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MotoGP, Fp2: Ducati risponde a Honda: 1° Petrucci, 2° Dovi

Le Rosse dominano la seconda sessione di libere a Jerez, ma ci sono 5 Honda nei primi 9. Soffre la Yamaha con Rossi solo 16° e per adesso fuori dalla Q2

MotoGP: Fp2: Ducati risponde a Honda: 1° Petrucci, 2° Dovi

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Danilo Petrucci ha affermato diverse volte in questa prima fase della stagione che il vero Petrux si sarebbe visto a partire da Jerez, prima tappa europea del mondiale. Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, il Danilo che si sta proiettando verso il quarto Gran Premio della stagione ha voglia di mettere a tacere quanto hanno iniziato a criticarlo e metterlo eccessivamente in discussione dopo un inizio di stagione concreto ma poco esaltante.

Petrucci si è infatti preso il primo tempo nella seconda sessione di libere a Jerez, che gli ha permesso di piazzarsi anche primo nella classifica combinata nonostante la maggior temperatura del pomeriggio abbia rappresentato un problema per la maggior parta dei piloti della griglia. Sono stati infatti in pochi ad essere in grado di migliorare i riferimenti del mattino e il pilota Ducati è uno di questi, unico assieme a Marc Marquez a scendere sotto il limite del 1'38 su una pista profondamente cambiata dopo i lavori per rifare l'asfalto. 

Durante la sessione abbiamo anche assistito ad un doppio tandem tra i piloti Ducati e quelli Honda. Sono stati Lorenzo e Marquez ad iniziare, con il maiorchino che ha condotto vari giri di pista davanti a Marc, che l'ha seguito come un'ombra per almeno due giri. Pochi minuti dopo sono stati i due piloti Ducati a riproporre la stessa scena, con Dovizioso e Petrucci a comporre un perfetto duetto in pista, su un tracciato che ormai sembra essere passato da bestia nera per la Ducati a pista amica.

TANDEM DUCATI

Da sottolineare che oltre alla prestazione pura, quello che ha convinto di Petrucci in questa sessione è stato il passo gara messo sul piatto, che in questo momento lo vede forse unico in grado di competere con Marquez, come sempre un mastino da questo punto di vista. Marc non ha mai montato una gomma diversa dalla dura al posteriore della sua Honda, riuscendo a strappare il miglior riferimento di giornata anche su una gomma dura, il che lascia supporre quanto margine possa ancora avere lo spagnolo. 

E' stato finalmente convincente e senza riserve il venerdì di Jorge Lorenzo, che ha sempre avuto un ottimo rapporto con il tracciato di Jerez e non vedeva l'ora di venire a correre qui per dimostrare quanto possa essere elevato il suo potenziale in sella alla Honda. Libero da problemi fisici e ormai quasi completamente a proprio agio in sella alla moto giapponese, Jorge è stato costantemente nei primi 4, chiudendo la giornata a poco più di un decimo da Marquez. Sembra che questa possa davvero essere la chance per il maiorchino di tornare a lottare per le posizioni a cui è abituato. 

Ottimo anche il venerdì di Nakagami, che dopo aver brillato nei test invernali qui a Jerez si è confermato un osso molto duro in sella alla seconda moto del Team LCR. Taka ha chiuso settimo a tre centesimo dal compagno Crutchlow, 5°. Bene anche Bradl, che da tester di lusso della HRC si è preso il gusto di entrare in top ten con la nona posizione al momento. 

Sia Ducati che Honda sorridono al termine di questo venerdì, mentre la Yamaha e la Suzuki sono apparse leggermente più in difficoltà. La prima M1 in classifica è quella di Vinales, che però è sesto grazie al tempo ottenuto in mattinata. In top ten ha chiuso anche Quartararo, mentre Morbidelli e soprattutto Valentino Rossi sono apparsi davvero più in difficoltà. Solo 16° ha infatti chiuso il Dottore, che dopo il secondo posto di Austin sperava di non vedere materializzarsi a Jerez lo spettro della terribile gara del 2017, quando fu costretto a remare in enorme difficoltà in sella ad una M1 che non riusciva minimamente a digerire la pista spagnola.  

MAVERICK VINALES - JEREZ

La M1 si è presentata qui a Jerez con l'inedito 'cucchiaio' studiato dai tecnici di Iwata e ben diverso da quello messo in pista la scorsa stagione a Valencia. Eppure sembra che la quadra sia molto lontana al momento per i piloti Yamaha. Vinales ha chiuso con un buon riferimento cronometrico, ma la sua espressione al rientro ai box e diversi gesti di stizza compiuti mentre era in pista nel pomeriggio, testimoniano che al momento la M1 non è tra le moto più competitive in Spagna. 

Musica non troppo diversa per la Suzuki, che ad Austin ha vinto con Rins e che qui a Jerez sta per adesso soffrendo con Alex 12° e Mir 18° ed autore anche di una scivolata abbastanza strana dopo la bandiera a scacchi, fortunatamente senza nessuna conseguenza fisica. 

Diverse la cadute in questa sessione pomeridiana, con due piloti che sono anche dovuti andare al Medical Center per controlli più approfonditi, che fortunatamente non hanno però rivelato problemi gravi. Hafizh Syahrin e Bradley Smith sono infatti caduti rispettivamente all'inizio ed al termine della sessione, con quest'ultimo che ha anche causato con la sua caduta una bandiera rossa per rimuovere i detriti dalla pista. Il britannico è forse stato ingannato dalla scivolata di Karel Abraham, che è stato vittima di una chiusura dell'anteriore proprio pochi metri più avanti del tester dell'Aprilia. 

Ancora una volta molto difficile la situazione per la KTM, che vede i due alfieri del Tech3 Oliveira e Syahrin chiudere la classifica di giornata. Mentre per il malese c'è anche l'ovvia attenuante della caduta a giustificare una prestazione opaca, per il portoghese Rookie e spesso più avanti in classifica in questo inizio di stagione, questo di Jerez sembra un passo indietro. Non è andata molto meglio ai due ufficiali, con Pol Espargarò che ha chiuso 14° e si conferma ancora una volta nel ruolo di pilota più veloce in sella alla moto austriaca, mentre il francese Zarco ha chiuso 19° incassando un secondo da Petrucci, che su questa pista è un distacco molto pesante. 

Giornata non esaltante anche per l'Aprilia, che ha visto Iannone chiudere 15° prendendosi almeno la soddisfazione di mettere alle sue spalle un opaco Rossi. Aleix Espargarò è invece 17° e lontano rispetto alle belle prestazioni mostrate ad Austin, una pista decisamente più adatta alle caratteristiche della moto italiana.

Da registrare che nessuno dei piloti in pista ha sperimentato la nuova gomma dura portata da Michelin a Jerez. A disposizione dei piloti c'erano infatti due nuove soluzioni, una per l'anteriore ed una per il posteriore e nessun pilota le ha messe alla prova, preferendo concentrarsi sulla vecchia specifica. 

CLASSIFICA COMBINATA PROVE LIBERE MOTOGP JEREZ

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