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SBK, Barbier: “Bautista ha già le idee chiare con le Pirelli”

“Alvaro ha sottolineato un maggiore grip rispetto alle Michelin. Flag to flag? I nostri pneumatici hanno quello che serve per coprire la gara senza sacrificare la prestazione”

SBK: Barbier: “Bautista ha già le idee chiare con le Pirelli”

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È la prima gara della stagione e di conseguenza gli interrogativi non mancano. Se da una parte ci sono le condizioni atmosferiche, dall’altra bisogna fare i conti con l’usura degli pneumatici. Phillip Island è infatti una di quelle piste dove le gomme vengono messe a dura prova, tanto che lo scorso anno fu necessario il flag to flag.

A fare il punto della situazione alla vigilia della gara è quindi Giorgio Barbier, responsabile delle attività in pista per Pirelli.

“Quella di Phillip Island è una pista anomala, inoltre si tratta della prima gara di stagione e di conseguenza ci sono tanti aspetti da valutare – ha esordito - le priorità era quella di non portare troppo materiale, in modo da evitare che i piloti andassero in confusione provando varie cose”.

Hai citato i piloti. Nei test Bautista è stato il più veloce. Per uno come lui che ha utilizzato le Michelin fino a pochi mesi fa, quanto è stato grande il salto con le Pirelli?

Quando in SBK  arriva un pilota dalla MotoGP è fondamentale avere un suo riscontro. Fin dai test di gennaio è stato capace di prendere posizioni nette sul materiale, confermando quindi di avere le idee chiare. Lui ha provato una gomma anteriore che nessuno usava prima, ovvero la 1071, dato che ha un sostegno migliore. Credo che Gara 1 la disputerà proprio con questa”.

Nella simulazione gara di martedì Bautista è stato competitivo, però negli ultimi giri è andato in crisi.

“È vero, però c’è un aspetto da sottolineare: Alvaro è arrivato qua senza conoscere il prodotto, di conseguenza è entrato in pista per cercare subito il limite, a tal punto da sottolineare il fatto che le Pirelli avessero più grip rispetto alle Michelin. Tutto ciò ha però comportato un calo inevitabile nel finale, dato che ha sacrificato la gestione”.

Tra i temi di discussione nel paddock continua a tenere banco il flag to flag.

“Il nostro obiettivo è stato quello di svolgere  tutta la gara con un buon ritmo, favorendo quindi la prestazione. Nella FP1 abbiamo visto Rea tenere il passo di 1’30”5 ed è stato senza dubbio un aspetto incoraggiante. Ovvio che poi, durante il weekend, ci sono tante variabili che possono influire”.

Non ci sarà quindi il pericolo che capiti una situazione simile allo scorso anno?

Noi non vogliamo arrivare qua con una gomma di legno, che permetta di spingere solo negli ultimi giri. Per Pirelli la prestazione è un aspetto fondamentale ed è proprio su questo che ci concentriamo per portare avanti il lavoro. Tra l’altro abbiamo una base di lavoro, come quella dell’ASBK, su cui sono state fatte diverse analisi per essere poi pronti. Il problema di Phillip Island è che oltre ad essere la prima gara della stagione, questa è una pista unica nel suo genere. Su certi tracciati è difficile che si verifichi un’usura di tre secondi, qua invece sì”.

Per la gara sprint avete invece introdotto la morbida posteriore.

“È quella che vogliamo utilizzare per disputare i dieci giri della gara, i piloti la proveranno nella FP2 e sarà interessante capire quale la loro direzione”.

Nell’ultime ore Melandri ha detto che la Pirelli sbaglia a portare gomme troppo dure. È davvero così?

“Marco è uno di quei piloti che soffre molto la mancanza di grip al posteriore, a causa della sua altezza, di conseguenza ha bisogno di materiale soft. Per quanto visto lui sta lavorando in funzione della gara, con l’obiettivo di cucirsi bene addosso la moto. Lui poteva tranquillamente partire con la misura piccola, invece ha optato per la grande”.

Un’ultima battuta sulla SSP, dove siete stati costretti a imporre l’obbligo del cambio gomma.

“Nella SuperSport ci sono molte più variabili rispetto alla classe regina, cito ad esempio l’età dei piloti, molto più giovani per lo sviluppo, oppure l’elettronica. In questo campo non mi sento di lasciare la responsabilità alle squadre. Il problema è dovuto al fatto che in quella categoria ci sono moto stradali con cerchi molto stretti. Dal momento che su questa pista serve mettere la gomma a terra, il cerchio stretto non ti consente di farlo, dato che va a spremere lo pneumatico”.  

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