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MotoGP, Rivola: "Bisogna mettere dei paletti all'aerodinamica"

Il Ceo di Aprilia Racing: "Con il nostro appello non vogliamo togliere la vittoria a Dovizioso, ma regole più chiare e controlli più professionali"

MotoGP: Rivola: "Bisogna mettere dei paletti all'aerodinamica"

Il Mugello oggi è in festa, tanti appassionati sono arrivati in circuito per l’Aprilia All Stars, una giornata per celebrare il marchio di Noale. In mezzo a tanti appuntamenti in pista e nel paddock, c’è anche stato il tempo di parlare dell’argomento che sta tenendo banco in questi giorni in MotoGP: il caso Ducati. “Ho fatto un bel casino per essere la mia prima gara in MotoGP” scherza Massimo Rivola, nuovo Ceo di Aprilia Racing.

Qual è stato il clima ieri, nell’udienza della Corte di Appello della FIM?
Quello che mi aspettavo, non eravamo esattamente degli amici che si riunivano al bar (ride). Scherzi a parte, credo che siamo riusciti a dimostrare che un’ala genere un carico aerodinamico, mi sembra  una cosa elementare”.

Quale risultato volete raggiungere attraverso questa protesta?
Non quello di cambiare il risultato della gara del Qatar, di togliere la vittoria a Dovizioso. Non mi aspetto dei grandi cambiamenti in tempi brevi, ma che tutti capiscano che servono dei chiarimenti sul piano regolamentare”.

Perché mettere dei limiti all’aerodinamica è così importante?
In Formula 1 ho imparato che lo sviluppo in quest’area costa una fortuna a fronte dei benefici piccoli. Però anche una piccola differenza può fare vincere una gara e basta vedere quanto sono stati ridotti i distacchi sul traguardo in Qatar”.

Qual è la soluzione?
Se non si mettono dei paletti i costi i costi sono destinati ad aumentare e non nego che Aprilia, che è la squadra che ha il budget minore, sarebbe particolarmente penalizzata. Il mio lavoro è anche quello di evidenziare certe criticità ed è meglio che questo problema sia uscito allo scoperto nella prima gara che più avanti nella stagione”.

Cosa proponi?
Suggerisco un regolamento più chiaro. So che ci saranno sempre delle aree grigie e il lavoro dei direttori sportivi e degli ingegneri è anche quello di trovarle, come ha fatto Ducati, ma mettere dei limiti all’aerodinamica è necessario ed è la volontà di almeno 4 dei 6 costruttori che corrono in MotoGP”.

Non basta avere regole chiare, bisogna farle anche rispettare…
In MotoGP si spendono molti soldi e la Federazione deve riuscire a controllare ogni cosa. Non penso sia accettabile che non lo faccia, in questo senso bisogna alzare il livello di professionalità”.

Lasciando perdere questo caso, che ricordo hai portato a casa dal tuo primo GP?
“È stato emozionante, è stato come tornare indietro di vent’anni, alla mia prima gara in Formula 1. Sapevo di trovare un mondo ricco di emozioni perché ho sempre seguito la MotoGP, solo che ora non sono più uno spettatore ma combatto in prima linea. La passione per il motociclismo è stato il motivo che mi ha portato qui e so di avere tanto da imparare”.

Come sono stati i primi mesi di lavoro?
Le aziende sono fatte di persone e devo conoscerle. Ci sono degli aspetti della gestione di un team di Formula 1 che posso portare in MotoGP, e non parla di professionalità ma di determinate procedure. A Noale ho trovato persone molto capaci e credo ci sia un grande margine di miglioramento. Aprilia è l’azienda leader per la tecnologia nel Gruppo Piaggio e abbiamo grande responsabilità”.

Che nelle corse è quella di vincere…
Aprilia vanta 54 titoli mondiali e voglio arrivare a 55 il prima possibile. So che è un traguardo ambizioso, ma se non lo sei non arriverai mai dove vorrai”.

Qual è il primo obiettivo?
Salire sul podio, e non perché tutti i piloti davanti a noi cadano ma perché ce lo meritiamo (ride). Ho sempre lavorato con i piloti, conosco bene quelli delle 4 ruote e sono curioso di conoscere quelli delle 2 ruote. So anche che un pilota è soprattutto un’atleta e la differenza più grande la fa la testa”.


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