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MotoE, Guidotti: "L'incendio di Jerez? Vi spiego cos'è successo"

Il team manager di Pramac dopo il rogo a Jerez: "I nostri meccanici erano stati preparati e c'è personale specializzato, è stato un caso limite"

MotoE: Guidotti: "L'incendio di Jerez? Vi spiego cos'è successo"

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L’incendio che ha devastato il paddock della MotoE è stato il peggior modo di iniziare questa avventura. Oltre ai danni economici e il tempo necessario per ripristinare tutto il materiale, l’immagine del campionato ne è stata compromessa. Bisognerà aspettare qualche settimana per capire quando si potrà correre la prima gara e se sarà possibile recuperare la gara di Jerez, già cancellata, e quella di Le Mans, che facilmente lo sarà.

Entro due settimane ci comunicheranno le tempistiche necessarie per allestire nuovamente le moto” spiega Francesco Guidotti, team manager del team Pramac che schiera nel campionato MotoE Alex De Angelis e Josh Hook.

Dopo avere visto le immagini di quell’incendio, a tanti sono venuti dei dubbi sulla sicurezza della MotoE. Tu cosa ne pensi?
A novembre sono stati fatti due corsi ai nostri tecnici, uno sul funzionamento generale della moto e l’altro sulla prevenzione di ogni tipo di rischio. In quell’occasione, hanno spiegato quali controlli fare prima di iniziare a lavorare sulla moto e come come comportarsi in caso di allarme”.

Vi hanno spiegato anche come comportarvi in caso di incendio?
No, però non è stato mai fatto nemmeno per la MotoGP. In compenso ci sono tre commissari specializzati presenti in ogni momento, lavorano per la stessa società che si occupa della sicurezza in FormulaE. Se i nostri tecnici rilevano dei segnali di allarmi sulle moto, li possono avvertire immediatamente”.

Il kit di emergenza fornito alle squadra di MotoE, come si vede è della FIA, utilizzato in Formula E, e non della FIM

Quello che è successo nella notte a Jerez non era prevedibile?
Innanzitutto bisognerà aspettare il risultato delle indagini, sembra che l’incendio sia partito da un prototipo di una colonnina di ricarica che viene fornita da Enel X. Secondo me quello che è successo è riconducibile a una serie di circostanze, è stato un caso limite”.

Chi si occupa della ricarica delle moto?
Normalmente i team, nel box c’è un caricatore per ogni moto. Il problema, a Jerez, è stato che la rete elettrica del circuito non reggeva il loro assorbimento. Per evitare che ci fossero dei problemi durante la ricarica, per esempio che una batteria potesse ricaricarsi e un’altra no, i tecnici che lavorano per Enel ci avevano detto che se ne sarebbero occupati loro. Tra le 21.30 e le 22 abbiamo lasciato il paddock e loro sono rimasti per la ricarica”.

Quello che è successo ti crea dei dubbi sulla sicurezza del campionato?
“Non siamo mandati allo sbaraglio. Come ho detto sono stati fatti dei corsi ai nostri tecnici e gli uomini di Energica sono sempre disponibili e ci supportano in tutte le operazioni. È stato pensato un paddock unico anche per questo: essendo tutto nuovo, in questo modo lo scambio di informazioni è più rapido e facciamo spesso delle riunioni”.

Nei test si era presentato qualche problema tecnico sulle moto?
No, vi spiego come funziona: noi arriviamo in pista e ci vengono consegnate le moto, che sono state preventivamente sorteggiate. Ogni pilota ha due tecnici che seguono la sua moto e si tratta di un lavoro abbastanza semplice: si agisce sulla ciclistica, in freni, le ruote e poco altro, ci sono delle mappe per variare il carattere del motore, ma sono pre-impostate. Logicamente serve una certa attenzione, avendo a che fare con una corrente a 400 volt, ma i meccanici sono preparati. Abbiamo dovuto sistemare la moto di Josh dopo una caduta e non c’è stato nessun problema”.

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