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SBK, Phillip Island: alba Rossa! Bautista porta in trionfo la Panigale V4

Alvaro scrive la storia in Gara 1 rifilando 15 secondi a Rea, sul podio un immenso Melandri, caduto Haslam, 9° Rinaldi, 10° Davies

SBK: Phillip Island: alba Rossa! Bautista porta in trionfo la Panigale V4

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L’appuntamento non può che essere con la storia. Già, perché si trattava della sua prima gara in Superbike in sella a una moto che mai prima d’ora aveva corso nel Mondiale. Gli interrogativi non mancavano, ma lui ha saputo scacciare via tutti i dubbi in un solo colpo. Questo 23 febbraio 2019 Alvaro Bautista e la Ducati non se lo dimenticheranno così facilmente, così come tutti i tifosi della Rossa, perché lo spagnolo ha regalato una vittoria che rimarrà per sempre impressa nella memoria.

Il suo potenziale con la V4 l’aveva già mostrato in occasione dei test, in seguito si è confermato anche nelle libere del venerdì, per poi archiviare la qualifica col terzo tempo. In Gara 1 l’alfiere Aruba è si è poi rivelato semplicemente incontenibile, al punto da bruciare Rea al via e prendere da subito in mano la leadership della corsa. Gli sono bastate due sole tornate per seminare il Cannibale e iniziare il proprio dominio, come se fosse un rullo compressore.

Mentre la concorrenza faticava a scendere sotto il muro dell’1’31, Bautista rifilava mezzo secondo al giro con un passo costante sull’1’30". In seguito la strada si è fatta in discesa, ha amministrato per poi arrivare in solitaria al traguardo: “Non potevo desiderare una gara migliore – ha commentato – sono molto felice per questa giornata. Peccato per la Superpole, devo imparare a sfruttare la gomma da qualifica, ma in gara sapevo di avere un buon passo ed ero fiducioso. Dovevo controllare le gomme nel finale e ho fatto tutto in modo corretto”

Il trionfo al debutto di Alvaro è una di quelle imprese che nella storia è riuscita a piloti come Biaggi, Takeda e Kocinski. Ben quindici i secondi di distacco rifilati alla Kawasaki di Johnny Rea, che non ha potuto fare altro che recitare la parte dello spettatore. Il quattro volte iridato ha dovuto fare i conti con il proprio compagno di squadra, Leon Haslam, il quale si è rivelato una spina nel fianco fino a quando non è scivolato a dieci giri dalla fine in curva quattro. Con il britannico fuori dai giochi, il Cannibale ha avuto meno pressioni, dovendo però accontentarsi della seconda piazza: “Faccio i miei complimenti ad Alvaro, ha fatto qualcosa di veramente eccezionale. Purtroppo non avevo il suo passo per contrastarlo”.

Nella bagarre per il terzo gradino del podio la spunta invece un immenso Marco Melandri. Giù il cappello per quanto mostrato in Gara 1 dal ravennate del team GRT, che ha piegato al fotofinish la R1 di Alex Lowes. E pensare che fino a ieri il 33 sembrava fuori dai primi cinque, poi in gara ha attaccato col coltello tra i denti: “All’inizio ho faticato con le gomme nuove, poi però sono riuscito a trovare il giusto ritmo e ad avere delle belle sensazioni – ha commentato – questo podio è frutto di tutto il lavoro della squadra. Sapevo di avere qualcosa in più rispetto a Lowes all’ultima curva”Melandri piega il britannico e anche Van Der Mark, mentre Tom Sykes deve accontentarsi del settimo posto al termine di una gara condita da troppe sbavature al debutto con la nuova BMW.

Bautista a parte, in casa Aruba bisogna poi fare i conti con il sabato complicato di Chaz Davies. Dopo la partenza dall’ultima fila, il gallese non ha potuto fare altro che rincorrere, arrivando al decimo posto alle spalle della Panigale V4 di Michael Rinaldi. Oltre ad Haslam, da registrare anche la caduta di Leon Camier con la Honda.

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