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MotoGP, Lorenzo: "Rossi, continua fino a 46 anni"

L'augurio di Jorge: "Conosco il suo talento, la sua grandiosità come pilota e lui conosce le stesse cose di me. Enorme rispetto tra noi"

MotoGP: Lorenzo: "Rossi, continua fino a 46 anni"

Jorge Lorenzo è stato ospite di Sky Sport per una lunga intervista andata in onda stasera. Lo spagnolo sta vivendo la fase finale della lunga riabilitazione iniziata dopo l'operazione allo scafoide della mano sinistra, fratturato in allenamento a fine gennaio, ed ha risposto a molte domande sulla sua condizione fisica, sul rapporto con Valentino Rossi e sul Dream Team che si è formato in Honda con il suo arrivo nel box di Marc Marquez.

Il primo argomento toccato dallo spagnolo è stato ovviamente la sua condizione fisica, nel momento in cui manca poco ai test in Qatar che saranno l'ultima possibilità di prendere ulteriore confidenza con la Honda prima dell'inizio del mondiale.

"Sto sempre meglio - ha esordito Lorenzo -  mi sono portato il mio fisioterapista a Lugano. E’ Angelo, di Siracusa ma è venuto con me in Svizzera per lavorare. Abbiamo fatto una specie di manubrio che simula la posizione della moto, per replicare gli sforzi estremi che si fanno in curva. Adesso sono passati venticinque giorni dall’operazione e ne mancano pochi prima di andare in Qatar. Credo che in una settimana starò ancora meglio di oggi, sarò pronto per guidare la HondaPrima di tornare al 100% ci manca molto tempo. Questo tipo di lesioni ti lasciano sempre dei problemi. Penso che sarò all'80% per i test e poi all'85% per la gara".

Jorge ha anche spiegato nel dettaglio la dinamica della caduta in Flat Track che ha causato l'infortunio.

"Sono caduto dopo neanche un minuto da quando avevo iniziato la prestagione, si può dire così. La pista su cui mi sono fatto male sembrava avere una superficie dura, invece sono arrivato in un punto che sembrava solo del fango ma in realtà era profondo circa 20 cm. E’ stata una caduta stupida, ma mi si è chiuso l’anteriore. Nel cadere - ha raccontato - non ho lasciato il manubrio della moto e forse questo mi ha fatto forzare troppo sullo scafoide che si è rotto. Mi fa molta rabbia di essermi fatto male così, in allenamento. Proprio quando pensi di sapere tutto delle gare, della vita. Avrei dovuto controllare meglio la pista, verificare che era tutto a posto. Invece proprio quando hai troppa fiducia succedono gli errori. Questo mi ha dato molto fastidio, mi sono arrabbiato con me stesso. Ma è stata un’altra lezione da imparare".

Prima di arrivare nel box di Marquez, Jorge ha già vissuto la convivenza nel box con un campione come Valentino Rossi. Il maiorchino ha raccontato così il suo rapporto con il Dottore.

"Quando sono arrivato nel box di Rossi avevo 20 anni, un carattere diverso da adesso. Ero più incosciente, non avevo paura di nessuno. In quel momento sentivo che nessuno è imbattibile, nessuno è invincibile. Magari potevo sembrare presuntuoso, ma era quello che pensavo. Adesso di Rossi ho grandissimo rispetto. Normale che tra due grandi campioni entrambi affamati di vittoria, ci siano delle tensioni, perché entrambi vogliono lo stesso risultato. Però io conosco il suo talento, le sue qualità, la sua grandiosità come pilota e lui sa lo stesso di me. Credo ci sia molto rispetto da entrambe le parti".

Manca poco al compleanno di Valentino Rossi, che festeggerà i suoi quaranta anni. Lorenzo ha condiviso a lungo il box con Rossi e questo è il suo messaggio di auguri per il campione di Tavullia.  

"Ciao Vale, spero che festeggi bene il tuo compleanno. Questa è un’età molto importante, entri nel club dei 40 anni, ma sono sicuro che la tua età reale non sarà questa per la gente che ti guarda alla televisione, perché il tuo talento e la tua ambizione sono molto grandi e continuerai dando molto spettacolo. Spero che rimarrai con noi il più a lungo possibile, magari fino a 46 anni, il tuo numero.  Buona fortuna per questa stagione, ci vediamo in Qatar".

Quando si è saputo della sua firma con Honda, si è immediatamente pensato al Dream Team per HRC, una definizione che Lorenzo ha dimostrato di gradire spiegandone i motivi. 

JORGE LORENZO - HONDA MOTOGP 2019

"A me non dispiace perché penso che sia la verità. Se guardiamo ai numeri è abbastanza chiaro che siamo una delle coppie più forti della storia della MotoGP, però qualche volta puoi vincere tanti titoli perché magari la competizione non è così elevata come magari è oggi, che c’è tanta qualità. Sicuramente siamo una delle migliori coppie a livello di numeri, ma sicuramente come velocità e talento siamo ancora più forti di quello che mostrano solo i numeri".

Una coppia più volte assimilata al duo Prost Senna.

"Forse mi sento più simile a Prost, anche perché c’è una differenza di qualche anno di età con Senna come tra me e Marc. Anche come carattere magari somiglio di più a Prost, che era molto freddo quando guidava. Senna era più aggressivo, guidava più con il cuore. In quel senso mi sento più Prost. Tanti hanno visto questa nuova coppia in modo negativo. Magari si aspettano che io e Marc in una gara possiamo fare un disastro e magari aiutare Dovizioso e Valentino per il titolo. Ma se poi guardiamo le cose in maniera diversa - ha sottolineato - nel box di Marquez sta arrivando un campione, che può portare la sua esperienza a quegli uomini. Poi io sono un pilota che con il lavoro e la volontà, arriva sempre ad essere competitivo. Questo magari porterà Marquez a dare qualcosa in più. Io farò lo stesso, perché a mia volta non voglio essere battuto da Marquez. Questo farà crescere la squadra. Sia a livello di guida che a livello tecnico, per l’esperienza che posso portare".

Andare in Honda rappresenta l'ennesima sfida per un pilota che di certo non si è mai tirato indietro.

"Andando in Honda ho accettato una sfida molto importante, come era importante anche la precedente che mi sento di aver vinto a metà. Sento molto questa con la Honda, voglio essere pronto. Questo infortunio probabilmente ritarderà di qualche mese il massimo potenziale che potrò esprimere, ma il campionato è lungo e ci vorrà pazienza e tanto lavoro. Se penso di non aver chiuso il capitolo Ducati? Non ci penso perché adesso sono un uomo Honda al 100%, non dirò che mi piacerebbe finire la mia carriera qui, perché l’avevo già detto anche in precedenza, quindi meglio non dirlo!". 

Lorenzo ha chiuso l'intervista raccontando anche il momento di difficoltà vissuto nel momento in cui aveva realizzato di poter essere costretto a ritirarsi a fine 2018.

"Noi piloti siamo fortunati, però la nostra vita è dura soprattutto se sei molto esigente come lo sono io. Io lavoro ogni giorno, più di 8 ore al giorno per il mio sport. Lo faccio con piacere, ma è vero che si soffre anche molto. Poi ci sono i viaggi, tutti gli impegni. Quando penso a me che smetto di correre, mi viene in mente una sensazione di libertà. Di poter mangiare quello che voglio, di poter fare sport in modo meno estremo. Però quando nel 2018 ho capito che c’era realmente la possibilità di smettere di correre ho sentito veramente la passione e l’amore che ho per questo sport e che veramente non volevo lasciarlo. Prima di quest’anno non mi ero mai trovato in questa sensazione. Avevo un’offerta interessante da parte di Yamaha Petronas, ma volevo qualcosa di ufficiale, di importante. In quel momento, prima di firmare con Honda,  una mezza depressione mi è venuta".

Al termine del suo intervento in TV, Lorenzo si è anche prestato ad un Q&A in diretta sulla pagina Facebook di Sky Sport MotoGP, rispondendo alle domande degli utenti. 

Interessante il paragone fatto da un utente tra il debutto di Bagnaia e quello di Lorenzo in MotoGP, che lo spagnolo ha commentato con gusto e molta autoironia.

"Si, è vero che il nostro stile è molto simile. Mentre per quanto riguarda il carattere...io ero molto più arrogante, presuntuoso. Pecco invece è molto più tranquillo, carino. Sembra quasi che non abbia mai rotto un piatto! Quindi magari siamo simili per quanto riguarda lo stile, ma molto diversi per il carattere".

Un altro utente ha invece messo in imbarazzo Lorenzo chiedendo come mai fosse andato in visita alla Pagani, se per acquistare un auto o solo in visita di cortesia.

"Mi dispiace, ma non posso rispondere". Lo spagnolo, incalzato sull'argomento dai conduttori, ha glissato con eleganza riguardo la propria nota passione per le Hypercar: "Ho parecchie auto sportive, ma preferisco non andare oltre. Io sono uno che non mente mai, quindi non dirò mai bugie. Ma certe volte è meglio non dire tutta la verità".

Poi Jorge ha nuovamente spiegato di voler collaborare con Marquez per sviluppare la Honda, e lo ha anche ringraziato per il suo comportamento nei suoi confronti.

"Io sono molto grato a Marc per non aver messo veti al mio arrivo in Honda. Lui avrebbe potuto farlo, ma non l'ha fatto. Io adesso non sarei pilota ufficiale della Honda, quindi lo ringrazio molto".

Tante domande per Jorge anche dai suoi sostenitori ducatisti, ai quali lo spagnolo ha mandato messaggi di grande affetto.

"Ho sempre sentito un grande sostegno dal 99,9% dei ducatisti e non dimenticherò mai quelle giornate passate al World Ducati Week, perché mi hanno mostrato un affetto incredibile e io gli sarò sempre grato per questo. La vita è così, come la Borsa. A volte decidi di vendere quando il titolo è basso, ma poi sale di nuovo".

Lo spagnolo è anche stato chiamato da un utente a spiegare le differenze di stile di guida con Valentino Rossi, dando una risposta molto accurata.

"Siamo molto diversi, lui è più alto e pesante di me, stacca dopo e per quanto riguarda l'assetto della moto vuole sempre usare forcelle leggermente più dure. Mentre come linee di guida siamo simili, entrambi puliti e soprattutto entrambi sensibili. Lui però nel corpo a corpo ha molte più capacità di improvvisare". 

 


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