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MotoGP, Venti di guerra, Ducati accusa Honda: la vostra ala 'stalla'

Dall'Igna pensa ad una protesta per il supposto 'stallo' degli spoiler Honda: "se quelle ali si deformano durante l'utilizzo sono dispositivi mobili. Proibiti"

MotoGP: Venti di guerra, Ducati accusa Honda: la vostra ala 'stalla'

L'aerodinamica è un vaso di Pandora solo recentemente scoperchiato nel motociclismo.

Lasciamo stare gli storici spoiler montati (e non utilizzati) sulla MV Agusta ai tempi di Agostini e Read, in realtà le prime appendici aerodinamiche furono utilizzate sulla Suzuki da Barry Sheene nel 1976.

Più che ali, però, erano profili sui lati della carena per cercare di recuperare un po' di carico verticale e stabilizzare le 500 2 Tempi di quegli anni, estremamente leggere (115 Kg) e prone ad ondeggiare ad alta velocità per la portanza delle carenature stesse che favorivano l'alleggerimento della ruota anteriore.

Oggi il discorso è completamente diverso, la F.1 ha fatto scuola, e quanto sia avanti il mondo delle quattro ruote rispetto al motociclismo è evidente: basta guardare il musetto di una Formula e confrontarlo con l'ala anteriore di una monoposto, composta di tante, tantissime appendici, deviatori di flusso eccetera.

L'aria è testarda, segue le sue leggi, per modificarle ci vogliono 'trucchi'

Perché l'aria è testarda, dicono scherzando gli ingegneri aerodinamici che vogliono indirizzarla dove vogliono loro, segue le sue leggi, che sono poi le leggi della fisica sulla dinamica dei fluidi e per piegarla alla volontà della deportanza è necessario ricorrere a tanti piccoli trucchi.
Alcuni leciti, altri no.

Impossibile, in questi giorni, non pensare ovviamente al 'cucchiaio' triplano di Gigi Dall'Igna. All'uso del 'water deflector' attaccato al forcellone della Ducati GP19 che le case avversarie - Aprilia, Honda, Suzuki e KTM - dicono essere stato pensato per generare deportanza.
Il Generale Gigi, in proposito, con GPOne nella prima intervista rilasciata è stato chiarissimo: "Che possano generale carico è una affermazione un po' strana. Il regolamento o meglio le linee guida diramate dal DT dicono che puoi usare uno spoiler, qualcosa di attaccato al forcellone, che abbia come obiettivo di raffreddare la gomma, di evitare che ci vada l'acqua o i detriti. L'importante è che lo scopo di questo sistema non sia quello dei generare carico aerodinamico. Ma lo ribadisco, lo scopo del nostro sistema è quello di raffreddare la gomma posteriore. Le alette che ci sono servono sì ad aumentare la velocità dell'aria in quella zona, ma proprio perché il coefficiente di scambio termico dipende dalla velocità dell'aria e quindi noi abbiamo fatto un sistema che cerca di raffreddare il più possibile la gomma posteriore. E quello è l'obiettivo di quel sistema lì".

L'accusa di Gigi Dall'Igna: "Ali sottili e pericolose, potrebbero deformarsi durante l'uso, una cosa proibita"

Ci è sembrato, nella sua calma serafica, piuttosto adirato l'ingegnere veneto, ed infatti nella intervista successiva, quella rilasciata a Boselli di SKY, ha lanciato la sua freccia avvelenata: "Il fatto che Honda abbia messo in discussione le scelte del direttore tecnico ci mette nella condizione di porci il problema se fare noi un eventuale reclamo nei confronti della Honda per le sue ali, che onestamente noi giudichiamo pericolose. Oltretutto per come sono fatte, per quanto è esile la loro base, potrebbero anche essere soggette a deformazioni importanti".
Notate: non ha parlato di altri avversari, Gigi. Solo di Honda. Ed ha usato un termine preciso: deformazioni.

 Il Consiglio Mondiale della FIA ha approvato l'aerodinamica di Nicholas Tombazis per la Formula 1 del 2019. Queste nuove norme sono state studiate al fin di migliorare i sorpassi e le opportunità di staccata

L'eventuale capacità da parte di Ducati di dimostrare che queste ali possano modificare la propria forma quando sottoposte a certi carichi, come avveniva qualche anno fa in Formula 1 con alcune soluzioni aerodinamiche poi proibite, apre ovviamente un potenziale vaso diPandora.

"Succederebbe per i carichi che subiscono e quindi magari anche essere considerate delle appendici mobili - ha proseguito Dall'Igna - Noi non l'avevamo mai preso in considerazione, ma se la Honda ha messo in discussione l'operato di Danny Aldridge, questo ci consente di pensare a un eventuale reclamo nei confronti di Honda nelle prossime gare".

In F.1 far 'stallare' le ali ha permesso di guadagnare velocità in rettilineo, perché si perde deportanza e quindi resistenza all'avanzamento

Avete capito? Stiamo parlando di ali che 'stallano' (il termine aeronautico non è il più corretto, ma spiega il fenomeno) sotto un determinato carico, perdendo la loro forma che genera deportanza per assumere un profilo chiamiamolo così, neutro.

A che servirebbe il marchingegno?
Ma è ovvio, esaurito il loro compito che è quello di diminuire l'impennata, favorendo la trasmissione della potenza a terra e quindi ad un minore utilizzo del traction control, le ali stallando permetterebbero di guadagnare qualche chilometro orario in rettilineo, che altrimenti sarebbe perso per via della maggiore resistenza all'avanzamento (il "drag") determinata da qualsiasi ala.

In F.1 sono stati utilizzati vari sistemi per far stallare l'ala. Da buchi chiusi con il ginocchio del pilota di condotti nell'abitacolo a passaggi di aria forzatamente all’interno di una cavità nel profilo alare in modo da creare una differenza di pressione tale da produrre il distacco della vena fluida dalla parte superiore del profilo stesso aumentandone la penetrazione aerodinamica e la velocità di punta.

Cosa intendeva dunque dire Gigi Dall'Igna con la sua minaccia di fare reclamo alla Honda? Si riferiva proprio a questo, attacchi sottili dello spoiler che sotto la pressione della velocità, oltre un determinato carico, modificano il proprio profilo stallando?

Aria sopra, aria sotto, ecco come funziona un profilo alare

Già perché il funzionamento di uno spoiler è relativamente semplice: l'aria che passa dalla parte superiore lo spinge verso il basso; l'aria che passa al di sotto, invece, va ad una velocità più elevata, quindi ha minore pressione e di conseguenza "aspira" il profilo verso il basso: in una parola, crea dunque deportanza.

Se per una modifica dell'incidenza, determinata magari dal materiale utilizzato, molto flessibile, l'aria che avvolge il profilo, staccandosi dal dorso, viaggia alla stessa velocità sia sulla parte superiore che inferiore, il profilo diventa quasi neutro. Qualcosa in termini di resistenza lo fa sempre, ma poco.

Riuscire ad ottenere effetti del genere non è facile. Oltre a profonde conoscenze del campo c'è bisogno di una analisi aerodinamica che si basa sulla simulazione CFD (computational fluid dynamics). Oltre, ovviamente, ad ore e ore passate in galleria del vento.
Proprio ciò che gli avversari dicono stia facendo la Ducati, forte dell'appoggio e dell'esperienza di AUDI.

Comunque tutto ciò non è proibito, purché si rimanga all'interno delle regole.

In aerodinamica regole senza numeri equivalgono ad interpretazioni infinite

Il problema è che se le misure di alesaggio e corsa di un motore sono misurabili, e quelle sono, per l'aerodinamica il discorso è un po' più complesso.

E per questo motivo Gigi Dall'Igna auspicava regole farcite di tanti bei numerini, invece della pedissequa approvazione di Danny Aldridge.
Aveva ragione, ovviamente, ma non volendosi complicare la vita i suoi avversari non sono stati d'accordo.
Un errore eclatante.

Dunque la domanda iniziale rimane per il momento senza risposta. Anzi le domande: perché a questo punto ci tocca parlare sia del 'cucchiaio' di Gigi, che dell'ala anteriore della Honda RC213-V.

Sul water deflector pesa la presenza di un piccolo 'triplano' al suo interno.
E a che servono le tre piccole ali una di seguito all'altra?

La regola dei tre (flap o slat) che tiene in aria gli aerei e incollate al suolo F.1 e MotoGP

Semplice: aggiungendo da uno fino a tre ali (flap o slat in gergo), la superficie alare su cui impatta l’aria aumenta. E aumentando la superficie, attraverso curvatura dei singoli profili che avvicina i vari elementi, aumenta il camber e quindi, a parità di angolo di attacco, aumenta la componente verticale di downforce espressa sull’ala stessa.

D'altro canto per quanto riguarda invece le ali montate sul capolino della Honda di Marquez e Lorenzo la loro forma effettivamente fa pensare, soprattutto per l'esigua sezione del punto di attacco.

Non c'è dubbio che sia stata pensata per minimizzare il 'drag', cioè la resistenza all'avanzamento, senza rinunciare alla deportanza.Regolare o no?

In fondo la forma non è troppo distante dai primi spoiler montati sulla Ducati, e poi proibiti per supposti motivi di sicurezza. Tirano venti di guerra, in MotoGP.

Vedremo presto a chi saranno favorevoli e a chi contrari.

 

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