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SBK, Loris Baz: "Dosoli mi ha promesso una Yamaha R1 ufficiale"

Loris: "Imola in forse, sì a Jerez. Inizieremo tardi ma avremo la stessa moto di Van Der Mark e Lowes. Il campionato? Bautista lo ha già vinto"

SBK: Loris Baz: "Dosoli mi ha promesso una Yamaha R1 ufficiale"

Il riposo di Loris Baz è finito, in una pausa a motori spenti durata più del previsto per il ventiseienne pilota francese, rimasto disoccupato per qualche mese tra il 2018 ed il 2019. L’accordo con i fratelli Ten Kate riporta Loris e la squadra olandese in una competizione mondiale, dopo aver sfiorato il rischio di non rivederli più nel paddock SBK.

Il campione Superstock 600 2008 (con la Yamaha R6) non sente più il freddo di un corridore che non può esprimersi in pista.

L’inverno è stato più lungo del solito per me, però speciale - spiega Loris - io ed il mio entourage avevamo deciso di non accettare le proposte ricevute, perché non ritenute all’altezza. Io non volevo firmare e poi ritrovarmi a correre con moto poco competitive. Infatti, ho preferito aspettare l’occasione buona, arrivata nella pausa agonistica. Avevo cominciato a parlare con i fratelli Ten Kate già a dicembre, ma il progetto richiedeva tempi tecnici piuttosto lunghi. Alla fine abbiamo concretizzato e adesso mi sento davvero felice: torno a guidare una Yamaha, moto con la quale ho iniziato la mia carriera di pilota professionista, facendo - direi - bene”.

Quando tornerai ufficialmente a correre? Il round di Imola non è distante.

“Non sappiamo se debutteremo ad Imola, non credo che ce la faremo. A Jerez ci saremo di sicuro, inoltre, avremo due giorni di test prima dell’appuntamento iridato. A fine maggio proveremo anche a Misano. Riceverò una R1 stradale per allenarmi e famigliarizzare con le caratteristiche base della Yamaha. L’ultima volta che provai una R1 fu nel 2011, nella 24 Ore di Le Mans. Ne è passato di tempo”.

Nel frattempo, hai osservato bene i tuoi compagni di marca.

La Yamaha ha fatto un bel passo avanti rispetto allo scorso anno. Nel 2018 i piloti con la R1 hanno avuto diversi exploit, niente di più. Adesso, invece, Van Der Mark e Lowes sono costantemente tra i primi. Sono convinto che la R1 M possa fare qualcosa di molto bello in questa SBK. Io penso che Bautista a parte, tutte le altre moto ed i piloti siano in un gruppo compatto. Io dico che la Yamaha sia già al livello della Kawasaki, le performance delle due moto sono simili. La S1000 RR è totalmente nuova e la Casa tedesca si sta impegnando di più. BMW si sta avvicinando al vertice e col tempo i risultati arriveranno. Honda ha bisogno di qualcosa di nuovo, sarebbe bello vedere le Fireblade giocarsi qualcosa di importante. Anche le altre Ducati stanno lì, tranne quella numero 19”.

Numero 19, appunto. Hai corso in MotoGP e conosci Bautista. Che ha lui più degli altri?

Penso sia una combinazione pilota - moto. Se osserviamo attentamente, si può notare come la Panigale V4 R non sia affatto semplice da portare al limite. L’unico a capirla è stato Alvaro. L’esperienza maturata da Bautista in MotoGP, proprio con una Ducati, lo aiuta tanto. È il primo anno per la Rossa in SBK con una schema motoristico a quattro cilindri, e lo spagnolo vanta il lavoro fatto nei prototipi. Lui sa come far regolare il set up del telaio e delle sospensioni, conosce le possibilità offerte dalla gestione elettronica. Inoltre, Bautista ha tanta fiducia, ha compreso davvero come sviluppare la V4 R. É molto bravo, niente da dire. Infatti, Rea sta faticando. Johnny non aveva mai commesso tanti errori prima, lui è al limite e deve inventarsi qualcosa se vuole reagire”.

Quindi, Bautista le vincerà tutte?

Secondo me Alvaro ha già vinto il Mondiale (sorride) però non conquisterà ogni gara. Gli altri piloti si avvicineranno alla sua Ducati. Ad Imola, per esempio, vedo bene Rea e le Yamaha del team Crescent. Loro al Santerno potranno infastidire Alvaro e, perché no, vincere almeno una gara su tre”,

Melandri avrebbe potuto essere un diretto rivale di Bautista per il titolo, invece fatica. Che difficoltà ha Marco con la Yamaha?

Finché non proverò la moto da gara, non posso commentarne eventuali punti forti o deboli. Comunque, sì, è strano vedere Marco così in difficoltà. In Australia è andato forte, poi è calato; forse la squadra deve ancora capire come mettere a punto la R1 M, essendo il GRT un team nuovo, forse Melandri sta soffrendo questa poca esperienza della sua squadra”.

Ten Kate passa da  Honda a Yamaha: non credi che pure la tua squadra abbia bisogno di tempo per capire cosa e come fare?

Secondo me questo discorso non vale: noi riceveremo da Yamaha una moto esattamente uguale alle quattro già presenti sulla griglia. Telaio, motore ed elettronica saranno uguali a quelli in dotazione a Van Der Mark, Lowes, Melandri e Cortese. Le differenze saranno nell’impianto frenante, nei cerchi ed alcune infrastrutture. Ten Kate non dovrà realizzare pezzi o fare modifiche. Il team dovrà solo assemblare la moto. Il collegamento tra Ten Kate e Yamaha è diretto, a livello di un team ufficiale. Andrea Dosoli ha voluto e spinto per realizzare questo progetto, in Yamaha vogliono contatti diretti con le squadre iscritte in SBK e noi ne facciamo parte. Iniziando in ritardo, io ed il team Ten Kate non avremo niente da giocarci in questo campionato 2019. Proveremo a lottare in ogni corsa, cercando ciò che realmente vogliamo: un risultato da podio e, se si potrà, anche di più”.

Dovrai affrontare tre gare a weekend, sei pronto?

Certo, meglio così. Sono rimasto a digiuno di corse, ma mi rifarò: più gare ci sono, maggiore è la soddisfazione per un  pilota come me. Pure i fans possono divertirsi di più: pagando un biglietto, l’appassionato potrà assistere a tante corse, incluse quelli di Supersport 600 e 300. Cambiamento positivo per la SBK, questo”.

 

 

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