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MotoGP, Aprilia: siamo la Minardi a due ruote e batteremo i giganti

ESCLUSIVA. Nel Reparto Corse di Noale con Rivola e Albesiano per scoprire dove nasce la RS-GP e gli obiettivi del futuro

MotoGP: Aprilia: siamo la Minardi a due ruote e batteremo i giganti

C’è una strana tranquillità nei corridoi di Noale, il Reparto Corse di Aprilia è silenzioso e poco affollato. È la classica quiete dopo la tempesta che, se il tuo lavoro è costruire MotoGP, si prolunga per tutto l’inverno. Le RS-GP 2019 sono state da poche ore chiuse nelle casse e spedite in direzione di Sepang, dove fra pochi giorni prima Bradley Smith, poi Andrea Iannone e Aleix Espargarò, le proveranno e gli ingegneri scopriranno se le ore passate facendo la spola tra computer e officina abbiano dato i frutti sperati.

Peccato non siate venuti ieri, avreste potuto vedere la nuova moto!” ci prende simpaticamente in giro Romano Albesiano, che ora ha sulla sua giacca solo i galloni del direttore tecnico. A dargli man forte è arrivato Massimo Rivola, un passato lungo (e importante) in Formula 1, iniziando in Minardi, per poi vestire i colori di Toro Rosso e Ferrari, il curriculum dei sogni per chiunque abbia un cuore che batte per i motori.

Lui si dedicherà della parte sportiva e gestionale, sgravando parte degli impegni di Albesiano, tornato a fare l’ingegnere a tempo pieno. Per chi è abituato alla Rossa, l’Aprilia potrebbe assomigliare a una formica ai piedi dell’elefante. “Invece mi sono stupito - confessa nel suo nuovo ufficio con la 250 di Biaggi a fare bella mostra accanto alla scrivania - Sono state le persone a colpirmi, la loro competenza ed esperienza. Ho trovato gente che lavora in questo Reparto Corse da moltissimo tempo, praticamente dopo 20 anni sei poco più di uno stagista” sorride.

È Albesiano a fare da Cicerone mentre passeggiamo fra le scrivanie dove ci sono i computer su cui prendono forma le MotoGP. In tutto il Reparto Corse è formato da 72 persone, un numero non così grande se si pensa ai colossi con cui si va a scontrarsi ma non sembra mancare niente. Un grande open space in cui ci sono ingegneri di grande esperienza ma anche molti volti giovani. Aprilia è stata una fabbrica di tecnici e spesso e volentieri la concorrenza ne approfitta soffiando qualche pedina importante, e Gigi Dall’Igna è il caso più celebre ma non l’unico.

Resta comunque una soddisfazione e le nuove leve non mancano, con qualche sorpresa inaspettata. Come un giovane matematico che batte davanti a uno schermo pieno di simboli esoterici: ti aspetteresti di vederlo a Cupertino con la sua Tesla nel parcheggio, invece è in Veneto cercando con le sue formule di fare andare più veloce una moto.

Sapete qual è la cosa più importante in MotoGP oggi? L’ottimizzazione” rivela Albesiano. In altre parole, non basta che ogni componente faccia il suo lavoro ma deve farlo in maniera perfetta. Non è più il tempo di avere un’idea e portarla in pista per capire cosa succederà, i processori a Noale macinano dati e modelli matematici per creare la moto perfetta. “Dinamica del veicolo” è la parola segreta, che può essere tradotto nel capire come e cosa deve fare una moto quando è in pista.

Un campo nuovo su cui Aprilia sta puntando. Passiamo davanti a una scrivani particolarmente affollata, “qui ci sono quattro ingegneri davanti a un computer, verrà fuori sicuramente qualcosa di interessante” ride Romano. Uno degli ultimi progetti permette di sovrapporre le immagini video di due piloti per capire esattamente le differenze nella guida, potere immediatamente vedere dove perdono o guadagnano. Perché la pratica non vale più della grammatica, ma teoria e pratica devono andare a braccetto.

Non si costruisce nulla dal niente e l’esperienza passata è un tesoro importante. Forse per questo motivo, proprio accanto alla sezione dove lavorano i motoristi, fa bella mostra di sé il tre cilindri dell’Aprilia RS Cube. “Fu una vera palestra per tanti tecnici” commenta Albesiano. Non ottenne i risultati sperati in gara, ma era un propulsore che poteva vantare soluzioni innovative ai suoi tempi: come la distribuzione a valvole pneumatiche, il comando del gas ride-by-wire e la frizione in carbonio. Vicino al tre cilindri ci sono anche pistoni e varie parti di moto da corsa Aprilia anche più vecchie, fino ad arrivare all’era dei due tempi. “Perché sono qui? Non si sa mai” sorride sornione uno degli ingegneri.

Ci teniamo la curiosità e continuiamo la visita, scorati da Rivola e Albesiano. Dieto al vetro dei banchi prova urlano i 4 cilindri MotoGP, poco più in là tecnici specializzati saldano serbatoi e telai. Qui la mano conta più della testa e Aprilia va logicamente fiera dei suoi artigiani che trasformano semplici lastre di alluminio in pezzi che sembrano uscire da una galleria di arte contemporanea.

Poco più in là c’è il reparto Factory Works, dove si realizzano i sogni dei semplici appassionati. Vuoi una RSV4 preparata SBK? Nessun problema, qui esce “chiavi in mano”. Il che ci dà anche l’occasione di parlare dell’uscita della SBK. “Non ci interessava correre un campionato se non per vincerlo” e ora tutti gli sforzi sono concentrati sulla MotoGP.

Aprilia è rientrata ufficialmente nella classe regina nel 2015 ed è consapevole di avere fatto qualche errore. “Non siamo dove avremmo voluto essere” ammette Albesiano. Il 2019 sembra però l’anno della svolta: un vero test team con un pilota esperto e veloce come Smith, l’arrivo di Iannone, Rivola alla guida della direzione sportiva, e una moto che - ci promettono - ha perso tanti chili, è più bella ma soprattutto veloce.

Cosa serve ora? Un bel gruppo di lavoro, questa è la cosa più importante” la ricetta di Rivola che sa che anche nell’egocentrico ed egoistico motorsport il singolo pilota può fare bene poco se non ha alle spalle la struttura giusta. Aprilia la sta mettendo in piedi partendo da basi solide, perché nessuno corre solo per avere il premio di partecipazione.

Mentre usciamo dal reparto corse ci soffermiamo fra le tante moto che riempiono i corridoi: la Gilera 250 di Simoncelli, l’Aprilia 500 di Harada, la 250 di Lorenzo e poi così tante altre da rendere quasi impossibile farne un elenco. “L’Aprilia mi ricorda la Minardi: ha una dimensione più piccola rispetta a quella dei concorrenti ma tanta esperienza e professionalità - ci dice Rivola - Però c’è anche una grande differenza, Aprilia ha vinto tutto, in qualsiasi categoria. Dobbiamo solamente riportarla al posto che gli spetta”.

In questi casi, si fa un in bocca al lupo.

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