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MotoGP, Rossi: “Marquez? Quando è caduto mi sono emozionato”

“E' stata una grande occasione. In quei casi ci vuole poco a essere un eroe o un coglione. Io l’idolo di Rins? Una storia già vissuta. Quelli che dicono così sono poi stati i miei peggiori rivali”

MotoGP: Rossi: “Marquez? Quando è caduto mi sono emozionato”

Valentino Rossi ci ha provato fino all’ultimo metro a centrare una vittoria che gli mancava da Assen 2017. L’occasione era davvero ghiotta, dal momento che Marquez si era addirittura autoeliminato. Purtroppo per il 46 non c’è stato nulla da fare. A mettergli i bastoni tra le ruote è stato infatti Alex Rins, che dopo aver colmato il gap dal nove volte iridato, ha piazzato l’attacco vincente.

“Cosa si può dire dopo una gara del genere – ha esordito Rossi - da una parte sono dispiaciuto perché è tanto che non vinco, ma dall’altra sono felice, dato che sono riuscito a essere competitivo. Forse oggi era l’occasione per ottenere il successo, ma dopo che Rins mi ha passato ho commesso due errori in staccata. Dispiace moltissimo, visto che era una buona occasione per vincere, ma noi continuiamo a provarci, senza arrenderci”.

Cosa pensi abbia fatto la differenza in quel finale?

Rins con le gomme era messo meglio e sfruttava bene l’accelerazione, tra l’altro faceva delle belle linee per evitare le buche. Più o meno è stata questa la questione. Se fossi stato perfetto avrei magari tentato un attacco all’ultimo, però c’era da vedere come sarebbe finita. A parte ciò portiamo a casa 20 punti importanti”.

Nel finale eri però vicinissimo, sembrava ci fosse l’occasione.

“All’ultimo giro sono sceso sotto i 2’05”. Volevo spingere al 103%, cercando di evitare di stendermi, perché se andavo al 120% ero a terra. Quando Rins mi ha passato volevo capire come poterlo attaccare. Alla curva 12 ero veloce, però per poco non lo tamponavo se non mollavo i freni”.

Oggi Marc ha deciso di farvi un grande favore, autoeliminandosi.

“Al via ho cercato di rimanere vicino a Marquez, ma lui è riuscito a scappare. Su questa pista lui ha alcuni segreti, infatti in frenata e nelle curve ha un passo migliore. Sinceramente non me l’aspettavo che Marc cadesse, infatti mi sono emozionato in quel momento e ci ho messo un attimo per realizzare il tutto. Sono comunque cose che possono accadere quando sei al limite. In quei casi basta poco tra essere eroe o un coglione”.

La vittoria non è arrivata, ma quanto è importante questo secondo posto?

“Molto, perché siamo riusciti a trovare la giusta direzione e io sono entusiasta di questo inizio di stagione, dato che sono stato competitivo su tutti e tre i tracciati. Come ho già detto mi sto trovando bene con questo gruppo di lavoro. Purtroppo negli ultimi due anni non è mai successo niente e quello è stato un problema. Sono convinto del fatto che se la Yamaha si impegnasse come sta facendo ora ha il potenziale per vincere il Mondiale. Le cose grandi le si fanno soprattutto d’inverno ed è lì che bisogna cercare di fare in modo diverso”.

Hai citato il Mondiale. Credi che dopo oggi cambi qualcosa nella rincorsa verso il trono?

È tutto apertissimo, ma il favorito resta ancora Marquez. Personalmente spero di rimanere lì e lottare fino alla fine. Come possiamo vedere è un Campionato molto livellato con quattro moto diverse nei primi posti. I numeri dicono che è bilanciato, ma non dobbiamo dimenticarci che oggi Marc è caduto, perché in caso contrario sarebbe stato già in fuga. Di sicuro il regolamento ha reso il weekend molto movimentato, infatti devi gestire le gomme ed essere sempre nei dieci a ogni sessione. A tal proposito abbiamo ad esempio visto Dovi rimanere fuori dalla Q2”.

Con queste prestazioni pensi sia possibile rincorrere il decimo titolo?

È troppo presto per dirlo, dato che dipende da cosa accadrà nei prossimi weekend. La MotoGP è come la F1, dove tutti lavorano continuamente per migliorarsi da una gara all’altra. Dobbiamo ovviamente raccogliere questi 20 punti, ma mantenere la concentrazione”.

Nel parco chiuso Rins era stupito perché ha battuto il suo idolo da piccolo.

“Riguardo questi giovani che dicono così è una storia già vissuta, non è vero. Mi preoccupa però come cosa, perché quelli che l’hanno detto si sono rivelati i peggiori rivali (sorride)”.

Archiviato il Texas ora si torna in Europa. Cosa c’è da aspettarsi a Jerez?

“È stata una delle piste più difficili negli ultimi due anni, sarà quindi una prova importante per capire se saremo o meno veloci. In passato è stato un disastro, dato che abbiamo sofferto. Dovremo quindi cercare di lavorare per partire col piede giusto”.

Un’ultima battuta. Come spighi il fatto che a parte la tua Yamaha, le altre sono tutte dietro?

“Fino ad oggi sono stato bravo, ho guidato bene. Sono quindi contento e fiero. Io lavoro anche per essere il primo in Yamaha e quindi sono entusiasta”.


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