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MotoGP, Battistella: il segreto di Dovizioso e Bautista? superare i propri limiti

Parla il manager dei due piloti in testa ai mondiali MotoGP e SBK: "L'impegno li sta premiando. Alvaro non pensa di tornare in MotoGP. Dovi smetterà presto. Al contrario di Rossi, correre nonè una sua poriorità assoluta"

MotoGP: Battistella: il segreto di Dovizioso e Bautista? superare i propri limiti

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Andrea Dovizioso e Alvaro Bautista, i due piloti in testa rispettivamente al mondiale MotoGP e Superbike, entrambi su Ducati, hanno un denominatore comune: il manager, Simone Battistella.

Sempre tranquillo, rilassato, mai di corsa, Battistella è l'esatto opposto del vulcanico e onnipresente Carlo Pernat, anche se non è raro vederli parlare assieme.

Simone Battistella e Carlo Pernat nella hospitality Ducati

"Andrea ed Alvaro sono accomunati dal fatto di essere due ragazzi convinti che con il lavoro e l'impegno si possa migliorarsi. Ed i fatti lo stanno dimostrando. Di momenti difficili entrambi ne hanno passati parecchi. Quando si arriva in MotoGP, infatti, le cose si complicano. Magari hai compagni di squadra scomodi, forti. Devi reagire. Il pilota deve confrontarsi ogni giorno con se stesso ed i propri limiti. Ecco, Dovizioso e Bautista hanno come minimo comune denominatore la determinazione".

Oltre al fatto di essere entrambi stati campioni del mondo della 125. Alvaro nel 2006, Dovi nel 2004.

"E poi Bautista è arrivato secondo nel mondiale 250 nel 2008, mentre Dovizioso lo è stato per due anni, nel 2006 e 2007".

 

Per Bautista passare alla Superbike è stata la scelta migliore

Una prima curiosità: è stato difficile convincere Bautista a lasciare la MotoGP per la Superbike?

"Le circostanze erano particolari. Alvaro all'inizio dell'anno aveva fatto fatica, ma alla fine aveva dimostrato di poter rimanere in MotoGP. Purtroppo i giochi erano fatti. Posti liberi non ce ne erano. A quel punto era una scelta migliore passare in Sbk da ufficiale. Essendo lui un ragazzo molto positivo ha affrontato la scelta come una sfida vera. Durante l'inverno ha lavorato tantissimo e si è presentato ad inizio stagione bello tosto, convinto di divertirsi. E di vincere".

E' stata una bella scommessa. La Panigale V4 era una moto al debutto.

"Vero. E' stata una grossa scommessa, ma conoscendo Ducati e Gigi Dall'Igna da molti anni e avendo un buon rapporto con lui i due si sono parlati. In quel momento la migliore moto della Superbike era la Kawasaki...fino ad oggi!".

I risultati, 11 vittorie su 11 manche, hanno fatto dire a Ciabatti che in Ducati si stanno suicidando col sorriso sulle labbra...pensava evidentemente ai premi di arrivo che da buon manager avrai contrattato. Ancor di più perché si trattava di una scommessa!

Alvaro ha un contrtatto con bonus vittorie, gli sponsor però pagheranno col sorriso

"Ah, si! Abbiamo fatto un contratto con i bonus...Quando uno le vince tutte è un casino per chi deve pagare (fa un bel sorriso N.d.R.). Ma le case hanno il budget fatto anche per i casi peggiori che diventano i migliori. Credo infatti che gli sponsor stiano pagando col sorriso sulle labbra. C'è stato un ritorno di immagine pazzesco per la Superbike. Anche se il pubblico non è ancora tornato ad affollare i circuiti".

Gli appassionati del mondiale delle derivate di serie sono tutti con Alvaro. Lo vorrebbero rivedere in MotoGP il prossimo anno, al posto di Petrucci al fianco di Dovizioso. E' previsto nel contratto in caso di vittoria?

Bautista al posto di Petrucci nel 2020? Non ci stiamo assolutamente pensando

"Non ne stiamo assolutamente parlando ed Alvaro non ci sta pensando. E' contento dov'è e vuole vincere il titolo,  cosa che non è affatto scontato. E' prematuro...E poi Danilo deve solo mettere a posto dei pezzi, ma i numeri li ha e metterlo già in dubbio è sbagliato".

Forse in questo momento ha più pressione Dovizioso: questo è il terzo anno consecutivo che è lo sfidante di Marc Marquez.

Dovi sfida per il terzo anno Marquez, ma lo vedo rilassato e convinto dei propri mezzi

Battistella con Hervé Poncharal: Dovizioso ha corso con lui in Yamaha per una stagione

"Dovi lo vedo più rilassato rispetto al passato. Nel senso che è riuscito a misurare se stesso, la squadra, gli avversari e le altre moto. Mi ha detto fin dai testi invernali che non sarà un campionato a due e lo vediamo fin da queste prime gare".

Eppure la sua posizione non deve essere facile: qualora fallisse l'obiettivo per il terzo anno consecutivo non sarebbe un fallimento?

Se Andrea non dovesse vincere per il terzo anno? E allora? Rossi cosa dovrebbe dire?

"I piloti forti non ragionano così. Devono continuamente resettarsi. Gareggiare con i freni tirati pensando agli errori fatti, o alla mancanza di competitiva è sbagliato. Loro sono obbligati a porsi l'obiettivo della singola gara e dopo di quel successiva e poi del prossimo campionato. Devono essere positivi e costruttivi, altrimenti Valentino cosa dovrebbe dire visto che non vince da due anni? Riguarderanno indietro, ma a carriera finita. Allora potranno recriminare, su sé stessi o sul fato, ma non nel momento presente".

Dovi recentemente, a proposito di Rossi, ha detto che lui non correrà fino a 40 anni come Vale.

L'ambizione di Dovi non è rimanere a lungo in MotoGP

"Andrea è una persona molto libera, la sua ambizione non è di stare in MotoGP per sempre, ma di dare il massimo finché è qui. Valentino è diverso, per lui la MotoGP è tutto ed ha ancora la sua voglia intatta. Quando scoprirà di non averla più, smetterà. Questi ragazzi sono fortunati ad avere ciò che hanno e...guadagnano bene, ma vivono molto sulla motivazione di vincere, di avere successo e di avere ancora davanti la prospettiva di fare tutto ciò...".

Andrea scherzando ha detto che ogni settimana si confronta con il suo commercialista.

"No, non scherzava: è vero. La strategia del suo commercialista è una sola: vincere tutto e ovunque, ne parlano sempre. Ne parla anche con me in vari modi  in vari momenti, per telefono, in pista. Fra di noi basta poco per capirsi".

Cos'è che ti da più soddisfazione, nel tuo lavoro?

La soddisfazione del manager? Lavorare a lungo con gli stessi piloti

"Lavorare per molto tempo con lo stesso pilota. Significa che si sta bene assieme. Aver instaurato con loro un rapporto che mi consente di imparare moltissimo. Apprezzo molto ciò che posso imparare dai piloti. Sono persone speciali. E poi ovviamente, il gioire dopo le difficoltà".

Chi dei due ti da più da fare?

"Con Dovi si lavora di più. Hanno caratteri sono diversi,  Alvaro è molto autonomo, Dovi cerca più confronto e colloquio. C'è da dire però che fino ad oggi le dimensioni dei loro impegni erano molto diversi. Alvaro comunque si arrangia spesso da solo".

Si diventa ricchi facendo il manager?

Non sono un manager ricco: la barca non ce l'ho, ma sono un privilegiato

"Ricchi? Che significa essere ricco?"

Ce l'hai la barca?

"No, no, semmai il gommone. Comunque sto bene. E soprattutto, a 48 anni mi ritengo un privilegiato".

I piloti spesso hanno un campione di riferimento. E il manager?

"Ho avuto la fortuna di lavorare con Julian Jacoby, CSS: Stellar Management. E' stato il manager, fra gli altri, di Senna, Villeneuve, Montoya, brevemente di Biaggi. Ho attinto moltissimo da lui. Abbiamo tuttora un bel rapporto, ci sentiamo spesso".

Il tuo pilota ideale?

"Guardavo, da ragazzino, le gare in TV. Non ho vissuto da addetto ai lavori l'epopea americana dei vari Roberts, Lawson, Spencer. Mi piaceva moltissimo Wayne Rainey. Ma da spettatore della TV".

Come ti sei ritrovato a fare il manager? E soprattutto, il manager di Dovizioso e Bautista.

Dovizioso è stato il mio primo pilota di moto: un consiglio di Loris Reggiani

"Una evoluzione. Ero nel mondo dell'automobilismo, aiutavo i meccanici, poi sono diventato aiuto direttore sportivo, più tardi in una società di management mi sono occupato appunto di piloti come Montoya, Mc Nish, Franchitti. Per sviluppare il lavoro mi sono interessato al motociclismo. Dovi mi è stato indicato da Loris Reggiani. Cerca un manager, mi disse. E' un ragazzino che va forte...con Alvaro non ricordo".

Non sempre va bene: con Di Giannantonio per esempio.

"Preferisco non parlarne".

Il futuro qual'è, se Andrea smetterà prima dei 40 anni.

"Alessandro Zaccone, un riminese di 20 anni che attualmente corre nel Cev Moto2. Secondo me è bravo, ed ha un carattere simile a quello di Dovi".

Ma Andrea quando smetterà cosa farà? Va forte anche in macchina. Lo ritroveremo a battersi con Valentino?

"Sì, ha corso una gara del trofeo Lamborghini ed ha impressionato, ma lui ama tutto ciò che ha un motore, anche i go-kart, ma soprattutto il motocross. Sa però che non potrà dedicarcisi da professionista: lì ci vuole un fisico bestiale ed a 40 anni...".

 

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