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MotoGP, Brivio: “Convinceremo con i risultati la Suzuki ad investire di più”

Il manager soddisfatto per il podio di Rins: "Non ci manca niente, ma il budget non è mai abbastanza nelle corse. L'appetito viene mangiando, quindi..."

MotoGP: Brivio: “Convinceremo con i risultati la Suzuki ad investire di più”

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Davide Brivio sorride sornione al termine del Gran Premio di Jerez. Nel paddock della MotoGP erano in tanti a puntare su Alex Rins al termine dei test invernali di preparazione alla stagione 2019. Lo spagnolo della Suzuki era stato protagonista di una netta crescita nella seconda parte del 2018 ed anche la GSX-RR sembrava pronta a sfidare alla pari le più blasonate rivali in pista. Eppure, nonostante sia Marquez che Dovizioso fossero certi di vedere Rins in lotta per il mondiale, in pochi avrebbero davvero creduto di trovare il pilota spagnolo secondo in classifica dopo quattro gare ad appena un punto dal battistrada.

Alex ha invece confermato di poter essere in lotta per il titolo e lo ha fatto a suon di podi ed anche vittorie, grazie allo splendido successo di Austin. Il secondo posto raccolto a Jerez rappresenta un altro mattoncino nella crescita del pacchetto Rins-Suzuki, che in questo momento appare la variabile impazzita del mondiale, in grado di scombinare i piani di diversi piloti. 

Brivio non può che essere soddisfatto, nella consapevolezza che questi risultato possono anche essere un'ottima leva da utilizzare nei confronti del management Suzuki ad Hamamatsu, ovvero nei confronti di chi stabilisce quanto budget destinare al racing.

"Rispetto agli avversari siamo una grande azienda - ha sottolineato Davide -  ma non siamo un grande reparto corse. Stiamo facendo veramente un bel lavoro, abbiamo delle risorse buone. Di certo non ci manca niente, però dobbiamo stare attenti a come le utilizziamo. A maggior ragione penso che stiamo facendo un buon lavoro. Speriamo di riuscire a convincerli ad investire di più, quello sicuramente".

Sono risultati che cambiano gli obiettivi di Suzuki?

"Queste prestazioni, questi risultati in generale, di sicuro fanno bene. Nel senso che in azienda possono magari creare uno spirito nuovo, possono sentirsi ancora più gasati per le corse. Di sicuro adesso si stanno interessando di più alle gare. Dopo Austin ho avuto un grande colpo di fortuna perché avevo una riunione di lavoro che già era stata organizzata proprio in Giappone, e sono dovuto andarci appunto dopo la vittoria. Erano tutti contenti, si respirava un bel clima, una bella aria. E’ un po’ una situazione nuova se vogliamo in Suzuki. Era parecchio che non si vivevano questi risultati , in un contesto poi che è sempre più difficile. In MotoGP la competizione diventa sempre più dura. Spero che magari questo possa stimolare ad investire".


Ma tu cosa chiederesti?

"Non c’è una cosa specifica che chiederei. Ripeto non ci manca nulla, siamo qui a lottare per ogni gara. Però nelle corse il budget non basta mai e se ne hai di più puoi pensare a cose nuove da fare. Servono più risorse in generale, per poter fare sempre di più insomma".

Si punta al mondiale?

"E’ troppo presto per pensarci, secondo me dobbiamo andare avanti a pensare gara per gara. Adesso arriviamo in una fase del campionato molto importante, ci sono Le Mans, il Mugello, c’è Barcellona e poi Assen. Queste gare saranno un primo termometro per capire come vanno le cose e poi spesso negli ultimi anni il campionato da Brno in poi prende una piega. Quando arrivi a Misano, ad Aragon che sono le ultime gare, capisci bene in che direzione va tutto. Quindi aspettiamo un attimo. La cosa che possiamo fare è cercare di far durare questo momento il più a lungo possibile".

Bellissime gare, ma resta il cruccio delle partenze. Dovrete sistemare questo ultimo aspetto per giocarvela sempre.

"E’ una cosa su cui vale la pena lavorare, perché altrimenti in gara devi sempre fare dei miracoli. Alex è stato bravo oggi a partire bene a Jerez, era nono ed è arrivato lì davanti. E’ un peccato, perché magari a stare attaccato fin dall’inizio a Marquez vai a sapere come poteva andare. Magari Marc aveva molto margine, ma può anche essere che non sia così. Sarebbe stato bello verificarlo. Ci stiamo lavorando, vogliamo capire quali possano essere le difficoltà. Secondo me abbiamo un potenziale più elevato in qualifica e dobbiamo cercare di esprimerlo. Dobbiamo studiare tutti i dati che abbiamo, capire qualcosa in più sull’utilizzo delle gomme". 

Magari anche fare un passo in avanti sull'aerodinamica?

"Domani proviamo anche noi il cucchiaio, lo abbiamo portato qui per i test e potrebbe aiutare in frenata. Vediamo! Siamo curiosi di scoprire come funziona, l’effetto che ha".

Adesso la GSX-RR è una moto competitiva che può diventare molto interessante anche per un team satellite. Quando ci saranno 4 Suzuki in pista?

"Ci sono degli interessi nel paddock, e sarebbe bello avere un team satellite. Ci piacerebbe averlo, però è ancora un po’ difficile per il 2020, quindi ne riparleremo il prossimo anno! Mi dispiace, sono tre anni che dico sempre la stessa cosa ma è così". 

E' bello andare forte  con i giovani, ma a questo punto non pensi che la cosa che manchi possa essere puntare su un campione per dare la caccia al titolo?

"A Suzuki piace lavorare in questo modo, gli piacciono i piloti giovani dalla Moto2, gli piacciono i Rookie e gli piace farli crescere e vincere con loro. Adesso abbiamo Alex che va forte ed è un vero pilota Suzuki, è una bella storia la sua. Noi tentiamo di avere un approccio con il nostro stile al momento per quanto riguarda la scelta dei piloti. Non so se in futuro magari potremmo cambiare. In Italia diciamo che l’appetito vien mangiando e magari andando avanti vorremmo cambiare. In questo momento ci piace fare così. E per adesso sembra funzionare".

INTERVISTA RACCOLTA DA MATTEO AGLIO E PAOLO SCALERA A JEREZ

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