E' arrivato sorridente come al solito, Marc Marquez a Jerez. E non è una posa.
L'impressione è che 'Magic' non sia affatto preoccupato dalla classifica che, peraltro, è la copia fotostatica di quella dell'anno passato: una vittoria, un secondo posto, un errore.
I punti sono gli stessi, 45, l'unica piccola differenza è che il distacco dal capolista, Dovizioso, nel 2018 era di un solo punto ed oggi sono 9. Se ce lo concedete, un dettaglio.
La verità di Valentino sul campionato: Marc avrebbe vinto due gare su tre
Analizzato bene da Valentino Rossi che, avendo fatto della costanza di rendimento il suo credo, ha osservato: "il campionato ora è aperto solo perché Marquez è caduto ad Austin. Senza quell'errore avrebbe già vinto due gare su tre".
Forse, però, la parola 'errore', utilizzata da Vale, non è il termine giusto. E' certo infatti che entrambi i problemi dei piloti Honda, la caduta di Marc, lo stop di Lorenzo, siano riconducibili ad un problema tecnico che Jorge ha definito 'elettrico'.
Il mistero del problema Honda giustificato con una scusa ridicola
Una definizione ridicola che i giapponesi, negli anni '70, utilizzavano anche quando in seguito ad un grippaggio una biella usciva a prendere aria dal carter.
Per loro, infatti, la cosa fondamentale non è tanto o solo vincere o perdere, ma soprattutto che la moto non si fermi mai.
Una rottura, od un problema tale da provocare la caduta di un pilota, rappresenta un problema di immagine gravissimo. Ed il fatto che sia trapelato che la moto di Lorenzo è stata rispedita in HRC per un controllo, è epocale. A meno che sia stata fatta trapelare ad arte dall'interno per mettere in crisi un determinato gruppo.
Le correnti, in questo caso tecniche, non sono infatti unica prerogativa degli italiani.
Sia Marquez che Lorenzo, in proposito, hanno comunque espresso massima tranquillità. Della serie: hanno scoperto cos'è, era una fesseria, non si riproporrà.
Se veramente è così lo vedremo presto, ed in questo caso vi consigliamo di puntare i vostri soldi su Magic Marc.
Perché?
Marquez: preoccupazioni tecniche: zero
Beh, il motivo è evidente: una volata in Qatar su una pista Ducati e due gare dominate (in Texas fino all'insolita caduta) ci dicono che è il pilota più in forma e la sua RC213-V, al netto del 'problema elettrico', è la Mercedes della MotoGP. Anche se la Ducati è sicuramente più competitiva della Ferrari in F.1, al momento.
Diciamo questo perché l'anno passato la Desmosedici stava andando forte, ed anche se Marc era davanti, il passo in avanti rispetto al passato era evidente.
Due dubbi ed un mistero da risolvere su Vale, Rins e Lorenzo
Rimane, a questo punto una incognita, anzi due, meglio, tre: la prima è la competitività di Alex Rins e della Suzuki su questa pista; la seconda quella della Yamaha e di Rossi; la terza il 'mistero' Lorenzo.
Sui primi due c'è poco da aggiungere. Rins sta andando forte, e che Valentino sia in grado, in gara, di tirare sempre fuori un coniglio dal cappello è una certezza.
Quanto al terzo possiamo usare i termini 'possibilità' e 'probabilità'.
Qualora, infatti, Jorge, come già fece con la Ducati, riesca a superare i suoi problemi di affiatamento attuale con la Honda, il mondiale avrebbe ritrovato un protagonista.
Che debba accadere è un dato di fatto. L'unica incertezza è il quando. Probabilità 100, possibilità 50.
A questo proposito c'è da fare un breve inciso: tutti i piloti che hanno lasciato la Yamaha hanno incontrato incredibili problemi di adattamento.
Lo ha sottolineato e riconosciuto anche Rossi, elogiando la guidabilità della M1.
Yamaha e Suzuki: le quattro in linea separate alla nascita
L'unica moto che, al momento, le assomiglia è la Suzuki, che non a caso condivide uno schema di motore simile.
Ce lo ha detto ieri, fra i denti, Johann Zarco, grande protagonista delle ultime due stagioni e grande assente delle prime tre gare.
Evidentemente l'inserimento di un motore a V in una ciclistica è meno semplice di quel che sembra.
Asfalto e gomme: la Michelin lancia i dadi
Un ulteriore motivo di incertezza è il nuovo asfalto. Più della metà del manto di usura, infatti, è stato sostituito, ed è per questo motivo che alla Michelin è stato permesso di portare quattro mescole al posto delle usuali tre.
Come i due diversi asfalti 'convivranno' e quanto il maggiore grip del nuovo favorirà una moto piuttosto che un'altra, attualmente è un punto interrogativo.
L'unica certezza è che il fine settimana non dovrebbe essere ulteriormente complicato dal tempo: il clima si presenta bello e stabile. Fa caldo. Il che vuol dire che ogni sessione di prova sarà sfruttata appieno.
Non manca molto alle prime risposte a così tante domande. E siamo sicuri che Marquez è d'accordo con la frase di Winston Churchill: punta più di quanto tu possa permetterti di perdere ed imparerai il gioco.
Seguite le prove, e tenete d'occhio queste pagine.