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MotoGP, Rins passa l'esame di maturità ad Austin con il Professor Rossi

La caduta di Marquez spiana la strada al duello fra Valentino e Alex che da prova di sangue freddo. Miller sul podio, Dovi, 4°, torna in testa al mondiale

MotoGP: Rins passa l'esame di maturità ad Austin con il Professor Rossi

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La ha persa al rallentatore. Più un testa-coda che una scivolata poi, quando è balzato in piedi come un gatto per rimontare in sella, la sua Honda non ne ha voluto sapere di riprendere vita.

E' finito così, al 9° giro, il Gran Premio delle Americhe per Marc Marquez.
Ha fatto tutto da solo Marc come se, consapevole che ad Austin nessuno fosse in grado di batterlo, dovesse in qualche modo giustificare la sua inevitabile vittoria con una prestazione superlativa. Come quella di Rio Hondo, in Argentina.

Quando, però, si raggiunge la vetta di una montagna l'aria diventa sottile, e non c'è dubbio che dopo sette vittorie consecutive quella del COTA fosse rarefatta.

E' la legge dei grandi numeri: sapeva di poter essere battuto, ma in realtà non ci credeva. A meno che non fosse stato lui stesso, mentre si trovava tranquillo al comando, a commettere un errore.

La sua uscita di scena, di poco successiva a quella di Cal Crutchlow, ha animato la gara.
Lui fuori, infatti, il Gran Premio è vissuto sul duello fra Valentino Rossi e Alex Rins.

Rossi ci ha provato la Rins ha tenuto botta centrando la sua prima vittoria

Il Fenomeno ha tirato fuori tutta la classe e l'esperienza dei suoi 40 anni. Dio sa se non desiderasse quella vittoria che gli sfugge da Assen 2017, ma sul cammino di un successo che sarebbe stato epico ha trovato un giovane probabilmente più affamato di lui.

In sella ad una Suzuki in grande crescita Rins non ha sbagliato nulla e a quattro giri dalla fine ha saltato il nove volte iridato mettendosi al comando.

Da lì in avanti ha protetto la posizione con maestria, senza mai perdere la calma, nemmeno quando, tirando fuori le ultime stille di energia e l'ultimo grip offerto dalle gomme Valentino gli si è riavvicinato facendo temere o sperare uno dei suoi ultimi giri da leggenda.

Non ce l'ha fatta, Alex non si è lasciato avvicinare, ed ha chiuso la partita con meno di mezzo secondo di vantaggio.
Bella gara, tirata, segno che la Michelin ad Austin ha portato gomme capaci di reggere il ritmo sino alla fine.

La Ducati sul podio con Jack Miller, Dovizioso medaglia di legno

Sul podio, al fianco della Suzuki e della Yamaha, è salita anche una Ducati, quella di Jack Miller che è riuscito a tenere a freno la sua irruenza regalandosi un podio che gli manca dalla vittoria di Assen del 2016 e dopo i due quarti posti in Argentina e Francia del 2018.

La medaglia di legno, così, è andata ad Andrea Dovizioso che ha corso una gara in rimonta e porta a casa punti pesanti che lo riportano a quota 54 in testa al mondiale, addirittura con 10 punti di vantaggio su Marquez, superato anche da Rossi (51) e Rins (49).

Dovi però ha poco da stare allegro: non si vince il mondiale sperando nelle disgrazie altrui. Ma è anche vero che Marquez lo si può battere solo così: sperando nei suoi errori.

Una menzione la merita anche Franco Morbidelli, buon 5°, davanti a Petrucci, anche se i secondi di distacco - diciotto - sono tanti.
Buona gara ha corso anche Fabio Quartararo, un debuttante che continua stupirci e ottimo è l'ottavo posto di Pol Espargarò con la KTM anche se quasi 30" di distacco sono l'Everest e scalarlo per la casa di Mattighofen non sarà facile.

Da questi distacchi in poi, parliamo di Bronx della classifica, anche se sembra brutto relegarvi l'altro cookie, Francesco Bagnaia.
Da dimenticare invece la gara di Maverick Vinales, che ha pagato una falsa partenza. Errore diviso con Mir e puntini dall'inflessibile giuria presieduto da Freddie Spencer.

Il discorso fatto per Pol e la KTM vale anche per Andrea Iannone, unica Aprilia al traguardo dopo la caduta di Aleix Espargaro. La strada è lunga, ma per entrambe le Case è importante non mollare.

Un esortazione che facciamo anche a due piloti che attraversano veramente un brutto momento: Cal Crutchlow, messo fuori gara da una caduta al sesto giro mentre viaggiava di concerto con Valentino Rossi in terza posizione e Jorge Lorenzo che ha abbandonato la compagnia all'11° passaggio mentre si trovava in decima posizione per un problema ancora non identificato.

Ora si torna in Europa. Prossimo appuntamento, Jerez, il 5 maggio.
Marc, ci dispiace per te, ma la tua scivolata ci regala l'attesa per un rimontone che già da ora sappiamo sarà entusiasmante.
Non ti piace vincere facile, eh?

 

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