Era dal 2009 che Valentino Rossi non partiva dalla prima fila in una gara americana, quell’anno si correva a Laguna Seca. Ad Austin il Dottore non ha sbagliato nulla e arrivare dietro al solo Marquez in Texas è comunque un successo. Infatti non potrebbe essere più contento, anche se i dubbi per domani non sono dissipati. Perdere un turno di prove libere non aiuta e questo vale per tutti i piloti.
Valentino, domani partirai al fianco di Marquez, è possibile fare il colpaccio?
“Sarebbe fantastico riuscire a battere Marc e sicuramente ci proverò, rispetto agli scorsi anni la differenza è minore ma lui rimane il più veloce. Diciamo che sarebbe già bello stargli vicino, ma ci sono anche tanti altri piloti veloci. Per esempio Vinales, dovrò fare il massimo per stargli davanti”.
Qual è il bilancio alla vigilia della gara?
“Purtroppo oggi non siamo riusciti a lavorare molto e ieri c’erano 5 piloti più forti di me sul passo. Ho fatto delle modifiche alla M1 e in qualifica mi sono sentito meglio, ma non c’è stata l’opportunità di verificare il passo di gara”.
Il warm up sarà molto importante?
“Sicuramente, in particolar modo per la scelta delle gomme. All’anteriore potrei usare la morbida o la media, al posteriore addirittura tutte e tre le opzioni”.
La Yamaha sembra avere imboccato la strada giusta…
“Stiamo lavorando bene sia sulla moto che con le gomme, è dall’Argentina che riesco a essere competitivo in ogni turno”.
C’era il tuo fisioterapista nel box, hai qualche problema fisico?
“Nelle FP4 a una spalla, forse perché non avevo fatto il giusto riscaldamento avendo saltato il turno del mattino. Ora è tutto risolto”.
Le buche sono un problema per tutti, ma la M1 sembra assorbirle bene…
“Uno dei punti di forza della nostra moto è proprio la stabilità, andiamo forte su questa pista anche per quella caratteristica”.
Nel paddock c’è Kenny Roberts, va ancora forte in moto, pensi che riuscirai a fare lo stesso alla sua età?
“Kenny è uno dei nomi più grandi del motociclismo perché ha fatto qualcosa di speciale. È uno degli eroi di mio papà Graziano, che mi raccontava che quando arrivò in Europa cambiò il nostro sport con uno stile di guida nuovo e diverso da quello di tutti gli altri. Io ricordo quando nel 2009 a Indianapolis andò fortissimo sulla Yamaha 750 2 tempi da dirt track. Andare come lui a più di 60 anni? Lo spero!” (ride)