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SBK, Ratcahda: “Per Rossi e l’Academy sono pronta a lasciare la Thailandia”

Parla la wildcard di Buriram in pista con la Yamaha numero 46: “Ho scelto le moto perché sanno emozionare più di una bambola”

SBK: Ratcahda: “Per Rossi e l’Academy sono pronta a lasciare la Thailandia”

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La sua Yamaha sfoggiava il numero 46, ma non era quella di Valentino Rossi, bensì di Ratchada Nakcharoensri, ovvero la wildcard locale che ha preso parte al round di Buriram della SuperSport. Per la prima volta nella propria storia, la 600 ha quindi visto al via ben due donne. Oltre all’asiatica non mancava infatti Maria Herrera.

Per la thailandese si trattava di una prima volta assoluta nel Mondiale e di conseguenza l’emozione trapelava dal volto. Il livello si è alzato nella categoria e tenere il passo dei primi quindici non è certo cosa semplice. Eppure lei ci ha provato, realizzando uno dei suoi sogni.

Essere al via di questa gara è un qualcosa di veramente unico per me, dato che concretizzo i tanti sforzi portati avanti nel tempo – ha esordito Ratchada – la SSP ha raggiunto un livello altissimo e ci sono piloti incredibili. Questa esperienza mi ha consentito quindi di crescere e imparare, dato che l’obiettivo del 2020 (come ribadisce il suo manager) è quello di partecipare a tutto il Mondiale”.

Ratchada, la tua Yamaha numero 46 non è sfuggita agli occhi delle persone.

Si capisce vero che sono una fan di Valentino (sorride)? Lui per me è un qualcosa di veramente unico, dato che ha scritto la storia di questo sport e ancora oggi è sui campi di gara a lottare per conquistare il decimo titolo”.

Domanda secca: qual è la vittoria più bella che ti rimane impressa di Rossi?

Non c’è una vittoria particolare, dato che ognuna ha un sapore particolare. Io credo che il bello di Valentino sia la sua carriera, ancora prima delle sue vittorie. Lui ha fatto del Motomondiale il proprio stile di vita e ancora oggi è lì tutte le domeniche a duellare”.

Lo sai che negli ultimi anni ha lanciato il progetto dell’Academy?

“Certo! Penso che tutti quei ragazzi che crescono al suo fianco hanno una fortuna enorme, dato che hanno la possibilità di apprendere tutti i suoi segreti”.

Ti piacerebbe un giorno fare un’esperienza del genere?

“Molto, sarebbe fantastico”.

A cosa saresti disposta a rinunciare?

Alla Thailandia. Non sarebbe facile, però avrei al fianco il numero uno delle moto”.

Ratchada, come mai hai preferito le moto alle bambole?

“Perché le moto sono emozione allo stato puro, molto più di una bambola, poi nella mia famiglia c’era mio fratello che correva, di conseguenza a 11 anni ho iniziato pure io. Tra l’altro qua in Thailandia, ma anche in tutta l’Asia, c’è grande passione attorno alle due ruote”.

Come vivi il duello in pista con i maschietti?

Quando li affronto ho moltissimi stimoli, perché se li batti significa che hai fatto qualcosa di speciale. Loro sono più forti di me, ma io non ho paura”.

Se ti dicessi la parola Yamaha qual è la prima cosa che pensi?

“Amore”.

E se ti dicessi Rossi?

Non saprei quale scegliere perché sarebbero molte”.

Chi lo vince il Mondiale MotoGP?

“Spero Rossi, nel caso va bene anche Dovizioso (sorride)”.

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