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MotoGP, Marquez: "La spalla va meglio del 2018, ma dovrò essere prudente "

FOTOGALLERY – Il percorso di riabilitazione del 93 seguito dal proprio fisioterapista: “Se fosse per lui, il 7 gennaio già sarebbe risalito in moto”

MotoGP: Marquez: "La spalla va meglio del 2018, ma dovrò essere prudente "

L’attesa è finita, perché nella notte si alzerà finalmente il sipario sui test di Sepang. Non manca l’attesa per capire quali saranno i valori in campo, specialmente in casa Honda, dove Marc Marquez si presenterà non al massimo della forma. 

Il sette volte iridato avrà però la possibilità di ritrovare la propria RC213V e questo è un aspetto che gli regala il sorriso: Finché non salirò sulla mia moto non saprò a che livello sarò – ha ammesso  - sono consapevole che sarà importante la qualità più che il numero di giri, tutto questo per evitare tendiniti o qualcosa di simile. Ovviamente sarà un test, dato che tutti lasceranno la Malesia con zero punti. Adesso devo essere prudente e non buttare via le ore che ho passato a recuperare“.

Proprio il pilota spagnolo, ha ripercorso il cammino degli ultimi mesi post operazione: “Quando mi sono svegliato dall’operazione la spalla faceva male e il percorso riabilitativo è stato complicato, soprattutto dal punto di vista piscologico. Non ho mai saltato un giorno di riabilitazione tranne il 24-25-31 dicembre e 1 gennaio. Mi sono sempre allenato due ore e mezza in palestra, sia al mattino che al pomeriggio per recuperare al meglio. Pensando a questo problema alla spalla, è come se avessero tolto le gomme alla mia Honda (sorride)”

Il peggio sembra però essere ormai alle spalle come spiega il suo fisioterapista Carlos Garcia: “La situazione è sicuramente migliore in confronto al 2018 -  ha commentato -  per quanto riguarda la mobilità siamo al 90%, mentre la muscolatura attorno al 75-80%. Adesso conta lavorare per dare stabilità alla spalla, il corpo deve infatti agire senza che lo sforzo si concentri sulla spalla. Marc ha quindi il compito di guidare pensando solo alla pista” .

In merito al percorso di recupero non mancano poi i retroscena: “Se fosse stato per lui il 7 gennaio sarebbe già risalito in moto – ha detto Garcia – quando gli hanno tolto il tutore diventava ansioso, dal momento che diceva sempre: 'adesso posso farlo'. Tra l’altro, quando passava davanti a una moto per andare in palestra, provava la posizione di guida e simulava anche il rumore”.

 


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