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SBK, Ducati a due facce a Phillip Island: qual è quella vera?

È Alvaro Bautista che si sta rivelando fenomenale con la Rossa oppure la Panigale V4 è ancora in attesa del salto di qualità? 

SBK: Ducati a due facce a Phillip Island: qual è quella vera?

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C’è una Ducati che vola e altre tre costrette a rincorrere. È questa l’immagine che ci portiamo dietro dai test di Phillip Island e dalla prima giornata di prove libere. Una sorta di Panigale V4 dal doppio volto, in perfetto stile dottor Jekyll e Mister Hyde. Già, perché mentre Alvaro Bautista fa il bello e cattivo tempo con la Rossa, Chaz Davies, Michael Rinaldi e Eugene Laverty sono ancora alla ricerca della giusta fiducia.

A questo punto sorge spontanea la domanda: Bautista è davvero quel pilota che in MotoGP non è mai riuscito a mostrare il proprio potenziale, perché forse si è trovato sempre al posto sbagliato nel momento sbagliato, oppure c’è qualcosa che ancora bisogna rivedere nella crescita della Rossa? Innanzitutto bisogna fare alcune precisazioni prima di addentrarci nell’analisi. La gara di Phillip Island non si è ancora svolta e di conseguenza  non è possibile trarre un giudizio anticipato, dovendo quindi basarci esclusivamente sui turni di libere. In seguito, il tracciato australiano è un qualcosa di unico nel suo genere, lontanamente paragonabile rispetto a quelli che troveremo nel prosieguo del Campionato, quando le derivate sbarcheranno in Europa ad aprile.

L'INCOGNITA GOMME - Detto questo passiamo ai numeri. Lunedì e martedì Bautista ha messo in mostra grande fiducia con la Rossa, a tal punto da siglare il riferimento in entrambe le giornate, così come quest’oggi. Il fatto che la Panigale V4 sia una moto nata con il DNA della MotoGP è senza ombra di dubbio un aspetto che gioca a favore dello spagnolo. Se a tutto ciò abbiniamo le qualità di Alvaro, il quale predilige la scorrevolezza, tratto per cui eccelle la pista australiana, i giochi sono presto fatti. Oltre al giro secco, il numero 19 ha mostrato poi la propria competitività sul passo gara, a tal punto da scendere sotto il muro dell’1’31 e arrivare fino all’1’30” basso, cosa che non è riuscita a Johnny Rea. A questo punto l’unico interrogativo per Bautista è rappresentato dalla gestione delle gomme nella fasi finali della gara, che come al solito si rivelano cruciali qua a Phillip Island. Giorgio Barbier ci ha infatti spiegato che questo è l’unico tracciato del Mondiale dove l’usura può influire addirittura fino a tre secondi.

DUCATI A DUE FACCE - Se Alvaro rappresenta il dritto della medaglia, dall’altra parte del box Chaz Davies è il rovescio. Un inverno tribolato per il gallese, complice il male alla schiena che lo ha messo a dura prova. Qua a Phillip Island il numero sette non è mai stato in grado di rimanere una sola volta davanti al proprio compagno, ma non per questo vogliamo darlo per sconfitto. Sarebbe infatti un gravissimo errore.

La storia insegna che Chaz è uno di quei piloti che in inverno non ama particolarmente rincorrere il cronometro, preferendo aspettare il weekend di gara. Arrivati a questo punto, è fuori discussione che il gallese debba ancora cucirsi addosso la nuova V4. Trattasi di una qualcosa di puramente fisiologico, dal momento che Chaz si è sempre contraddistinto per una guida in stile stop and go a discapito della scorrevolezza per cui viene esaltato il carattere della nuova Panigale.

ADATTAMENTO DIFFICILE - Quanto ci vorrà per adattarsi? Difficile dare ora una risposta, anche perché in più occasioni Davies ci ha fatto ricredere in merito a eventuali giudizi. Sicuramente più arduo il compito di un giovane come Michael Ruben Rinaldi, che per la prima volta in carriera si trova in azione sulla pista di Phillip Island con l’ultima evoluzione di Borgo Panigale, oppure quello di Eugene Laverty, che come ci ha detto oggi, a parte motore e telaio ha componenti ben lontane da quelle ufficiali.

SBK vs MOTOGP - Al momento, insomma, la situazione Ducati in Superbike è esattamente il contrario di quanto avviene in MotoGP, dove la Desmosedici sembra essere una moto 'facile' per tutti. La Honda al contrario - aspettando Lorenzo, comunque un fuoriclasse - negli anni passati ha vinto tantissimo sì, ma con il solo Marc Marquez, visto che gli exploit di Crutchlow hanno sempre motivazioni diverse.

Comunque, per quanto visto fino ad ora, è innegabile che Alvaro Bautista sia il favorito per la gara che scatterà domani alle 5 italiane. Questo è ciò che dicono i tempi, ma noi preferiamo evitare giudizi affrettati, perché a Phillip Island non tutto ciò che vediamo è come sembra.    

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