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MotoGP, Petrucci: "Marquez motivato dall'errore di Austin: è l'uomo da battere"

Per Danilo un venerdì in prima posizione: “buone sensazioni ma sono importanti il sabato e la domenica. Occhio a Rins e Valentino, Marquez si è nascosto”

MotoGP: Petrucci: "Marquez motivato dall'errore di Austin: è l'uomo da battere"

Iniziamo dai numeri: 1'37"909 è il tempo sul giro che è valso a Danilo Petrucci la prima posizione nel venerdì di Jerez de la Frontera. Il pilota ternano è alla ricerca di prestazioni e risultati con la Ducati ufficiale dopo i tre sesti posti nelle prime gare dell’anno.

“Sicuramente il feeling con la moto è buono. Mi sento bene su questa pista, il mio giro miglioore non è stato perfetto ma sono comunque contento perché ho un buon passo. Abbiamo provato tante gomme diverse e sicuramente domani ci dovremo concentrare molto sul giro lanciato perché il mio problema in queste prime gare è stata proprio la qualifica. In Argentina e Qatar la posizione di partenza ha compromesso le mie possibilità di lottare per il podio. Per le qualifiche di domani l’obiettivo è la prima fila, voglio essere lì”.

Incognita per qualifiche e gara sono le temperature quasi estive del pomeriggio di Jerez con un asfalto che ha toccato i 46 gradi e messo a dura prova le gomme. Ma questo agevola o svantaggia la Ducati?

“Non penso che queste non siano le migliori condizioni per me, quest’anno ho sofferto molto a fine gara per il surriscaldamento delle gomme e temperature così alte non aiutano. Però sto cercando di guidare in maniera diversa e, aiutato dagli ingegneri di Ducati che hanno lavorato molto sulla moto, direi che andiamo molto bene. Non so se potremmo essere competitivi per tutta la gara perché quando il grip diminuisce non posso stressare troppo la gomma postreriore che, qui a Jerez, sui lunghi curvoni, si scalda molto e si consuma”.

Lo scorso anno le Ducati ufficiali andarono entrambe fuori nella carambola con Pedrosa ma erano comunque molto lontane dal primo posto. Cos’è cambiato?

“Ducati non era andata malissimo qua, anche se il gap da Marc era grande. Noi dobbiamo guardare noi stessi adesso, analizzare i dati che abbiamo e migliorare ciò che non va, come fare curvare la moto senza usare il freno posteriore. Conosciamo anche i nostri punti di forza che sono la frenata e l'accelerazione, ho provato a guidare in modo diverso oggi e la moto funzionava bene. Ma è solo venerdì”.

Proprio questa una delle frasi “clou” di Danilo: “è solo venerdì”. È solo venerdì anche per la Honda e per Marc Marquez che sembrano essersi coperti con un quarto tempo a 238 millesimi dalla Ducati di Petrucci. La sfida pare essere solo sull’asse Tokio-Borgo Panigale viste le difficoltà di Suzuki e Yamaha, tutto vero?

"Marquez in prova ha lavorato in ottica gara perché sa di essere più veloce. Non conosciamo il vero potenziale di Marc e della Honda ma penso che sia lui quello da battere domenica. Anche dopo l’errore di Austin, che poteva demoralizzarlo, non l’ho visto per niente in difficoltà, anzi, mi sembra ancora più motivato e sarà da contenere. Yamaha e Suzuki possono essere della lotta perché sia Rins che Rossi riescono sempre a dare qualcosa in più durante la gara. Finora noi siamo davanti ma non penso che sarà una lotta a due con Honda”.

Nel primo giorno del weekend nessuno dei piloti della classe regina ha provato la “quarta” mescola portaao eccezionalmente a Jerez dalla Michelin per far fronte alle incognite sul nuovo asfalto. Nuovo asfalto che, a detta di Marquez, è abbastanza diverso rispetto al vecchio e rende necessario un “reset” nella mente del pilota.

L'asfalto nuovo ha maggiore grip e quindi consuma un po’ di più le gomme. Quello che abbiamo capito oggi è che dopo la metà di gara il comportamento degli pneumatici potrebbe cambiare molto e questo farà la differenza nei curvoni lunghi dove siamo piegati per molto tempo. Se non si è veloci lì si perde davvero molto e potrebbe essere un problema. Oggi sono stato veloce anche con le gomme usate, ma un conto è esserlo con pneumatici che hanno 12 giri sulle spalle piuttosto che 22”.

Dopo un inizio non esaltante caratterizzato da tante critiche e tante parole su un possibile cambio in corsa tra lui e Bautista, Danilo si rilancia alla grande commentando anche le tre “sufficienze” di Losail, Termas de Rio Hondo e Austin.

Iniziare in questo modo in Europa mi toglie tanta pressione. Non è per fare lo spaccone, ma sapevo di poter andare forte. Ad Austin ho fatto un passo falso, non sono stato all'altezza visto che ho pensato a contenere i danni quando non era la cosa migliore da fare. È stato comunque un sesto posto utile per capire che quest'anno ho molto più potenziale e molte più possibilità di potermela giocare.
Qui a Jerez già lo scorso anno avevo lottato per il podio chiudendo 4°. In questi mesi ho lavorato molto su me stesso e con la squadra. Tutto sommato nei test sono stato davanti e le prime due gare potevo giocarmi il podio. So di poter essere molto veloce”.

Nelle FP2 del pomeriggio Petrucci e Dovizioso hanno girato abbastanza vicini, quasi come fosse una sessione di test, forse un modo per cercare di capire di più dalle moto del compagno?

Entrambi abbiamo il desiderio di far crescere la Ducati. Il girare vicini è stato abbastanza casuale oggi, ma è vero che vogliamo raccogliere più dati possibili. A me non pesa dargli una mano come a lui non dà fastidio aiutare me. Insieme facciamo un gran lavoro in pista proprio come lo facciamo a casa, vivo vicino a lui e mi offre molti stimoli, tutto sommato anche oggi pomeriggio è stato utile girare insieme”.

AUDIO RACCOLTO DA PAOLO SCALERA

 

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