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SBK, Buriram: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Bautista e la V4 si trasformano in cannibali, divorandosi Rea e la Kawasaki in weekend dove anche la Thailandia è Rossa

SBK: Buriram: il Bello, il Brutto e il Cattivo

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Abbiamo aspettato tre settimane per capire cosa sarebbe cambiato dopo Phillip Island e finalmente siamo riusciti ad avere la risposta tanto attesa: niente! Avete letto bene! Già, perché la tappa di Buriram ha confermato gli attuali valori in campo con Alvaro Bautista e la Ducati V4 a recitare la parte di dominatori, mentre Rea e la Kawasaki chiamati a capitanare il gruppo degli inseguitori.

Anche al Chang lo spagnolo non ha fatto sconti, portando a casa il bottino pieno e lasciando alla concorrenza nemmeno le briciole. Arrivati a questo punto ci si chiede cosa possa cambiare ad Aragon, tra tre settimane, nonostante Marco Melandri ci abbia anticipato che l’esito è già scontato.

IL BELLO –  “I tifosi europei dovrebbero imparare dai thailandesi. In questi giorni potevi vedere un fan con una maglia rossa, gialla o di qualsiasi altro colore ma supportava tutti i piloti, nessuno escluso. È una cosa che in Europa si è dimenticata”. Queste parole le ha utilizzate Andrea Dovizioso dopo il GP della Thailandia dello scorso ottobre e noi non possiamo fare altro che riprenderle. Giù il cappello di fronte al calore e alla compostezza  del pubblico locale, che come sempre ha saputo distinguersi per la propria originalità. Qualora la SBK non dovesse tornare nel 2020 sarebbe un grosso dispiacere.

IL BRUTTO – Non vogliamo sapere cosa sia passato nella mente di Eugene Laverty, dopo che sabato la sua Ducati ha pensato bene di lasciarlo senza freni a 200km/h, mentre domenica nemmeno è partita dopo aver già saltato la Superpole Race. Lo aspettiamo ad Aragon con nuovi stimoli, anche se sarà difficile trovarli.

IL CATTIVO –  Più che a una gara di moto, sembrava che Marco Melandri stesse sperimentando le proprie doti nel rodeo. La sua R1 si è infatti rivelata un cavallo imbizzarrito a Buriram, praticamente impossibile da domare. Speriamo che la Spagna la renda nuovamente docile come in Australia.

LA DELUSIONE – La tappa del Chang era una sorta di gara di casa per la Honda. Peccato che Camier e Kiyonari abbiano fatto perdere le proprie tracce. Un fine settimana di sofferenza per i due alfieri Althea Moriwaki, tanto che Leon ha dovuto addirittura alzare bandiera bianca dopo la caduta nella Superpole Race.  

LA CONFERMA – Alvaro Bautista e la Panigale V4 sono una sentenza e anche in Thailandia lo spagnolo ha dettato legge. Meglio di così non poteva andare il weekend dell’alfiere Aruba, mattatore a 360°. Se l’iberico si conferma il primo, anche Johnny Rea lo è, ma degli inseguitori. Siamo convinti non gli vada molto giù come cosa al Cannibale.

L’ERRORE – Che peccato vedere Chaz Davies finire fuori in Gara 1. Un weekend che si è rivelato da subito in salita per il gallese, il cui epilogo ha visto poi la sua Panigale V4 lasciarlo per strada. Aiuto dall’alto cercasi!

LA SORPRESA – Guardate le classifiche di Gara 1, Gara 2 e Superpole Race. Non potrà sfuggirvi che i primi sette sono sempre gli stessi. Incredibile, ma vero! Forse era più facile centrare i sei numeri del Superenalotto che prevedere un simile finale.

IL SORPASSOHaslam, Melandri, Davies e van der Mark. Mentre davanti ci stavamo annoiando, i quattro dietro si divertivano a colpi di staccate e traversi la domenica. Il sorpasso più bello? A voi la scelta!

LA CURIOSITA’ – Maria Herrera e Ratchada Nakcharoensri hanno dato nel fine settimana un tocco di rosa alla SuperSport a Buriram. Non era mai accaduto nella storia delle derivate che due donne partecipassero allo stesso evento nella categoria 600.

IO L’AVEVO DETTO Johnny Rea al venerdì dopo le libere: “Questa volta spingerò al 100% e non mi risparmierò”. Le intenzioni del Cannibale erano buone, peccato solo non avesse fatto i conti con Bautista e la sua Panigale.  

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