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SBK, Phillip Island, dopo la gara, birra per tutti

Il primo match australiano ha riproposto lo spirito Superbike: a gara conclusa i meccanici Ducati e Kawasaki hanno festeggiato assieme l'inizio del mondiale

SBK: Phillip Island, dopo la gara, birra per tutti

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La pista di Victoria è un qualcosa di unico nel Mondiale. Per capirlo basta infatti varcare i cancelli di Phillip Island e più che in un circuito sembra di essere catapultati  sul green di un campo da golf. Avete capito bene! Oltre all’erba che arriva a un centimetro dall’altezza, spicca poi l’igiene all’interno delle strutture, ma soprattutto la cura dei dettagli. Basta quello per capire di essere davvero dall’altra parte del mondo, anche perché a fare da sfondo c’è una vista mozzafiato rivolta verso l’Oceano.

E le moto? Quelle non mancano, così come i piloti, presi d’assalto dai tanti appassionati. Già, perché nelle derivate il paddock è ancora oggi a ingresso libero e con un semplice biglietto ognuno può avvicinarsi al box di Rea o Sykes, così come a quello di Davies o Bautista. Un qualcosa che in MotoGP non si può lontanamente immaginare, anche perché pensate a cosa potrebbe accadere in una gara come Jerez o Mugello. Sarebbe il caos totale!

Alvaro cosa ne pensi del paddock della Superbike? E' stata la prima domanda rivolta all'autore della tripletta dowunder.
"È molto più familiare rispetto a quello della MotoGP. Di là c’è più business” , la risposta.

A Phillip Island Alvaro Bautista ha avuto modo di conoscere l’ambiente che lo accompagnerà nel 2019. Per lui è stato un primo contatto, che per certi aspetti rimarrà isolato rispetto a ciò troverà una volta che il Mondiale sbarcherà ad Aragon. Già, perché a differenza delle tappe europee, quando si esce dal vecchio continente non ci sono le classiche mega hospitality che fanno a gara per dominare la scena. Qua troviamo infatti i container, tutti posizionati l’uno al fianco dell’altro.

Detto questo è proprio l’aspetto familliare che rimane ancora oggi un tratto distintivo della Superbike, dove l’obiettivo è quello di fare incontrare lo spettatore col proprio beniamino. Un DNA fortemente voluto da Maurizio Flammini, ex pilota (di auto) egli stessi e affascinato da questa particolarità tipica delle gare americane. Ecco perché uno degli appuntamenti immancabili del weekend è la presenza fissa del paddock show, che consente di mettere i piloti a contatto diretto col pubblico una volta terminata la gara con ancora l’adrenalina che scorre nelle vene.

A Phillip Island il 'più' è rappresentato dal fatto che i piloti li puoi addirittura incontrare in giro per l’Isola. D’altronde la settimana è lunga e rimanere chiusi in casa o nei piccoli hotel dell'isola non è il massimo della vita.

Capita quindi di vederli lungo la via del mare che costeggia Cowes, oppure da Pino's Pizzeria, punto di riferimento serale per gli addetti ai lavori. È lì che finita la giornata si stempera la tensione davanti a un bicchiere di birra o una pizza, preparata con cura dalla mitica Rosa. Nel suo locale ci sono appese le tute di Rossi, Biaggi, Simoncelli, Gibernau e molti altri piloti, così come gli autografi e i loro caschi.

Domenica sera, terminata la corsa, ci è capitato di vedere i meccanici di Kawasaki e Ducati ridere e scherzare assieme, nonostante Bautista abbia rifilato un boccone amaro a Rea. Che dire: potere della Superbike con la passione per i motori a fare da comune denominatore.   

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