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SBK, Nava: "Ecco perché il matrimonio tra Bautista e Ducati è perfetto"

Parla il capotecnico di Alvaro: "nella Panigale V4R ha trovato il DNA della MotoGP e la guida così. Facile? Non lo è, sta dando il massimo"

SBK: Nava: "Ecco perché il matrimonio tra Bautista e Ducati è perfetto"

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Dopo anni di dominio targato Rea e Kawasaki, alla SBK serviva uno scossone. È arrivato con l’entrata in scena di Alvaro Bautista e della Ducati Panigale V4R e in pochi si sarebbero aspettati che fosse così grande. Lo spagnolo ha semplicemente dominato i primi due round di apertura del campionato e non pare proprio essere sazio.

La Rossa, dopo qualche anno sottotono, si è rimessa nelle posizioni a cui era abituata. “Io continuo a dire che se tutto va bene possiamo vincere il titolo di Rookye of the Year, ma mi rispondono che in SBK non c’è. Dovremo vincere qualcos’altro”, a scherzare è Giulio Nava, capotecnico di Alvaro. Lui e Bautista avevano già lavorato insieme in MotoGP, nel 2015 e nel 2016 in Aprilia, e si sono ritrovati.

Tutto è iniziato da pochi mesi, ma l’impressione è conosciate la Panigale V4R da sempre…
Io e Alvaro abbiamo visto la moto per la prima volta a fine novembre nei test di Jerez, diciamo che abbiamo firmato a scatola chiusa. Dentro abbiamo trovato un bel regalo”.

Ti aspettavi un inizio del genere?
Guardando solo i tempi nei test invernali pensavo che avremmo potuto fare bene, ma non erano stati risultati eclatanti. Logicamente Alvaro doveva conoscere la moto, le gomme e anche le piste, perché Portimao non l’aveva mai vista prima. Logicamente gli serviva tempo per prendere le misure a tutte queste novità”.

Eri preoccupato?
Per come lo conosco, mi trasmetteva comunque tranquillità guardandolo. Lo vedevo rilassato, faceva ogni cosa con calma e naturalezza, significava che la situazione era già sotto controllo. Dall’esterno è facile dire che è tutto facile, pensando che Alvaro arriva dalla MotoGP, ma un conto è avere tutto per fare bene e un altro riuscirci”.

"BAUTISTA HA LA MOTO GIUSTA E STA FACENDO VEDERE DI COSA È CAPACE"

Hai trovato un Bautista diverso da quello che conoscevi?
È una questione di combinazione fra vari elementi. Sicuramente, rispetto all’Alvaro che avevo lasciato a fine 2016, è cresciuto ancora, è migliorato in tanti aspetti. Ora però è nel team ufficiale Ducati in SBK, che significa avere delle grandi aspettative da gestire ma anche un’enorme potenza di fuoco alle spalle. Alvaro, nella sua carriera, raramente si è trovato in una condizione tecnica di questo tipo. È sempre stato un grande professionista, ma in una situazione del genere è normale dare ancora di più. Ha fatto un certo numero di anni faticando e, pur ottenendo ottime prestazioni in relazione ai mezzi che aveva, non era mai stato preso troppo in considerazione, non aveva mai avuto una moto già al top. Qui ce l’ha e sta facendo di tutto per fare vedere di cosa è capace”.

Sembra inarrestabile…
“Quando affronti tante novità è facile trovare delle difficoltà. Anche perché la moto non è nuova solo per noi, ma anche per i tecnici di Ducati. Con la bicilindrica c’era una banca dati enorme a cui attingere, con la Panigale V4R bisogna mettere in discussione tutto ogni volta. Da una parte bisogna verificare la moto su piste nuove, dall’altro c’è il materiale nuovo da provare. Ci sono delle aree grigie di intervento e non è detto che vada sempre tutto bene

Però ora siete il riferimento della categoria…
Per il momento siamo stati bravi, soprattutto grazie al lavoro delle persone a casa che non si è mai fermato. Questo ci ha permesso di dare ad Alvaro la moto migliore per le condizioni che abbiamo trovato, poi lui è un gran pilota e ci ha aiutato”.

Come?
Alvaro sa bene quello che gli serve e soprattutto dà ai tecnici delle indicazioni sempre molto chiare e precise. Inoltre, cosa molto importante, non ha preconcetti: non ha problemi a provare, per esempio, una gomma scartata da tutti gli altri piloti. Questa sua disponibilità aiuta molto”.

Ci fai un esempio?
Nei test di Phillip Island Pirelli aveva portato diverse soluzioni per la gommaanteriore e noi le provammo subito, ne trovò una che gli piacque e l’ha usata in tutte le gare, sia in Australia sia in Thailandia. Non sono stati in tanto a farlo; lui, per così dire, l’ha scoperta prima degli altri e abbiamo avuto il tempo di lavorarci su. Avere un pilota disponibile e che non si fa influenzare dalle scelte degli altri piloti vuol dire tanto”.

"BAUTISTA GUIDA LA PANIGALE V4R COME UNA MOTOGP PERCHÉ HANNO LO STESSO DNA"

Bautista è l’unico pilota in SBK che guida come in MotoGP, sei d’accordo?
Bisogna ringraziare Ducati per questo, perché appena Alvaro è salito per la prima volta sula moto ha fatto delle richieste precise. Lui voleva guidare la moto in quel modo, anche perché è da 10 anni che lo fa, e ha chiesto semplicemente di adattare l’ergonomia della Panigale alle sua esigenze. Ducati ha fatto uno sforzo abbastanza grande per accontentarlo e due mesi dopo avevamo già tutto il materiale che Alvaro aveva richiesto. Bisogna dare il merito a chi lavora in azienda e ringraziarli perché riesce a guidare la V4R come una MotoGP.

Può farlo perché la Panigale V4R è derivata dalla Desmosedici?
Su un’altra moto tenderebbe comunque a guidare allo stesso modo, perché è abituato, ma guidando una sorta MotoGP stradale, se vogliamo definirla in questo modo, ha ritrovato un DNA che conosceva. La Panigale V4R dà il suo massimo se si usa quello stile di guida, per Alvaro è naturale farlo e quindi, passate il termine, è un matrimonio perfetto. Questo ha reso anche il suo adattamento alla SBK molto più semplice”.

Qualcuno sostiene che per lui vincere sia fin troppo semplice…
Il livello della SBK non è più basso rispetto a quello della MotoGP, è semplicemente un campionato diverso. Non è semplice arrivare e battere dei piloti che hanno corso per tutta la loro carriera su queste moto. Da fuori sembra tutto facile, ma non è così: sia Alvaro sia Ducati si stanno impegnando parecchio per ottenere certi risultati perché vogliono vincere.

"MENO GIRI? DUCATI POTRÀ SOPPERIRE A UN'EVENTUALE LIMITAZIONE"

Gli altri piloti Ducati faticano a interpretare la nuova moto, perché?
Sicuramente per Alvaro è più facile per i motivi che abbiamo detto. Chaz è comunque un pilota molto veloce, a volte ci si ferma al tempo finale sul giro, ma bisogna analizzare i vari settori della pista e spesso è ai livelli di Alvaro. In più ha avuto un inverno difficile a causa degli infortuni e questo lo ha rallentato nei test”.

Si parla di una riduzione del numero massimo di giri per la Ducati, questa eventualità ti preoccupa?
Sicuramente non ci favorirebbe, quindi sarebbe stupido non porsi il problema. Però sono fiducioso perché la V4R è una moto nuova e quindi ha ancora dei grandi margini di miglioramento, anche dal punto di vista della ciclistica. Guardando Alvaro vincere sembra che sia tutto a posto, in verità ci sono tante aree su cui intervenire, idee che stiamo valutando, materiale che stiamo aspettando e un piano di sviluppo. Con tutto il lavoro che abbiamo da fare durante l’anno, credo che Ducati sarebbe in grado di sopperire anche a un’eventuale riduzione del numero di giri.

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