Gli inglesi direbbero, con frase tanto sintetica quanto spietata, che Rea è ‘the best of the rest’, il migliore degli altri. Da quando Bautista è salito sulla Ducati Panigale V4, Jonathan non ha più vinto una gara ma collezionato 7 secondi posti di seguito. Una medaglia d’argento che incomincia a pesare al collo del pilota della Kawasaki.
“Ora mi trovo in un territorio diverso, devo rivedere le mie aspettative e fare il massimo con la mia moto. La stagione è lunga, passo dopo passo vedremo dove potrò arrivare” deve confermare dopo il podio di Aragon.
Rea non molla, ma contro Alvaro c’è poco da fare e non si nasconde dietro a un dito.
“Il distacco da Bautista era troppo grande, non pensavo di potere vincere oggi - ammette - Ho fatto il massimo e sono contento. Stiamo iniziando a migliorare l’assetto e sento di avere già un pacchetto migliore rispetto a quello dello scorso anno, ma quando hai un nuovo riferimento e cerchi di spingere al limite, allora saltano fuori dei problemi. Quest’anno siamo tutti più veloci, ma sto riscontrando dei problemi che non avevo mai avuto prima, specialmente con la stabilità dell’anteriore”.
La Verdona non si è trasformata improvvisamente da cigno a brutto anatroccolo, ma sembra non riuscire a tenere testa alla Ducati. Jonathan sa che ci sarebbe margine di miglioramento, ma servirebbe maggior tempo.
“Quest’anno è difficile con solo due turni di libere il venerdì - sottolinea - inoltre Pirelli continua a portare gomme nuove, quindi non c’è tanto tempo per provare grosse modifiche alla moto”.
Quando si è al limite, inoltre, è facile commettere qualche passo falso ed è esattamente quello che è successo in Superpole. Col senno di poi, però, non sarebbe comunque cambiato molto.
“Abbiamo fatto degli errori, sia io che la squadra, nelle qualifiche - ammette Rea - Volevamo fare due giri, ma eravamo in ritardo e io ho sbagliato al primo giro, ho cercato di salvare le gomme per il secondo e ho preso la bandiera a scacchi. Questo è stato il grosso errore ma non ha avuto conseguenze sulla gara, non avrei potuto fare di più anche se ho raccolto il massimo partendo dal 10° posto sullo schieramento”.
In questa situazione, Jonathan deve accontentarsi e trovare soddisfazione in altro.
“È stata una gara emozionante per me, con tanti sorpassi, e lottando con le Yamaha e le Ducati ho potuto capire i loro punti di forza per capire dove possiamo migliorare - cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno - Sono contento per i punti e per essere sul podio, ma sono ovviamente deluso per il gap da Bautista perché è troppo grande. Ho fatto una partenza incredibile, poi mi sono toccato con Reitenberger. È stato un’incidente di gara e sono contento che non si sia fatto male, ma mi è sembrato distratto sullo schieramento, ha anche sbagliato posizione, poi è andato in panico. Comunque, questa mattina avevo avuto qualche problema nelle prove di partenza, ma è andato tutto alla perfezione e mi sono trovato in una buona posizione alla prima curva. Mi sono divertito, veramente. Chaz sulla Ducati era avvantaggiato nell’ultima parte del circuito, dovevo essere creativo nei sorpassi perché non potevo farlo in rettilineo”.
Rea ha potuto confrontarsi contro Davies, dopo avere incrociato le ruote con Alvaro in Australia.
“Differenze fra i due? Non voglio rispondere” parte sulla difensiva. Poi si sbottona: “un pilota non fa errori, mentre l’altro ne fa molti”.
Facile capire a chi si riferisca. Però Alvaro non è l’unico problema di Jonathan. Da una parte, la curiosità è sapere se c’è un piano di sviluppo per la ZX10-RR, “dovete chiedere a Kawasaki” svicola, dall’altro se è preoccupato dell’evoluzione di altri piloti, che potrebbe dargli filo da torcere. ”Il mio cervello è già abbastanza stanco, non ho voglia di rispondere” chiude il discorso.