilota da mezze misure e in Spagna è sprofondato negli abissi più scuri. La sua Jerez sembrava un trampolino di lancio, ma il passo falso lo ha scaraventato ancora più in basso. Il maiorchino ha buoni polmoni per uscire dal vortice, ma al momento sembra che dovrà nuotare a lungo. Più che con la Ducati.

LA DELUSIONE – I big italiani hanno avuto ben poco di grande a Jerez. Verrebbe da affibbiare a tutti un 6 politico, come a scuola. Però da Andrea Dovizioso, Valentino Rossi e Danilo Petrucci ci si aspetta di più, mentre le loro gare non hanno lasciato segni. Hanno preso qualche punto, ma contro Marquez serve ben altro.

LA CONFERMA  – Ha detto che vince in sogno, ma se la cava benissimo anche da sveglio. Lorenzo Baldassarri ha messo insieme tutti i pezzi del suo puzzle e l’immagine che sta prendendo forma non potrebbe essere migliore. Tre vittorie su quattro gare e uno zero per un suo errore, meglio di Marquez.

L’ERRORE – Il ben poco ambito premio lo vince il team Pramac. Bagnaia è andato a terra poco dopo la partenza, Miller poco prima del traguardo. Il primo ha l’attenuante della poca esperienza in MotoGp, il secondo no.

LA SORPRESA  – Marquez è capace a vincere anche non come Marquez. Lo spagnolo ha scoperto che soffrire un po’ di solitudine in gara da comunque soddisfazioni e ha preso il vizio di passare sotto la bandiera a scacchi in largo anticipo. Non è una bella notizia per tutti gli altri che, gara dopo gara, vedono diminuire sempre più i punti deboli di Marquez.

IL SORPASSO – L’unicorno Rins (sua definizione per la posizione del busto in staccata) trafigge tutti gli avversari. La Suzuki sembra propensa a umiliare le altre moto in entrata di curva e Alex la sa sfruttare al meglio. Bravo.

LA CURIOSITA’ –  Al riparo da sguardi indiscreti, protetto dalle serrande abbassate del box Pramac, a Jerez è accaduto qualcosa di storico: Doohan è salito sulla Ducati. In verità non si è trattato di Mick ma di suo figlio Jack, che corre in auto e fa parte del Red Bull Junior Team.

IO L’AVEVO DETTO – Jorge Lorenzo era fiducioso: “Jerez è la mia pista portafortuna”. Per Le Mans meglio portassi dietro un cornetto.

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