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SBK, Bautista sorprende con la Panigale V4, Rea chiude al comando

Impressionante il Cannibale, che archivia i test di Portimao con un secondo su Lowes, 6° Sykes con la BMW, 8° Melandri, fuori dalla top ten Davies

SBK: Bautista sorprende con la Panigale V4, Rea chiude al comando

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Era l’ultima occasione per affilare le armi in vista della tappa di Phillip Island, in programma tra meno di un mese, e Johnny Rea si è confermato avversario da battere. Giù il cappello davanti alla prestazione offerta dal quattro volte iridato, che ha archiviato il lunedì di Portimao con il tempo di 1’40”885, a poco più di un decimo dalla Superpole realizzata lo scorso anno da Eugene Laverty, quando ancora era in sella all’Aprilia.

Il crono realizzato dal Cannibale è un messaggio ben chiaro diretto alla concorrenza, chiamata ancora una volta a cedere di fronte allo strapotere dell’alfiere Kawasaki, tanto da incassare quasi un secondo. È il caso di Alex Lowes, primo degli inseguitori. La Yamaha del britannico è senza dubbio cresciuta, ma per quanto visto in quest’ultima giornata c’è da compiere un passo davvero grande per avvicinarsi al nordirlandese. Stesso discorso anche per la Panigale V4 di Alvaro Bautista. Di sicuro lo spagnolo è la sorpresa di questa due giorni, non dimentichiamo infatti che si trattava della prima presa di contatto con la Rossa in Portogallo. Ovviamente quel secondo che lo separa dalla vetta dovrà essere colmato entro il prossimo mese.

Se Alvaro sorride, i test portoghesi sono stati invece in chiaroscuro per Chaz Davies, il quale ha preferito non attaccare il tempo. Il gallese, chiamato a fare i conti con il dolore alla schiena, finisce addirittura fuori dalla top ten con oltre due secondi e mezzo di ritardo, scalzato sul finale dalla BMW di Markus Reiterberger. In giornata la squadra di Shaun Muir ha sfoggiato la livrea che porterà in pista nel prossimo Mondiale e non mancava la curiosità da parte degli addetti ai lavori, in particolare verso Tom Sykes. Ancora una volta è proprio il 66 il più veloce in casa SMR, tanto da agganciare la sesta piazza a circa un secondo e mezzo dall’ex compagno, inserendosi alle spalle della Kawasaki di Leon Haslam e la Yamaha di Michael van der Mark. Tom ha sfruttato il turno per lavorare con gomme usate, proprio come Marco Melandri, impegnato a trovare il giusto bilanciamento in sella alla R1. A fine sessione il ravennate deve consolarsi con l’ottavo tempo alle spalle di Sandro Cortese per soli 38 millesimi.

In ritardo invece i team satellite tra cui Barni con Rinaldi e GoEleven con Laverty, mentre Alessandro Delbianco e la sua Honda si sono visti addirittura precedere dalla Yamaha R6 di Jules Cluzel, quest’ultimo il migliore tra le SuperSport.    

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