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Moto3, Paolo Simoncelli: cosa manca ai miei piloti? Solo un po' di fortuna

"Hanno imparato dagli errori ed ora sono pronti, il capotecnico unico è una scelta vincente. La MotoE non mi piaceva, poi l'ho vista in pista e mi sono ricreduto"

Moto3: Paolo Simoncelli: cosa manca ai miei piloti? Solo un po' di fortuna

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A metà tra passato e presente, Paolo Simoncelli è pronto ad iniziare una nuova stagione al timone della sua squadra, con la sincerità e la voglia di fare che lo caratterizzano. Non usa mezzi termini infatti per descrivere né le cose che gli piacciono né quelle che non lo soddisfano, ma sempre con quel fare da padre che fa trasparire la sua profonda bontà.

“L’anno scorso potevamo fare molto di più – apre – speriamo quindi di raccogliere i risultati sperati quest’anno. Credo che entrambi i piloti abbiano imparato dagli errori, inoltre nelle corse ci vuole fortuna: speriamo di averne un pizzico di più quest’anno. La continuità credo paghi, Niccolò e Tatsuki si sono ambientati e sono pronti. Hanno tutto ciò che serve per raggiungere grandi traguardi, basta solo un pizzico di fortuna in più”.

Dove risiede la difficoltà nell’emergere in Moto3?

“In Moto3 la differenza la fa il pilota, una volte c’erano moto ufficiali e non mentre ora sono quasi tutte uguali. Ciò che conta è anche la messa a punto, utile per mettere in condizione il pilota di fare la differenza”.

Anche quest’anno prosegui con la politica dell’unico capotecnico

“Sì perché secondo me è una scelta vincente. Quando trovi un capotecnico bravo lo può tranquillamente fare con ottimi risultati, come nel nostro caso”.

La nuova Honda dal canto suo pare aver fatto importanti passi avanti

“Noi non siamo ancora riusciti a provarla, dato che abbiamo ricevuto i nuovi telai e la nuova ciclistica, ma così pare. Dicono sia molto migliorata rispetto all’anno scorso e la cosa mi rassicura: Honda poi è Honda, quando decide di mettersi in moto lo fa in maniera importante, sono un po’ cari (ride ndr) ma svolgono il loro lavoro al meglio”.

Parlando della MotoE, credi sia una sfida più difficile della Moto3?

“La Moto3 è una sfida sempre difficile: rimane una delle categorie più belle, dove ci sono dieci o dodici piloti che possono vincere. La MotoE all’inizio non mi convinceva, specie per il peso, ma dopo averla vista girare mi sono ricreduto. Siamo curiosi di scoprirla, ci sono anche piloti molti esperti mentre noi schieriamo il più giovane, staremo a vedere”.

 

 

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