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MotoGP, Brivio: "Ho detto a Rins: devi essere il capitano di Suzuki"

Parla il team manager: "Vogliamo vincere con un pilota cresciuto da noi. Mir deve solo divertirsi, ma sono certo che sarà un top rider"

MotoGP: Brivio: "Ho detto a Rins: devi essere il capitano di Suzuki"

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Non si può definire la Suzuki una sorpresa di questi test invernali, considerando i 9 podi dell’anno scorso, ma senza dubbio la moto di Hamamatsu ha fatto un altro passo in avanti per mettersi in linea con i migliori avversari. Merito di una GSX-RR che sembra arrivata a maturazione, come Alex Rins.

Direi che questa preparazione invernale sta andando bene - sorride il team manager Davide Brivio - Stiamo seguendo il nostro programma, sono piacevolmente sorpreso dalla nostra velocità e ho visto Alex cresciuto e maturato”.

Rins è diventato il faro della squadra, una responsabilità non da poco…
Ho detto ad Alex che avrebbe dovuto essere il nostro capitano e sta facendo nel migliore dei modi quello che gli avevamo chiesto. Già nell’inverno dello scorso anno aveva lavorato bene, confezionandosi la moto secondo i suoi gusti. Ora ha più esperienza e ciò gli garantisce anche maggiori tranquillità e sicurezza”.

Se Rins è il capitano, in quale ruolo deve giocare Mir?
Innanzitutto spero che avremo presto due capitani (ride). Ho chiesto a Joan di divertirsi e giocare con la moto per un anno. Noi siamo convinti che lui abbia un grande talento e che possa diventare un top rider in MotoGP, è solo questione di tempo”.

Con Vinales e Rins ci hai visto giusto…
Maverick vinse una gara al suo secondo anno, Alex è salito 5 volte sul podio avendo saltato, a causa degli infortuni, praticamente mezza stagione nel 2017. Non so quanto tempo impiegherà Mir a essere competitivo, ma crediamo in questo suo percorso di crescita”.

Honda, Ducati e Yamaha hanno squadre ufficiali con piloti già di esperienza, perché Suzuki invece scommette sempre sui debuttanti?
Ci piace l’idea di crescere in casa i nostri piloti, so di avere due piloti di talento e penso che possano diventare entrambi due top rider. Serve solo tempo e dovremo essere bravi per metterli nelle condizioni in cui possano sfruttare tutto il loro potenziale”.

Non hai mai pensato di ingaggiare un campione già formato?
“In questo momento, come ho detto, la nostra ambizione è quella di vincere con un pilota cresciuto con noi. So che è una strada più difficile, ma è quella che abbiamo deciso di prendere”.

Avere un team satellite permetterebbe di fare entrambe le cose…
Sicuramente, potremmo adottare una strategia diversa. Ci sono pro e contro in entrambe le cose, un debuttante in una squadra satellite ha maggiore tranquillità, ma in un team ufficiale può capire immediatamente quale sia la pressione da affrontare.

Il 2020 potrebbe essere finalmente l’anno buono per vedere 4 Suzuki in pista?
“È presto per dirlo, io ci spero”.

Fra meno di due settimane si correrà il primo GP, l’obiettivo è vincere la gara?
Sicuramente mi piacerebbe molto, ma non so se sarà possibile perché sono consapevole di quanto sia difficile contro avversari così forti. Lo scorso anno, d’altra parte, ci siamo andati vicini in un paio di occasioni, quindi… perché non provarci?.

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