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MotoGP, Dovizioso: Se Rossi oggi soffrisse le sconfitte si autodistruggerebbe

"Mi levo il cappello di fronte alla sua voglia, ma io con 9 mondiali vinti a 40 anni non sarei ancora in MotoGP. Ho altre priorità"

MotoGP: Dovizioso: Se Rossi oggi soffrisse le sconfitte si autodistruggerebbe

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Ducati ha raddoppiato la presenza su Roma e aperto il secondo punto di riferimento della Capitale. Il nuovo spazio dedicato alle Rosse di Borgo Panigale si trova in Largo Oreste Giorgi n.5, a pochi passi da Città del Vaticano, negli stessi locali che, in passato, avevano già ospitato il primo, storico dealer su Roma.

L'inaugurazione del nuovo Ducati store a Roma è stata l'occasione per una chiacchierata a tutto tondo con Andrea Dovizioso, partita da quando si è accorto che il suo principale rivale, Marc Marquez, aveva commesso un errore.

Dovi al fianco di Paolo Ciabatti durante le interviste nbel Ducati store di Roma

"Ad Austin ho capito che a cadere era stato Marc perché ho visto le bandiere gialle, e non poteva essere un doppiato - ha raccontato - Poi ho visto la sua Honda in terra: stranamente lui non cade ma quando è al limite e ne ha di meno e poi commette errori quando in pratica non dovrebbe... Valentino ha detto che si è emozionato? Beh, io mentirei se dicessi che non ho pensato al mondiale".

Maledicendo, magari, di non essere lì a giocarsi la vittoria.

"Rins non mi ha sorpreso, sta andando forte ed è maturato. Anche la Suzuki è migliorata. Come ho già detto sarà un avversario in più per il mondiale. Per la vittoria non credo, partivo troppo indietro, ma per il podio mi sarebbe bastato poco...un giro? No, poche centinaia di metri!".

Arrivare a Jerez in testa al mondiale è comunque motivo di soddisfazione.

Dovizioso: "Una volta vedevo l'approssimarsi del Gran Premio di Jerez o Valencia come un incubo"

"Anche l'anno scorso siamo arrivati a Jerez primi in classifica, quindi non è quello il punto. Ho imparato negli ultimi anni a vivere gara per gara. Il passato ti può condizionare. Lavoro con delle persone che mi conoscono bene e questo aiuta perché stiamo parlando di piccoli dettagli che ti fanno fare la differenza nella gestione del Gran Premio. Comunque ci troviamo in una situazione migliore di quella dell'anno scorso. Nel 2018 siamo partiti volendo giocarci il campionato, ma dopo qualche gara abbiamo capito che non eravamo così bilanciati. Una volta vedevo l'approssimarsi del Gran Premio di Jerez o Valencia come un incubo. Ora no. L'anno passato ho vinto a Valencia ed a Jerez, senza quella collisione innestata da Pedrosa e Lorenzo...non so, ma rispetto all'anno passato siamo messi meglio e siamo usciti indenni dalle ultime due gare che sulla carta non ci erano favorevoli. Sono cambiato anche io a livello psicologico, e questo ha una influenza enorme".

Quello di Marquez ad Austin, in ogni caso, è stato un autogol.

Dovizioso: "Nel passato non abbiamo battuto Marquez perché limitavi i danni meglio di noi"

"Negli ultimi due anni non siamo riusciti a batterlo perché lui ha limitato i danni meglio di noi. Lui faceva il podio e noi no - ha puntualizzato Dovi, che ha aggiunto - E' vero che oggi però ci sono più piloti competitivi: ora è più complicato fare la Q2 direttamente, che fare il podio. Ci sono più moto a posto, ma siamo messi bene anche noi. Anche se la Ducati ha sempre il suo DNA, è la moto più lontana da tutte le altre, io devo guidarla in modo diverso, ma per fortuna la conosco bene. Con Marquez in ogni caso bisogna stare sempre attenti perché è veramente forte, da lui puoi aspettarti di tutto".

Come da Valentino Rossi che a 40 anni è stato lì ad un passo dalla vittoria che lo elude da quasi due anni.

"Valentino non stupisce mai, è incredibilmente intelligente e, rispetto ma qualche anno fa, ha cambiato il suo approccio alle corse. Nel senso che non vive più le sconfitte come faceva anni fa. Se lo facesse oggi si autodistruggerebbe. Ma questo non significa che quando è in pista non lotti per vincere".

Dovizioso però non si vede ancora in pista alla stessa età di Valentino.

Dovizioso: "Non correrò come Vale sino a 40 anni, per lui gareggiare è tutto. Io ho altre priorità"

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"Correre sino ed oltre i 40 anni come Rossi? No, non credo di arrivarci. Non perché non penso di essere in grado, ma ho altre priorità. Mi levo il cappello di fronte alla voglia di correre di Valentino, di confrontarsi con piloti più giovani, ma per lui gareggiare sembra essere tutto. Senza la MotoGP si sentirebbe peggio. Anche se non vince da tot anni. Ognuno vive la vita a suo modo".

Incredibile se si pensa che parliamo di un pilota che ha vinto 9 titoli mondiali.

"Io se avessi vinto 9 mondiali non sarei più in MotoGP. Ognuno ha le proprie voglie. A Vale va bene così perché ha messo in piedi quello che sappiamo. Lui ha cambiato mentalità, ed anche in questo è stato intelligente. Non poteva più permettersi di approcciare le sconfitte allo stesso modo. Guarda cosa ha fatto: è riuscito a gestire Vinales".

E' comunque fra i pretendenti al titolo. Ma oggi è possibile vincere il mondiale senza vincere delle gare? E il fatto che possono vincere in molti fa la differenza?

"No, secondo me no. Il mondiale non si può vincere senza vincere gare. Il minimo? Tre o quattro. E quanti piloti diversi vincono le gare conta poco e non fa la differenza".

In Superbike Bautista le sta vincendo tutte.

"La Superbike non la conosco così bene da poter parlare, ma conosco benissimo Alvaro, perché abbiamo corso assieme sin dai tempi della 125 e abbiamo lo stesso manager, Simone Battistella. Ha lavorato molto su sé stesso e la Ducati con il V4 ha fatto un enorme passo in avanti. In passato non ha concretizzato quanto avrebbe meritato. Ma ora si trova in una situazione personale decisamente migliore".

 

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