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SBK, Buriram: Rea e la Kawasaki chiamati a scacciare l’incubo Bautista

In Thailandia Johnny ha l’obbligo di rispondere alla superiorità della Panigale V4, ma il rischio è che sia un altro weekend sulla difensiva

SBK: Buriram: Rea e la Kawasaki chiamati a scacciare l’incubo Bautista

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Il fine settimana si preannuncia incandescente, non solo per la sfida in pista, ma anche per il termometro che arriverà a toccare i 40 gradi. Già, perché Buriram sarà infatti la tappa più calda di tutto il Mondiale e di conseguenza non manca l’attesa per capire i valori in campo dopo Phillip Island. Se in molti considerano il round inaugurale per certi versi interlocutorio, in Thailandia si inizierà a fare luce sulla stagione delle derivate, prima di sbarcare finalmente in Europa ad inizio aprile.

La tappa australiana di tre settimane fa ha messo in luce da subito una Ducati dal doppio volto. Se da una parte Alavaro Bautista ha fatto il bello e cattivo tempo, senza nemmeno lasciare le briciole agli avversari, dall’altra le Rosse di Davies, Rinaldi e Laverty hanno faticato non poco a trovare la giusta via da seguire. Le loro prestazioni sono infatti passate in secondo piano, dal momento che tutti i riflettori se li è presi la Panigale V4 dello spagnolo, vincitrice al debutto.

Più che il triplo successo messo in cassaforte, ciò ha impressionato di Bautista è stato il gap rifilato agli inseguitori. Nessuno avrebbe mai immaginato di vedere Johnny Rea e la sua Kawasaki incassare distacchi così pesanti, addirittura quasi venti secondi nel corso di Gara 2. A questo punto scontata è la domanda: cosa accadrà a Buriram? Di sicuro ci si aspetta una risposta da parte della Kawasaki, anche se il Cannibale ha già messo le mani avanti, sottolineando il rischio che possa ripresentarsi la stessa situazione di tre settimane o addirittura peggio.

Come risaputo, il tracciato asiatico è caratterizzato da ben tre lunghi rettilinei, dove la Panigale V4 potrà far valere i suo cavalli nel confronto con la ZX-10RR. Inoltre non bisogna farsi ingannare più di tanto dal layout del tracciato, dove non mancano i punti scorrevoli. Paragonare Buriram al Red Bull Ring sarebbe infatti un grosso errore, come già aveva dichiarato lo scorso ottobre Andrea Dovizioso. Già, perché nei settori misti Bautista avrebbe la possibilità di mettere nuovamente in mostra la propria agilità di guida della Rossa, il cui progetto si è ispirato alla MotoGP.

Il rischio concreto è che per Rea sia un altro weekend sulla difensiva, dovendo poi tenere un occhio di riguardo nei confronti di Leon Haslam, che in Australia ha causato non pochi grattacapi al Cannibale. Insomma Johnny sembra essere avvisato dei pericoli!

A Buriram non mancherà poi l’attesa in casa Honda, dal momento che a gennaio la squadra ha scelto proprio il tracciato asiatico per lavorare sulla Fireblade SP2, declinando i test in Europa. Vietato scordarsi della BMW, costretta ancora a fare i conti con un motore Stock, tanto da accusare in termini di velocità massima. In Australia Tom Sykes si è infatti ritrovato con ben oltre 20 chilometri orari di differenza nei confronti della Panigale V4. Un dato che non è certo sfuggito al 66, nonostante le buone risposte ottenute sul telaio.

E che dire poi della Yamaha, con quel Marco Melandri che tre settimane fa ha rubato la scena agli ufficiali, regalando il primo podio nella classe regina al team GRT. Per il ravennate confermarsi sarà la sfida più difficile, ma anche quella più suggestiva.   

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